La storia del taglialegna tra problemi e abilità
Ogni giorno abbiamo a che fare con due aspetti: Problemi e Abilità.
Chi non ci si è mai “scontrato”?
Te ne voglio parlare in maniera insolita sfruttando il breve racconto che si trova all’interno del libro “Lascia che ti racconti“ di Jorge Bucay, psicoterapeuta e scrittore di fama mondiale
Come ogni favola che si rispetti possiamo iniziare a raccontarla con un “C’era una volta…”
La Storia del Taglialegna tra problemi e abilità
C’era una volta un robusto taglialegna in cerca di lavoro.
Dopo aver girato alcune città trovò finalmente lavoro presso un commerciante di legno.
Il boscaiolo fu assunto con un ottima paga e le eccellenti condizioni di lavoro lo portarono ad affrontare questo cambiamento con grande motivazione.
Il primo giorno di lavoro il titolare dell’azienda fornì al nuovo assunto un’ascia e lo accompagnò nell’area del bosco dove avrebbe dovuto lavorare.
Il taglialegna ringraziò ancora una volta il commerciante per essere stato assunto e senza perdere tempo iniziò a lavorare.
Problemi e Abilità: un ottima partenza ma poi?
A sera il taglialegna aveva abbattuto ben 18 alberi, un vero e proprio record.
Il titolare dell’azienda si congratulò con lui e questa riconoscenza motivò ancor di più il tagliaboschi a fare ancora di meglio il giorno successivo.
Ecco che l’indomani, carico di buoni propositi, il boscaiolo impiegò tutte le sue energie per superare il numero di alberi abbattuti il giorno prima.
Qualcosa però non andò come aveva previsto.
A fine giornata gli alberi abbattuti erano solamente 15.
“Solo un intoppo.” pensò il taglialegna senza perdersi d’animo.
Problemi e Abilità: l’arrivo di pessimi risultati
Il terzo giorno il tagliaboschi decise di alzarsi un’ora prima in modo da avere a disposizione più tempo per abbattere quanti più alberi possibili.
Nonostante la motivazione e le energie spese, il numero di alberi abbattuti calò drasticamente a 10.
Per quanta energia e grinta mettesse nel suo lavoro, giorno dopo giorno, il numero di alberi abbattuti continuò a calare inesorabilmente.
Il boscaiolo non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo e si sentiva mortificato per i risultati deludenti.
Sì presentò dal titolare scusandosi profondamente per lo scarso rendimento a cui non riusciva a darsi spiegazione.
Al che l’esperto commerciante di legno pose al taglialegna una semplice domanda: “Quando è stata l’ultima volta che hai affilato la tua ascia?”.
Un poco imbarazzato il tagliaboschi rispose: “Signore, non ho avuto tempo per affilare la mia ascia, ero troppo impegnato a tagliare gli alberi”.
Problemi e abilità nella storia del taglialegna
La storia del taglialegna è uno di quei racconti che mi sono maggiormente rimasti impressi.
In questa breve storia ci sono due importanti aspetti sui cui riflettere: problemi e abilità.
A volte ci troviamo come il taglialegna della storia
Alcune volte ci troviamo proprio come il tagliaboschi della storia: carichi di buoni propositi, motivati, pieni di energia e con obiettivi chiari ma… poi le cose non vanno come vorremmo.
A chi non è capitato qualcosa del genere?
Succede a tutti e più volte.
Così come nella storia del taglialegna ci muoviamo anche noi in avanti a “testa bassa” impiegando tutte le nostre energie e le nostre competenze.
I risultati che otteniamo però non sono affatto in linea con quelli che ci siamo dati e allora cerchiamo di dedicare più tempo e ancor più energie per migliorare la situazione.
Nonostante quest’ulteriore impegno e dedizione le cose non tendono a migliorare.
Quando ci troviamo in queste situazioni dovremmo fermarci un attimo, smetterla di andare avanti a testa bassa, e porci qualche domanda.
Se stessimo infatti impiegando il nostro tempo e le nostre forze nella direzione sbagliata?
Il punto è che il risultato di un qualunque obiettivo è la conseguenza di un serie di riflessioni, decisioni e azioni.
Facciamo il paragone di tutto questo appoggiandoci a semplice equazione matematica.
Una che richiami la storia del Taglialegna, giusto per capire il concetto.
K= Ascia
X= Motivazione
Y= Tecnica
Z= Energia
Obiettivo = abbattere 20 alberi al giorno
K+X+Y+Z = Obiettivo
Problemi, abilità e la mancanza di risultati
Ogni termine dell’equazione deve essere aggiustato, calibrato in modo che il risultato sia quanto più vicino possibile se non uguale o superiore a quello previsto.
Ma cosa succede se il mio lavoro è focalizzato esclusivamente su alcuni termini dell’equazione?
Succede che nonostante l’impegno che dedichiamo ci siamo completamente dimenticati di fare un paio di ragionamenti sul termine K che nella storia del taglialegna è rappresentato dall’ascia, dalle nostre competenze e dal nostro metodo di lavoro.
Cosa succede quando nonostante gli sforzi profusi i risultati continuano ad essere ben distanti da quelli prefissati?
L’entusiasmo comincia a vacillare e la motivazione con la quale abbiamo approcciato il progetto non pare più così solida.
Arrivano i primi dubbi che prima non ci avevano mai sfiorato.
Alle prime incertezze ne susseguono altre andando persino a mettere in dubbio il progetto stesso.
Infine arriva il momento in cui la mancanza dei risultati sperati ci porta ad alcune riflessioni:
“Nonostante il tempo che dedico e tutta la motivazione con cui ho affrontato questo progetto i risultati sono oggettivamente deludenti.”
Problemi e abilità: i 3 modi di affrontare le difficoltà
A) Alcuni aspetti da rivedere
In questo caso cominciamo a controllare le variabili in gioco decidendo in che modo muoversi con ognuna di esse.
Appoggiandoci sempre all’equazione di cui sopra ci muoveremo di conseguenza:
“Provo a modificare il valore di Y mantenendo inalterato tutto il resto.”
“A questo punto potrei aggiungere una nuova variabile che dovrebbe aiutarmi a raggiungere questi numeri.”
Sei ancora ragionevolmente sicuro della sostenibilità del tuo progetto ma ci sono ancora alcuni aspetti sui quali intervenire.
B) Il progetto è sbagliato
“Starò facendo la cosa giusta?”
“Inizio ad vere dei dubbi sulla fattibilità del progetto.”
“E se stessi solamente gettando via tempo ed energie? Se fosse il momento di abbandonare tutto?”
Nel momento in cui comincia a insinuarsi in te il dubbio sulla validità del progetto è quasi certo che lo abbandonerai a stretto giro.
Come potresti mai dedicare tempo su qualcosa sul quale inizi ad avere seri dubbi?
Il tarlo del dubbio è molto pericoloso perché nel momento in cui cominci ad ascoltarlo si fa concreto il rischio di ingrandirlo più di quanto non lo sia in realtà.
L’errore in cui cadiamo è riassunto da questo pensiero: mancanza di risultati = progetto non valido… e potrebbe non corrispondere al vero.
C) Non sono capace
Come potresti investire energie e soldi se cominci a credere che il problema non è il progetto ma sei tu che non sei in grado di gestirlo?
“Forse ho fatto il passo più lungo della gamba.”
“Dovevo ascoltare chi mi ha detto di lasciar perdere. Avevano ragione, non sono in grado di portare avanti quest’idea.”
“Non ho le competenze per andare avanti…”
In questo caso tutto si concentra sulla nostra incapacità e i pensieri che ne seguiranno ci porteranno sia ad abbandonare un’attività che avrebbe potuto risultare interessante e ce ne addossiamo anche la colpa.
Tutto ricade su di noi.
Consideriamo il fallimento del progetto come nostra responsabilità e questo fallimento, questa ferita andrà ad impattare in maniera determinante sulla nostra autostima e con ricadute non di poco conto sul nostro benessere.
Ora con quale spirito potremmo mai affrontare un nuovo progetto, una nuova attività?
Semplice lo accantoneremo, non ci penseremo più… in fondo abbiamo avuto una chiara dimostrazione di non esserne capaci.
E pensare che la colpa era solo di quell’ascia poco affilata.
La Storia del Taglialegna: affilare le nostre abilità
Nella storia del tagliaboschi il filo dell’ascia rappresenta le nostre abilità.
Proprio come la lama anche le nostre competenze devono essere affilate perché con il tempo è molto probabile che perdano di efficacia.
È importante trovare sempre del tempo per leggere, studiare, confrontarsi, sperimentare e fare esperienza.
“Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia venti od ottant’anni. Chiunque continua ad imparare resta giovane. La più grande cosa nella vita è mantenere la propria mente giovane.” (Henry Ford)
Se ci comportiamo come nella storia del taglialegna l’esito non potrà che essere negativo.
Prendiamo la buona abitudine di investire su di noi cercando di migliorare ciò che già sappiamo fare e aggiungiamo nuove competenze al nostro portafoglio di abilità.
Motivazione, entusiasmo e determinazione sono una magnifica base per creare qualcosa ma senza metodo e senza specifiche competenze c’è il rischio di lanciarsi a capofitto contro i muri o contro… gli alberi, proprio come il nostro boscaiolo, dimenticandosi di affilare la lama.
Solo se siamo preparati possiamo sfruttare le opportunità che si presentano lungo il nostro cammino.
La fortuna esiste solo quando compri un biglietto della lotteria ma se proprio vogliamo trovare qualcosa che si avvicini il più possibile a questo concetto è quando la competenza incontra l’opportunità.
La Storia del Taglialegna e le condizioni “sine qua non”
Ricordiamoci quindi, sempre, che un progetto per avere la possibilità di essere realizzato abbisogna di alcune condizioni “sine qua non”:
- chiarezza di progetto e di obiettivi
- competenze
- mezzi
- determinazione
- flessibilità
Dobbiamo affrontare i problemi con la ragionevole certezza di aver raccolto informazioni utili, verificato di avere a disposizione gli strumenti adatti e le competenze per gestire tutto.
Affrontare un problema a testa bassa con l’ascia smussata può essere davvero controproducente.
A volte ci si innamora di un progetto così come lo abbiamo pensato ma dobbiamo anche essere pronti a cogliere le opportunità improvvise nascenti e decidere di modificarlo, se necessario, in corso d’opera.
Per concludere
In che condizioni si trova la nostra “lama”?
Necessita forse di essere un poco affilata?
Lo hai mai verificato?
Solo ponendo le dovute attenzioni possiamo evitare di ritrovarci nello stesso problema del taglialegna.
Non facciamoci distrarre completamente dal tran tran quotidiano, fermiamoci un attimo ogni tanto ad osservare il “filo” delle nostre abilità.
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