Credenze limitanti: un freno a mano tirato – 1a parte

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Benvenuto nel mondo delle Credenze Limitanti!

Che cosa intendo per credenze?

Con questo termine intendo designare quell’atteggiamento che riconosce per vera una proposizione o una nozione.

Si tratta quindi di una sensazione di certezza riguardo a qualcosa.

Hai letto bene: una sensazione di certezza, non una certezza!

Quella parola in più cambia completamente il significato.

Ognuno di noi ha sviluppato fin da quando era bambino delle credenze sulle proprie capacità, su quelle degli altri, sui rapporti personali…; insomma su tutto ciò che ci circonda abbiamo la nostra credenza, la nostra soggettiva visione che scambiamo purtroppo per realtà oggettiva.

 

Credenze limitanti

L’insieme delle nostre credenze genera un intero sistema sul quale poggia la nostra esistenza.

Come un filtro modifica la realtà oggettiva in cui ci muoviamo facendoci vivere una realtà soggettiva, filtrata appunto da ciò che crediamo.

Se riuscissimo a modificare questo filtro potremmo cambiare la realtà che sperimentiamo, riuscendo così a migliorare la qualità della nostra vita.

Sappi infatti che è colpa delle tue credenze limitanti se non stai vivendo la vita felice che vorresti.

 

 

La mente umana può creare tutto quanto può concepire e credere. (Napoleon Hill) Click to Tweet

 

 

Le credenze che abbiamo generano in noi sono precisi atteggiamenti che ci permettono di attingere al nostro potenziale per attuare determinate azioni.

Queste, a loro volta, sono lo strumento con cui raggiungiamo i risultati.

Da questa sequenza otteniamo che: le credenze generano i risultati che otteniamo.

Credenze Limitanti - Flusso delle credenze

Credenze Limitanti – Flusso delle credenze

 

Scopriamo insieme come funzionano le credenze e come possiamo trasformare le Credenze Limitanti in Credenze Potenzianti!

Le possiamo suddividere in:

1- Personali

2- Esterne

3- Immaginate

1- Credenze Personali

Hai mai pensato qualcosa del tipo “…tanto non ce la posso fare.”“Non sono capace di… “?

Non barare, lo so che la risposta è sì!

Si tratta di un atteggiamento mentale che non ci fa sentire all’altezza nello svolgere un particolare compito.

Vediamo come si arriva a pensare frasi come “No, non fa per me.”

Si tratta in questo caso di un processo mentale acquisito, significa che lo abbiamo maturato con il passare del tempo (mesi, anni o decenni) in base alle esperienze vissute, ai fallimenti che ci hanno messo in ginocchio, ai rifiuti che ci hanno destabilizzato, alle “porte in faccia” che abbiamo preso (… nel 1997 mi occupavo di vendita porta a porta… ne so qualcosa ).

Ecco quindi che l’insieme delle nostre esperienze vissute come fallimenti, ci porta a mettere in moto un meccanismo di autodifesa che è proprio quel “No, figuriamoci, non fa per me.”

Un altro meccanismo di difesa è ben rappresentato dalla novella “La volpe e l’uva” dove la volpe reagisce alla sconfitta disprezzando il premio mancato, l’uva in questo caso, e sostenendo quindi di non essere interessata.

Quante volte il pensiero “No, non sono in grado di farlo” lo trasformiamo in “No, tanto non m’interessa!”.

Ti ho beccato un’altra volta, eh?

“Marco, ma se l’esperienza ci ha insegnato che non siamo bravi a fare una determinata cosa è normale e corretto che nella testa ci frulli questo pensiero.”

Lo sai, vero, che non sono d’accordo?

Hai presente il detto “fare di tutta l’erba un fascio”?

Ecco, noi facciamo proprio così.

Ci basta un errore ripetuto per arrivare alla conclusione che non siamo bravi a fare una certa cosa e soprattutto che non lo saremo mai.

Il cervello ha generalizzato l’esperienza vissuta trasformandola in definitiva!

Prova ad immaginare cosa succede nella vita delle persone quando più “fasci di erba” ti ricordano ogni volta che non sei bravo?

Semplice, rispondiamo con un “Non sono bravo a fare niente!”.

Credenze Limitanti - Eventi Generalizzazioni

Credenze Limitanti – Eventi Generalizzazioni

 

Questo però non ha molto senso.

Il fatto che sia andata male per due volte non significa certo che non siamo capaci di fare una determinata cosa altrimenti, se fosse così, saremmo ancora vestiti solamente di pelli e la notte dormiremmo in una grotta buia.

Nessuno avrebbe mai fatto niente di nuovo e nessuno avrebbe mai inventato qualcosa.

Fortunatamente ci sono persone resilienti che vivono i fallimenti come un percorso ad ostacoli: ogni barriera superata li rende più forti e fornisce loro informazioni utili per andare avanti ed affrontare l’ostacolo successivo.

Così facendo il raggiungimento dell’obiettivo sarà solo una questione di tempo!

 

Abbiamo quaranta milioni di ragioni per fallire, ma non una sola scusa. (R. Kipling) Click to Tweet

 

Nel momento in cui una credenza limitante comincia a farsi spazio dentro di noi siamo portati a mettere in atto un comportamento paradossale, cerchiamo dietro ogni angolo, in ogni situazione e in ogni persona quei dettagli che sono coerenti con quanto stiamo cominciando a credere e trascuriamo invece quelli che li metterebbero in dubbio.

Così facendo l’assurda credenza in questione diventa indistruttibile, poiché sorretta da tantissimi dettagli, e noi possiamo crogiolarci con triste soddisfazione nella frase “Hai visto, avevo proprio ragione!”.

Immagina cosa significhi tutto ciò!

 

2- Credenze Esterne

Rientrano in questa categoria, ad esempio, i luoghi comuni depotenzianti che molte persone dispensano come fossero parole di un messia.

“Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia e non sa quello che trova”. Wowww! Mi è venuta la pelle d’oca a scrivere parole cariche di tanta saggezza.

Se vi capita qualcuno che vi dice una frase del genere ringraziatelo pure, ma fategli presente che se fosse per lui saremmo ancora all’età della pietra.

C’è una storia molto interessante che spiega concretamente quanto siano un freno a mano per la nostra felicità le credenze limitanti.

Voglio raccontarvi i successi di un personaggio che ha fatto la storia dell’atletica leggera.

Chi di voi ha un po’ di capelli bianchi lo ricorderà sicuramente. Io sono giovane 😉 quindi sono arrivate a me le sue gesta solo attraverso la documentazione di quegli anni.

Siamo nel 1954 e il suo nome è Roger Bannister.

Devi sapere che era credenza comune l’impossibilità di scendere sotto i 4 minuti nel percorrere 1 miglio.

A metà dell’800 un professore, in seguito ad alcuni studi, venne alla conclusione che lo sforzo fisico necessario per scendere sotto questa soglia era umanamente impossibile, il cuore sarebbe andato oltre i suoi limiti: sarebbe letteralmente scoppiato.

Questi studi non furono più ripresi in mano e questo studio rimase così in auge presso la comunità scientifica internazionale anche nei decenni successivi.

Era diventata credenza comune l’impossibilità di scendere sotto i 4 minuti.

Provate ad immaginare cosa successe quando il 6 Maggio del 1954 Roger Bannister fissò un nuovo record con 3 minuti, 59 secondi e 4 decimi.

Dimostrò che quanto ritenuto fino a quel momento impossibile non lo era affatto.

Ciò che rende la sua vittoria ancora più leggendaria è il fatto che l’anno successivo ben 35 atleti scesero sotto la soglia dei 4 minuti.

Incredibile: ciò che era considerato impossibile era diventato “magicamente” alla portata di tantissimi atleti.

Nei successivi tre anni più di trecento atleti raggiunsero questo sorprendente risultato.

Questo è un esempio che ho spesso portato nelle aule di training proprio per la sua capacità di farci capire in maniera tangibile come le credenze limitanti siano un freno a mano per accedere alle nostre risorse, mentali e fisiche.

Ciascuno deve imparare a pensare con la propria testa, smetterla di credere a qualunque cosa vede e sente.

Sii curioso ed approfondisci sempre l’argomento in cui ti sei imbattuto attraverso persone attendibili, riviste specializzate, siti web autorevoli!

3- Credenze Immaginate

Il cervello ha generalizzato l’esperienza vissuta trasformandola in definitiva.

Devi cominciare a valutare in maniera diversa quegli eventi che ti hanno sempre limitato.

Così facendo riuscirai a modificare anche il significato che attribuisci loro.

Abbiamo credenze su qualunque aspetto della nostra vita e su tutto ciò che ci circonda.

Possiamo vedere le credenze come le gambe di un tavolo: più sono numerose più il tavolo sarà stabile.

Le credenze sono dei veri e propri pilastri che sorreggono le nostre vite.

Ecco perché non possiamo farne a meno: immaginati cosa succederebbe ad esempio ad un tavolo se togliessimo una gamba. Cadrebbe.

Osserva l’immagine di seguito.

La persona in questione ha una credenza, quella di “non essere bravo a trovare lavoro”.

Se controlliamo le singole credenze riportate lungo le gambe del tavolo leggiamo:

“le aziende cercano di ridurre i costi” – “il mio CV non lo leggeranno neppure” – “le aziende non assumono oggi” – “Non ho particolari qualità” – “Non sono bravo a gestire i colloqui di lavoro” – “C’è crisi” – “Se non hai agganci non trovi lavoro” – “Già due colloqui non sono andati bene”.

Credenze limitanti - UYM

Credenze limitanti – UYM

Il tavolo in questione è particolarmente stabile dato l’elevato numero di gambe che lo sorreggono.

Peccato che tutte queste credenze sono senza alcuna ombra di dubbio un’incredibile palla al piede.

Con queste credenze come potresti mai trovare lavoro?

La credenza “Non sono bravo a trovare lavoro” è talmente rafforzata che diventa una certezza.

Con questo pensiero, che hai scambiato per verità oggettiva, a quali risorse potresti mai attingere?

Ricordati che le nostre azioni sono una diretta conseguenza di ciò che pensiamo e crediamo.

Non possiamo e non dobbiamo fare a meno delle credenze ma dobbiamo imparare a sostituire quelle limitanti con altre che ci danno accesso ad una vita qualitativamente migliore.

Facciamo l’esempio di due compagni di scuola, Luca e Alessio con le stesse abilità, stessa formazione ed esperienza che si avvicinano al mondo del lavoro.

A distanza di anni troviamo non più due ragazzi ma due uomini che hanno ottenuto risultati diversi.

Luca ha maturato la credenza di non essere capace di trovare un lavoro che possa garantirgli un benessere economico elevato.

Alessio invece, privo di questa credenza limitante, ha affrontato situazioni e ha preso decisioni senza questo blocco psicologico.

E’ facile adesso comprendere come quest’ultimo abbia avuto accesso a situazioni che lo hanno portato, attraverso la passione, l’impegno e la costanza, a ricoprire ruoli molto rilevanti in importanti aziende.

Non sto dicendo che le credenze potenzianti siano sufficienti per avere accesso a tutto ciò che desideri, sto dicendo che sono però una condizione necessaria per ottenerlo.

Se vuoi diventare una persona di successo non puoi certo affidarti alle sole credenze potenzianti, ma senza di queste stai certo che non lo sarai mai.

 

Adesso abbiamo capito meglio cosa sono le credenze limitanti e in che modo attentano al nostro benessere.

Seguimi mercoledì prossimo con la 2a parte in modo da scoprire come trasformare le credenze limitanti in credenze potenzianti.

 

 

Firma Marco Little UYM

Articolo Credenze – Foto tratta da Pixabay

Matita - UYM

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