Il Lato Oscuro della Crescita Personale
Cos’è il Lato Oscuro della Crescita Personale?
La Crescita Personale è un mondo che ho sempre trovato davvero affascinante, per certi versi sorprendente e certamente utile al fine di migliorare il nostro benessere e quello delle persone che fanno parte della nostra vita. Tuttavia… può rivelarsi inutile se non pericoloso.
Hai letto bene “inutile e pericoloso” e ti spiego perché.
Il Lato Oscuro della Crescita Personale
Sono entrato in contatto con il cosiddetto mondo della Crescita Personale nel 2005 e in questi 11 anni ho avuto l’opportunità di confrontarmi con molte persone, frequentare corsi, leggere un bel po’ di libri e ascoltare i comodi audio-book. Tirando le somme posso dire che molti corsi si sono rivelati interessanti, qualcuno molto meno, libri incredibilmente pratici e… altri del tutto inutili.
Mi sono così sorbito corsi di dubbia utilità e libri in cui su 250 pagine solo una ventina erano interessanti, tutto il resto era “aria fritta”. Hai presente quei libri che ad ogni piè sospinto ti portano a domandarti: “E quindi? E allora? Quando s’arriva al dunque?”. Un autore non può pubblicare un libro di 20 pagine per cui cerca di rimpolparlo con un bel po’ di “fuffa” al fine di aggiungere quelle 200 pagine che giustifichino apparentemente il prezzo di copertina.
Dentro l’enorme calderone della Crescita Personale è normale che ci sia un po’ di tutto: si va dai libri che sono dei veri e propri capolavori a robaccia inutile. Quello che però mi dà un poco fastidio è quando leggo libri o entro in contatto con persone che cercano di cavalcare l’onda della Crescita Personale raccontando storie, aneddoti, che, seppur motivanti, sono assai lontani dalla verità.
Per questo motivo voglio porre la tua attenzione su alcuni aspetti.
1) Sviluppa un pensiero critico
Non prendere MAI per buono ciò che ti viene detto senza ragionarci sopra.
Questo più che un consiglio sulla Crescita Personale è una regola di vita 🙂
a) No a verità assolute ma solo opinioni
Se una persona ti espone un certo argomento tieni sempre a mente che non è MAI una verità assoluta ma solo il suo punto di vista. Non solo, potrebbe persino essere un’opinione basata su discorsi fatti da altri, informazioni di seconda e terza mano. Ciò che ti sta dicendo quindi non si basa su un’esperienza diretta ma su quella di altri. E la catena dei “quanti altri” è interminabile.
Alla larga dai TUTTOLOGI quindi, persone che pur non avendo alcuna competenza e conoscenza diretta dell’argomento trattato, quale che sia, ti offrono il loro punto di vista facendotelo “cadere dall’alto”… perché ovviamente la loro non è un’opinione ma una verità assoluta.
Questi personaggi tienili a debita distanza perché il valore aggiunto di un confronto con loro è pari a zero. Perché il loro non è uno scambio di opinioni vogliono solamente esporre ed imporre il loro punto di vista. Capisci bene che questo tipo di incontri non sono affatto piacevoli, tutt’altro.
La conversazione si trasforma già dalle prime battute in un monologo perché questa è la loro arma preferita. Trasformare infatti una conversazione in un monologo ha l’indubbio vantaggio che nessuno può contraddirli. Non dare modo di replicare è infatti un modo semplice ed efficace per tutelare le loro certezze evitando così che nel malcapitato interlocutore possano sorgere dubbi. Triste? Direi proprio di sì dal momento che il confronto è alla base della crescita e del miglioramento… e chi glielo spiega?
Valuta quindi il tuo interlocutore e dai il “giusto” valore a ciò che dice, confrontalo sempre con la tua esperienza se ne hai su quell’argomento e approfondisci sempre. Chiedi il parere ad altre persone perché probabilmente avranno modo di offrirti nuovi punti di vista che non avevi affatto considerato e che ti consentiranno di fare ulteriori confronti. Solo così avrai modo di creare un tuo preciso e specifico punto di vista.
A questo punto potresti anche cliccare sul “Like”. Grazie! Marco.
b) Attenzione a focalizzarsi solo sulle incongruenze
A volte facciamo l’errore di identificare il pensiero critico come uno strumento per scovare errori o incongruenze nel nostro interlocutore. Se questo è il nostro comportamento non siamo poi così diversi dai Tuttologi di cui sopra. Così facendo rimaniamo infatti concentrati solo su ciò che consideriamo errato e ci perdiamo tutto il resto, tutto ciò che invece è apprezzabile e utile per un nostro arricchimento.
c) Bias Cognitivi
Mentre ascoltiamo, mentre valutiamo dovremmo avere l’accortezza di farlo senza pregiudizi e senza cadere nella trappola dei Bias Cognitivi (t’invito a leggere l’articolo in merito) perché a quel punto ciò che consideriamo un nostro giudizio estremamente razionale non sarebbe altro che un’opinione falsata proprio dagli errati presupposti sui quali poggia.
Un esempio? Hai mai osservato come le opinioni altrui vengano accettate acriticamente quando vanno a confermare le nostre convinzioni e creiamo invece muri invalicabili quando sono contrarie? Questi errori cognitivi influenzano in maniera decisiva le nostre scelte e ciò che li rende pericolosi è che non sono errori occasionali ma sistematici. Come se non bastasse queste scorciatoie operano in maniera automatica per cui siamo convinti di aver fatto una scelta razionale ma, di fatto, per niente logica.
2) Questo Libro ti cambierà la vita
Questa frase non è vera e forse la troverai anche in qualche mio articolo. Racconto quindi balle? Non credo, ma è opportuno chiarire un paio di concetti.
I libri ti permettono di capire certi meccanismi, di aumentare le tue conoscenze su specifici argomenti e di aprire gli occhi su aspetti che non avevi mai preso in considerazione.
Credo sinceramente che il libro sia tra le invenzioni più sorprendenti dell’uomo ma non dobbiamo scordare quale sia il suo ruolo: è solo uno strumento, un mezzo. Ricordiamoci sempre della differenza esistente tra MEZZI e OBIETTIVI.
Questo significa che il protagonista del miglioramento che stai cercando non è il libro, sei Tu.
Se acquisti una cassetta degli attrezzi per riparare qualcosa in casa non puoi confidare che a quel punto il problema possa risolversi automaticamente. Sarebbe comodo ma non funziona così. Dovrai prendere martello, cacciavite e chiave inglese ed ingegnarti per risolvere il problema. Il libro funziona allo stesso modo… niente più che una cassetta degli attrezzi.
L’errore di delegare al libro le nostre responsabilità
Qualunque libro tu stia leggendo fai molta attenzione a non illudere le tue speranze: “Vediamo se questo libro potrà migliorare la mia vita.”.
Questo pensiero ti porterà a delegare al libro ogni responsabilità, convincendoti che sia il contenuto del libro a migliorare la qualità della tua vita e non il lavoro che tu farai con quelle nuove informazioni. Indosserai così i panni del lettore – spettatore, riponendo quelli del lettore – protagonista. Sembrerà quasi sciocco dirlo ma spesso sfogliamo un libro proprio con quella errata sensazione che il solo leggerlo possa in qualche modo apportare dei cambiamenti. Non succederà mai.
Leggere significa solamente interpretare le parole, capire i concetti, in sostanza acquisire nuove informazioni. Se tuttavia decidessimo di saltare la fase successiva che possiamo riassumere con “Azione”, potremmo riempire inutilmente di libri tutti i nostri scaffali.
Dal momento che è molto importante il modo con cui parliamo a noi stessi ecco come possiamo riformulare quel pensiero.
“Vediamo in che modo posso sfruttare questo libro per migliorare la qualità della mia vita.” Questo è il giusto approccio alle pagine di un buon libro di crescita personale. (In questo link trovi, divisi per argomento, i libri migliori tra quelli che ho letto)
Nella frase sopra citata si sottintende “in che modo” posso raggiungere l’obiettivo che mi sono posto. Come vedi l’unico dubbio concesso da questa frase risiede nelle modalità con cui raggiungeremo la nostra meta. La raggiungeremo di sicuro dobbiamo solo capire come, in che modo appunto.
3) La Dipendenza e le bufale nei Corsi di Crescita Personale
Ho sempre trovato i Corsi di Crescita Personale un ottimo strumento per entrare in contatto con persone di grande esperienza e conoscenza. Come in tutte le cose ce ne sono di “buoni” e di “poco buoni”.
A volte ho sentito raccontare da formatori, compresi quelli molto famosi, alcune bufale, dispensate ai partecipanti come incredibili verità. Ve ne riporto giuste alcune per solleticare la vostra curiosità e ricordare di non prendere mai per buono tutto ciò che ascoltiamo: sviluppiamo il nostro pensiero critico.
a) Lui non lo sa e vola lo stesso
Il formatore dal palco: “La struttura alare del bombo, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.”
Le persone in sala ammutoliscono nell’udire quell’incredibile e inattesa verità. Parte subito un fragoroso applauso. Mentre il rumore si affievolisce si riescono ad afferrare alcune frasi.
“Dai, incredibile! Ti rendi conto?”
“Il pericolo delle credenze limitanti!”
“E’ proprio vero, volere è potere”
“Basta credere in sé stessi per ottenere ciò che vogliamo.”
Sarai d’accordo con me che si tratta senz’ombra di dubbio di un’affermazione molto forte che motiva, che spinge le persone a credere che “se vogliamo possiamo”. Ma… se non fosse vera?
Alcuni in sala (si contano sulle dita di una mano… aihmè), cominciano ad osservare intorno la reazione inattesa di tutti gli altri. Nel loro sguardo infatti traspare il dubbio: “A me sembra molto strano. Sarà davvero possibile una cosa del genere?”
La spiegazione del perché il bombo vola è molto semplice: le leggi della fisica lo consentono. Nessuna magia quindi, nessuna forza di volontà e niente superamento delle credenze limitanti: vola perché PUÒ volare. Tutto qua ma siccome nel 1934 un entomologo scrisse che applicando le leggi (di allora) sulla resistenza dell’aria, il loro volo non era spiegabile, ci ritroviamo a distanza di 82 anni a fingere di non conoscere la verità perché in alcune circostanze può fare purtroppo comodo.
b) 60 parole per dire neve
L’oratore stava affrontando l’argomento “Linguaggio” e soffermandosi sull’importanza delle parole nella comunicazione esortava il pubblico ad ampliare il proprio vocabolario. La percezione del mondo che ci circonda è infatti fortemente influenzata dalle strutture linguistiche usate per descriverla. Allora perché usare solo alcune parole, alcuni colori quando possiamo attingere a tutte le sfumature che vogliamo per dipingere la realtà?
Niente di più vero ma fino a un certo punto…
“Lo sapete che gli eschimesi hanno 60 parole per dire neve?” (In alcuni corsi si può arrivare anche a 90)
“Per loro è così importante la neve che hanno decine e decine di sfumature per rappresentarla.”
Stupore in aula.
Anche qui si tratta di un tentativo, pure mal riuscito, di modificare la realtà, utilizzato al solo scopo di stupire il proprio pubblico.
Gli Inuit e Yupik, le principali etnie che definiamo come eschimesi, utilizzano lingue definite polisintetiche. Si tratta di lingue le cui parole tendono a corrispondere molto spesso a ciò che nelle altre lingue viene indicato con frasi intere. Hai già capito dove sta l’inghippo.
C’è la neve che sta cadendo, la neve che segna il passaggio dalla cattiva alla bella stagione, la neve soffice sulla quale è difficoltoso il cammino perché tende a sprofondare, ci sono i cumuli di neve morbida, la neve ghiacciata, la neve sciolta che si è poi nuovamente congelata, c’è quella fine e ghiacciata trasportata dal vento, ecc. Nella loro lingua si riesce a formare un’unica “parola” per esprimere ognuno di questi concetti ed il motivo è semplicemente dato dal fatto che le loro parole sono date dall’unione di più elementi, di più parole.
Posso capire che queste sfumature non siano a conoscenza di tutti ma quando ti trovi davanti a formatori di livello internazionale, che sanno bene queste cose, ti chiedi perché debbano forzare la mano consapevolmente su inesattezze al solo scopo di rafforzare certi concetti.
E’ concesso dire una “falsa verità” per stupire gli astanti?
Io dico di no. Il mondo della Crescita Personale è stupefacente di per sé e non ha bisogno di questo.
c) Firewalking… la scienza non riesce a spigare come sia possibile
Conosciamo tutti la camminata sui carboni ardenti resa famosa molti anni addietro dalla TV con Mino D’Amato e Giucas Casella.
Mi permetto di dare una breve spiegazione, non di cosa sia il firewalking, ma di cosa rappresenti.
Per chi non si è cimentato nell’impresa si presta senz’ombra di dubbio a essere visto, passami il termine, come “un’americanata”, un gesto goliardico, quasi da sbruffoni che niente ha a che fare con la crescita personale e la cui utilità è pari a zero o è davvero discutibile.
In effetti potremmo chiederci: “Camminare sulla carbonella a cosa potrebbe mai servirmi nella vita di tutti giorni? Cosa debbo dimostrare e a chi?”
Il significato invece è molto profondo. Il fuoco rappresenta da sempre l’elemento che più di ogni altro genera grande terrore nell’uomo e in ogni essere vivente. Il fuoco brucia, distrugge e annienta ogni cosa. Tutti abbiamo paura del fuoco perché ne conosciamo le conseguenze. E’ una paura che ci immobilizza, che toglie il respiro, che non possiamo e non vogliamo affrontare.
Il firewalking ha uno scopo ben preciso, quello di aiutarci a gestire i nostri stati d’animo e a fronteggiare con determinazione ciò che riteniamo erroneamente impossibile. Come vedi la camminata sui carboni ardenti è una potente metafora di come possiamo affrontare con determinazione gli ostacoli e i problemi della vita. Significa riuscire a superare i propri limiti e non intendo, come alcuni personaggi vorrebbero farci credere, quelli della fisica ma quelli che noi ci siamo dati. Superare questi limiti genera grande fiducia nelle nostre capacità e questo è un aspetto molto rilevante per affrontare e superare ogni problema.
La temperatura dei carboni ardenti utilizzata durante queste cosiddette prove speciali è di circa 600°. Si parla quindi di temperature che trasformerebbero i nostri piedi nudi in carne alla griglia in un secondo, figuriamoci camminarci sopra per alcuni metri: impossibile.
Ed è qui che ad un corso il formatore, mentre preparava i partecipanti ad affrontare la prova, volle sottolineare come l’energia del corpo e della mente potessero “controbilanciare” tali temperature e consentirci di attraversare il percorso indenni. “La scienza non è in grado di spiegare come sia possibile tutto questo.” conclude il formatore dal palco. Niente di più falso.
Stanno davvero così le cose? La nostra “energia”, di cui tra l’altro, non ho mai capito chiaramente quale sia il preciso significato, può davvero permetterci di fare una cosa del genere? E’ davvero possibile resistere ed annullare in qualche modo quei 600° dei carboni ardenti attraverso il combinato “energia della mente e del corpo”?
Pensaci un attimo. Questo combinato lo possiamo etichettare come una verità oppure un’incredibile stupidaggine? Direi quest’ ultima.
Possiamo camminare sui carboni ardenti per alcuni metri semplicemente perché la fisica ce lo consente. Nessuna magia e men che meno strane energie.
Prova ad immaginare cosa succederebbe se camminassimo anche solo ad un terzo di queste temperature su una lastra di metallo. Immagini la scena? Non appena poggi il piede rimarresti attaccato alla lastra. Com’è possibile allora che sui carboni ardenti non succeda niente del genere?
Ti faccio un esempio molto più concreto, quando prepari un dolce nel forno di casa se metti la mano nel forno senza toccare la teglia o altri parti metalliche non ti bruci. E’ strano però se ci pensi perché sia la temperatura della teglia sia quella dell’aria all’interno del forno sono identiche: diciamo entrambe a 180°. Perché allora la teglia brucia assai e l’aria no? Il mistero s’infittisce.
La spiegazione è molto semplice: l’aria, così come la brace è un cattivo conduttore di calore con una bassa capacità termica. Tornando quindi alla nostra camminata sui carboni ardenti significa che nel momento in cui il piede tocca velocemente le braci queste si raffreddano più velocemente di quanto il piede si riscaldi. Non solo, la superficie del carbone è irregolare per cui il contatto con il piede avviene solo in alcuni punti e non su tutta la superficie. Se poi aggiungiamo che il nostro corpo è un ottimo conduttore di calore tutto diventa più chiaro.
Significa allora che è tutta una grande mistificazione? Assolutamente no. Il significato e la metafora del firewalking rimangono valide e sono un modo incredibilmente efficace per ricordare a noi stessi ciò che possiamo fare e quante volte invece tendiamo a desistere perché convinti di non farcela.
Prova ad immaginare di trovarti davanti a 6 metri di carboni accesi. Il loro calore si sente persino da alcuni metri di stanza. Il loro colore, quel rosso rubino, non dà adito a dubbi: la temperatura è elevatissima. E’ proprio lì, in quel momento, mentre osservi la meta dall’altra parte del percorso, che devi gestire lo stato d’animo della paura, cercando di sfruttarla anziché subirla.
Ben vengano quindi queste prove speciali per forgiare (non ho trovato un termine migliore) le nostre capacità ma smettiamola di addurre spiegazioni magiche o basate sul controllo della mente sulla materia. Perché? Semplicemente non ce né affatto bisogno.
d) Non esistono segreti
Il titolo di questo paragrafo dice tutto: non esistono segreti nella Crescita Personale!
A volte capita invece di ascoltare metodi di miglioramento dai nomi altisonanti, spesso in inglese perché fa ancora più “figo”, evocando improbabili energie. E più sono articolate e complesse più sembrano funzionali. E tu sei lì ad ascoltare il personaggio di turno che ti propina con dovizia di particolari queste informazioni così preziose centellinandole sapientemente.
Parlare di argomenti non conosciuti è infatti un’ottima attività di marketing perché ciò che è avvolto dal mistero e dal segreto ha un fascino innegabile a cui è difficile resistere. Pensare di poter essere tra le poche persone ad entrare in contatto con tale segreto risulta irresistibile.
Se ti trovi in situazioni del genere sei finito in un bel “corso-sòla” e la cosa migliore è prenderne le distanze.
e) Indipendenza o… dipendenza?
Lo scopo dei corsi è quello di aumentare il nostro benessere attraverso lo sviluppo della nostra indipendenza.
A volte il corso di crescita personale anziché aumentare la tua indipendenza verso quel miglioramento a cui stai puntando può generare un effetto diametralmente opposto: quello di divenirne dipendente.
I corsi ben strutturati e organizzati generano infatti forti emozioni e l’entusiasmo e la motivazione toccano altissimi livelli. Insomma ti fanno stare davvero bene. Tutto questo è senz’ombra di dubbio il modo migliore per sentirsi coinvolti in prima persona e apprendere e comprendere al meglio le informazioni.
Cosa può succedere però nel momento in cui torni al tuo solito tra-tran quotidiano? Puoi cominciare a mettere in pratica da subito quanto acquisito oppure, inghiottito dal vortice delle maledette abitudini, riprendi a fare esattamente le stesse cose di prima. In quest’ultimo caso la frustrazione nel non vedere miglioramento alcuno e la voglia di rivivere quelle belle emozioni ti porterà ad aggrapparti ad un pensiero: “Farò un nuovo corso e questa volta me lo sento, sarà quello definitivo!” e così facendo ti iscriverai nuovamente. Attenzione però perché può divenire un brutto circolo vizioso.
Partecipa a tutti i corsi che ritieni opportuno ma non fare MAI l’errore di divenirne dipendente. Anche il miglior corso rimane sempre e comunque uno strumento e per quanto si voglia a volte che funzionasse diversamente, dobbiamo essere consapevoli che TUTTO dipende da NOI e dalle nostre scelte. Il che se ci pensi bene non è affatto un aspetto negativo ma un preziosissimo, immenso valore aggiunto. Se continui a frequentare corsi in attesa di “quello giusto” devi fermarti un attimo e chiederti se le tue aspettative sui corsi non siano troppo lontane dalla realtà. Non potrai mai imparare alcunché per… osmosi e non potrai apportare alcun miglioramento alla tua vita se non comincerai a trasformare in azione le nuove conoscenze.
Concludendo
Ho voluto condividere con te alcuni aspetti relativi al mondo della Crescita Personale, mondo non sempre esente da “squali” e “bufale”.
Sviluppa invece, ogni giorno, il tuo pensiero critico perché è il modo migliore per stare alla larga dal Lato Oscuro della Crescita Personale.
Quali sono state le tue esperienze in merito? Fammelo sapere qua sotto nell’area dei commenti.
Articolo Il lato oscuro della crescita personale – Immagini di pubblico dominio
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Bell’articolo, come sei solito fare.
Sei l’unico finora (in questi pochi anni in cui mi sono avvicinato a questo tipo di letture) ad aver sottolineato tali aspetti, che sembrano evidenti ma di cui nessun “maestro” di crescita personale è disposto a parlare
Ciao Matteo e grazie davvero per il tuo riscontro.
Purtroppo hai ragione tu, nessun maestro, coach e guru affronterebbe questi argomenti e i pericoli nascosti… fortunatamente io non sono niente di tutto ciò e posso quindi farlo 🙂
È proprio così Marco, il Dio denaro trasforma formatori in Re del marketing. Dopo un’infarinatura iniziale (che tuttavia consiglio) l’ideale sarebbe quello di staccarsi dalla realtà italiana/americana e seguire veri maestri, coloro che consapevolezza e valori non li insegnano ma li posseggono.
In ballo ci sono moltissimi soldi e anche… il benessere e la felicità delle persone. Come ho scritto sono assolutamente favorevole ai corsi tenuti da veri professionisti ma dobbiamo fare attenzione a non divenirne dipendenti.
Il corso è una sorta di “cassetta degli attrezzi”: la porti a casa e cominci a rovistare dentro. Prendi tutto ciò che ti può essere utile e cominci a muoverti verso il tuo obiettivo. L’errore che facciamo è quello di cominciare a comprare numerose “cassette degli attrezzi” con l’illusione che il solo fatto di averle acquistate possa esserci d’aiuto.
I corsi di Crescita Personale funzionano esattamente così: partecipare e basta servirà sempre a poco se poi non trasformiamo in azione le nuove conoscenze.
Grazie Daniel del commento. A presto!
Complimenti per l’articolo, soprattutto per aver spiegato alcune cose come il volo del bombo, la parola neve e la camminata sui carboni ardenti
Ciao Pierfilippo, sono alcune delle bufale che ho sentito in alcuni corsi. Sono esempi concreti di come la verità possa essere fortemente distorta a proprio piacimento e per il proprio tornaconto.
Fortunatamente possiamo sempre sviluppare la nostra curiosità e il nostro pensiero critico per non accontentarsi delle “verità” altrui… facciamoci sopra almeno un paio di ragionamenti 🙂
Grazie!
Grazie Marco perché con questo articolo ci aiuti a tenere gli occhi aperti. Hai spiegato benissimo i “tranelli” nei quali possiamo finire senza neppure accorgercene.
Ciao Gianluca, ho voluto condividere con voi alcuni aspetti della Crescita Personale poco conosciuti (e alcuni anche poco “nobili”) e che invece è bene sapere.
Mi fa piacere che tu abbia trovato l’articolo utile.
Ti ringrazio per aver lasciato il tuo commento.
A presto!
Attraverso il campo della crescita personale puoi parlare in pubblico con scioltezza, puoi superare una fobia, puoi smettere di provare sensi di colpa ma non ti permette di possedere vera Libertà, non sei oltre la mente, non sei fuori dalla sofferenza, non ottieni il totale controllo della tua mente. Migliora la tua personalità ma non ti permette di scoprire chi sei veramente. Ha dei pregi e dei difetti. Invece qualcosa di davvero rivoluzionario è quello di imparare ad osservare i propri pensieri all’azione, senza identificarci con loro.
Ciao Danilo,
il concetto espresso nella tua ultima frase mi interessa molto. Potresti argomentarlo meglio o suggerirmi dei testi/video/articoli nei quali si tratta l’argomento?
Forse ti riferisci forse al pensiero collettivo? Cioè al fatto che quando ti vengono in mente pensieri all’improvviso che non c’entrano nulla con quello che stai facendo questi non sono “tuoi” ma potrebbero appartenere ad altre persone e alle esperienze delle generazioni passate?
Ciao Daniel,
mi riferisco ad un concetto molto più ampio. Se comandi al tuo braccio di alzarsi, ti segue. Se comandi alla mente di smetterla di pensare, no. La mente ci comanda, fa letteralmente quello che vuole.Quando arrivi sul pianeta ti serve un apparato psicofisico per poter interagire con l’ambiente esterno ma il problema è che ti ci identifichi. Cioè credi di essere il tuo corpo e credi di essere tu la voce che senti nella testa. E’ come se uno scienziato credesse di essere le pinze che usa!!!.Quindi i desideri passeggeri del tuo corpo diventano anche i tuoi. Si pensa che sputare a terra, picchiare qualcuno, andare a mare ai caraibi sia libertà ma invece è schiavitu’ rispetto ai desideri condizionati dell’apparato psico-fisico di cui sei ospite. Tutti gli organi hanno una funzione, e la mente pensa ma non per questo bisogna ascoltare ciò che dice. Se fai una doccia non dovresti ascoltare nessun dialogo interno ma dovresti semplicemente ascoltare le sensazione che ti dona il fare la doccia. Bisogna osservare con attenzione tutto ciò che la mente fa, senza giudicare, indipendentemente se emana pensieri negativi, di suicidio, di violenza o pensieri di successo. Tramite l’osservazione prendi distacco dal contenuto della mente e senti perfettamente che tu non sei i tuoi pensieri. La mente umana proietta continuamente pensieri sul passato o sul futuro, ma visto che non esistono quando una persona è identificata con quei pensieri non sta forse vivendo in una illusione?…E’ una rapina a mente armata 🙂
Ti consiglio i libri di Salvatore Brizzi (il libro di “Draco Daatson” e “Risveglio” su tutti).
Dai un occhiata al mio ebook:”http://drittoallameta.it/prodotti/”
e al libro di Dan milmann:”La via del guerriero di Pace”….spero di averti risposto se non è così scrivimi un email: [email protected]
ti ringrazio per la spiegazione leggerò i libri da te suggeriti!
Ciao Marco, complimenti per il tuo articolo. Sono una sostenitrice dei corsi di formazione personale. Io sono grata a me stessa di aver scelto di intraprendere questo lato oscuro della crescita; oggi sono quello che sono grazie ai corsi.
Sono tornata da 15gg da un corso straordinario durato 6 giorni, dove oltre al formatore di base era ricco di altri Formatori con la F maiuscola.
Sono dell’idea che frequentare corsi senza esserne dipendenti è un po’ difficile, ciò avviene perchè comunque si creano legami con le persone che lo frequentano, a volte nascono amicizie e anche qualcosa di più.
Tornando alla praticità del corso penso sia comunque una sete di saperne sempre di più per migliorarmi perchè apprendere tutto nello stesso corso o libro non è possibile.
Poi ci sono i corsi che frequentandoli abitualmente come leggere i blog settimanalmente ti aiutano a mantenere la giusta rotta verso i propri obiettivi.
Ciao Marta e grazie del tuo commento che mi permette di sottolineare quanto già scritto nell’articolo.
Trovo i corsi di crescita personale e i corsi in generale, un ottimo strumento per migliorare. Te lo dico in qualità di partecipante e di formatore (Per alcuni anni mi sono occupato di formazione del personale).
Da questo punto di vista siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Per quanto riguarda invece la dipendenza non sono d’accordo e ti spiego perché. Il termine dipendenza ha un significato ben preciso ed è “l’impossibilità o l’incapacità di essere autonomi”. Io voglio essere autonomo e cerco proprio nella crescita personale ulteriori strumenti per esserlo. Se la Crescita Personale che sto seguendo mi porta ad essere invece dipendente da qualcuno o da qualcosa allora per me è sbagliato perché è l’esatto opposto di ciò che lo sviluppo personale dovrebbe aiutarmi a raggiungere.
Durante un corso è facile che si creino nuovi rapporti e nuovi amicizie e questo lo trovo un ulteriore valore aggiunto ma non possono essere queste una forma di dipendenza. L’amicizia è un legame speciale tra le persone che si basa sull’affinità di sentimenti e sulla stima reciproca. L’amicizia non riesco a vederla come un legame di dipendenza perché se così fosse non sarebbe amicizia ma subordinazione.
Come ho scritto nell’articolo facciamo tutti i corsi che vogliamo e che riteniamo utili ma non facciamo l’errore di divenirne dipendenti.
Cosa ne pensi?
Marco
Marco ho “usato” la parola dipendenza nel modo sbagliato. Era solo per rafforzare alcuni aspetti di nuove amicizie, legami lavorativi e affettivi. Poi uno entra in un corso di formazione per un motivo, ad esempio la gestione del tempo e si rende conto che in realtà non ha bisogno di “organizzarsi” ma che se impara meglio il suo inglese perde meno tempo nel compilare documenti…esempi… Grazie a presto
Visto che la nostra amicizia è nata proprio in un corso di formazione dico senz’ombra di dubbio che sono sicuramente un ottimo strumento per entrare in contatto con potenziali nuovi amici, imprenditori, professionisti, ecc…
E da cosa nasce cosa.
Ciao Marco, ti ho conosciuto solo adesso leggendo il bellissimo articolo. Finalmente qualcuno che mette in ridicolo la storia del calabrone! Infatti, mi sono sempre chiesto…se le leggi fisiche non gli permettono di volare. e vola…la stessa cosa non vale per la formica o altri animali?
Stessa cosa per il firewalking, da mago prestigiatore dilettante che sono ho approfondito queste cose. E’ un pò come camminare sui cocci di bottiglia: i cocci di bottiglia verde non tagliano! Semplice!
Sono un pò più critico sulla faccenda della lingua, tra l’altro gli eschimesi hanno circa 17 modi per esprimere il concetto di neve e non 60. Penso che sia vero il fatto che avendo molta dimestichezza con la neve abbiano differenti modi per etichettarla, ma questo vale per qualsiasi campo specialistico, noi chiamiamo scarafaggio quello che un entomologo chiamerebbe con centinaia di nomi differenti!
Ho fatto diversi corsi con “ipocriti” di cui ovviante non faccio nomi e ora voglio approcciarmi alla formazione con senso critico. Un’altra cosa assurda, forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è che esprimessero una loro teoria psicologica sul comportamento facendola passare come unica teoria possibile e accettabile!
Un’ultima cosa: se vuoi fare lo psicologo mi permetti di dire che dovresti sapere a grandi linee chi siano Freud, Jung e aver letto qualche libro? Se vuoi parlare di filosofia del linguaggio non dovresti magari conoscere Wittgenstein o Russel? Non basta aver visto il corso di T.Robbins! Dai!
Comunque complimenti Marco!
A presto!
Ciao Bob grazie per aver lasciato il tuo commento, mi fa piacere che ti sia piaciuto l’articolo.
Quando si partecipa a dei corsi si ha un po’ la tendenza ad ascoltare l’oratore mettendo da parte il nostro senso critico. La motivazione è ben comprensibile: partecipo a un corso tenuto da qualcuno che ne sa più di me. Ecco che si è portati ad accettare quello che viene detto quasi fosse un dogma.
Alleniamo invece sempre il nostro pensiero critico, non accontentiamoci delle “verità altrui”.
A presto e spero di leggere altri tuoi interessantissimi commenti sul blog.
Grazie