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Bias Cognitivi: ecco di chi è la colpa!

Bias Cognitivi - UYM

Ben venuto nell’affascinate mondo dei Bias Cognitivi!

“Penso, dunque sono” diceva Cartesio per esprimere la certezza indubitabile che l’uomo ha di sé in quanto soggetto pensante.

Cartesio però non conosceva i Bias Cognitivi e di come le nostre decisioni che riteniamo razionali sono spesso illogiche.

Benvenuto nel mondo dei Bias Cognitivi: scorciatoie mentali che a tua insaputa ti stanno incasinando la vita.

Gli Errori Cognitivi

Ogni giorno prendi centinaia di decisioni razionali… o per lo meno così credi. Queste decisioni infatti sono spesso condizionate da preconcetti che non necessariamente sono collegati tra loro in maniera logica. Se le scelte razionali che prendi partono da presupposti sbagliati quali risultati potrai mai ottenere?

Tutto questo succede ogni giorno ed è un processo così naturale e radicato che difficilmente ce ne accorgiamo. Queste decisioni vengono prese in economia sfruttando delle comodissime scorciatoie mentali che, se a volte sono efficienti, altre volte non lo sono affatto! Questo processo di semplificazione, basandosi su pregiudizi e su percezioni errate della realtà, genera risultati catastrofici. I bias cognitivi sono quindi delle distorsioni nelle nostre valutazioni causate da una qualunque forma di pregiudizio e interferiscono nella formazione dei nostri giudizi, delle nostre opinioni e in ultima analisi sulle nostre scelte.

 

La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre. (A.Einstein) Click to Tweet

 

I Bias Cognitivi

Se l’Homo Sapiens si fosse fermato anche per un solo istante a calcolare il tempo necessario al leone per saltargli addosso ci saremmo estinti molto tempo fa.

Ecco che le decisioni, per motivi di forza maggiore, dovevano essere prese in tempi molto rapidi: l’uomo sfruttava l’istinto per interpretare la realtà e decidere.

Oggigiorno nonostante non ci siano animali feroci fuori dalla porta utilizziamo costantemente queste scorciatoie mentali che ci consentono di prendere quelle che vengono definite decisioni euristiche.

I Bias Cognitivi ne fanno parte e sono delle scorciatoie mentali che ci consentono di interpretare velocemente il mondo, le persone che ci circondano e decidere di conseguenza.

Queste scorciatoie funzionano molto bene nella maggior parte dei casi consentendoci di far lavorare il nostro cervello in economia e in maniera efficace: molte informazioni considerate superflue o non rilevanti vengono così scartate.

Questo modo di agire è al contempo un punto di forza ma anche un punto di debolezza, specialmente in quelle situazioni che richiedono maggiore ponderazione.

In questi casi infatti queste scorciatoie mentali ci portano a conclusioni decisamente errate e a risultati pessimi.

Questi errori cognitivi influenzano in maniera decisiva le nostre scelte e ciò che li rende pericolosi è che non sono errori occasionali ma sistematici. Non solo, queste scorciatoie operano in maniera automatica (sì hai letto bene) per cui siamo convinti di aver fatto una scelta razionale ed invece per niente logica.

Credi di aver fatto una scelta razionale ed invece non è affatto logica: benvenuto nel mondo dei Bias Cognitivi.

 

Ecco i 20 Bias Cognitivi che entrano in gioco ogni giorno, t’incasinano la vita e tu non lo sai neppure.

 

I 20 Bias Cognitivi che t’incasinano la vita

Bias Cognitivi - Pregiudizio - UYM

Bias Cognitivi – Pregiudizio – UYM

1) Bias Cognitivi – Pregiudizio di conferma (confirmation bias)

Si tratta della tendenza a cercare conferma delle proprie convinzioni e a non considerare quelle che invece le contraddicono. Ogni giorno valorizziamo e facciamo caso solo a ciò in cui crediamo. Motivo? Trovare conferma all’esterno di ciò in cui crediamo ci fa stare bene, ci fornisce sicurezza e accresce la nostra autostima.

A tutti piace sapere di aver ragione e tutto ciò che non va in questa direzione è un ostacolo al nostro benessere. Pensa a quante volte due persone arrivano ai ferri corti solo per cercare d’imporre il proprio punto di vista all’altro.

Un altro aspetto da tenere bene in considerazione è che l’insieme di tutte le nostre credenze, che scambiamo per certezze, non è altro che la nostra identità.

Noi siamo ciò che crediamo e se ci togliessero queste certezze cosa rimarrebbe di noi? Niente. Ecco il motivo per cui questi Bias cognitivi sono molto potenti: chi non la pensa come noi minaccia la nostra visione del mondo. Come tutti i bias cognitivi è importante ricordare che ognuno di queste distorsioni lavora a livelli molto profondi della nostra mente, a tal punto da non essere accessibili alla nostra coscienza consapevole.

 

2) Bias Cognitivi – Supporto della scelta (choice-supportive bias)

Capita di prendere decisioni continuamente e ogni volta che lo facciamo tendiamo a sopravvalutare i benefici ricavati dalle nostre scelte. Questi bias cognitivi entrano in gioco anche quando prendiamo decisioni impulsive o che si basano su scarse informazioni.

In questi casi i risultati che ne conseguono sono discutibili… se non che il bias di supporto alla scelta entra in gioco e ci fa sopravvalutare ciò che abbiamo ottenuto.

Questo fenomeno è strettamente legato ad un processo denominato “Attribuzione del credito” che rafforza solamente ciò che ci ha portato ad una ricompensa, grande  o piccola che sia.

Questo consolidamento tende così a sfalsare quelli che sono stati gli effettivi benefici.

Il ricordo di scelte effettuate in passato è migliore del ricordo delle possibilità che abbiamo invece scartato. La nostra mente tende a conservare ogni ricordo positivo della scelta effettuata andando così a supportare la decisione presa.

I ricordi negativi vengono invece abilmente accantonati anche perché se così non fosse la nostra scelta tanto ragionevole non sarebbe più tale.

 

3) Bias Cognitivi – Effetto carrozzone (bandwagon bias)

Bias Cognitivi - Bandwagon Bias - UYM

Bias Cognitivi – Bandwagon Bias – UYM

In Inglese si usa il termine “jump on the bandwagon”. Salire sul carro della banda musicale rappresenta un modo efficace per distinguersi dalla massa e godersi un’esperienza privilegiata della parata.

Salire sopra però significa abbandonare i propri valori adattandosi a quelli altrui al fine di condividere il successo collettivo.

Questi bias cognitivi, che hanno sicuramente una connotazione negativa, rappresentano la tendenza delle persone a credere in ciò che la maggior parte della gente crede. La stragrande maggioranza delle persone sente infatti il bisogno di omologarsi perché così facendo si sente parte integrante di un gruppo.

In questo caso i nostri schemi comportamentali vengono influenzati da ciò che pensa o fa la maggioranza delle persone. I nostri schemi di pensiero non si basano su dati oggettivi, non sono la conseguenza di nostre valutazioni.

L’effetto carrozzone lo possiamo riassumere con la frase: “siamo dei pecoroni”. Il gregge non ci mette al riparo dai lupi… ehm dagli errori.

 

4) Bias Cognitivi – Fallacia dello scommettitore (gambler’s fallacy)

Tra i vari bias cognitivi questo riguarda un errore logico. Si tratta della convinzione che la probabilità che accada un certo evento casuale sia influenzata dagli eventi accaduti in precedenza, anch’essi casuali.

  • Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
  • Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
  • Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;
  • Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;

In questa tipologia di bias cognitivi si cerca quindi di attribuire uno schema di collegamento tra eventi che sono invece dominati interamente dal caso. Ecco che si sviluppa la credenza che eventi passati casuali abbiano influenza su quegli futuri.

Come puoi immaginare questo tipo di pensiero irrazionale che consideriamo invece logico ci porta a prendere decisioni piuttosto che altre. La teoria delle probabilità ci ricorda infatti che gli eventi casuali hanno “mancanza di memoria”.

Gli eventi considerati infatti non tengono traccia di ciò che è successo nel passato. Tra questi eventi casuali non c’è quindi alcuna correlazione anche se noi cerchiamo di attribuirgliela

Lancio in aria una moneta e per 5 volte ottengo sempre testa. Al sesto lancio su cosa punteresti? Testa o croce? Siamo portati a scegliere croce ma è irrazionale dal momento che le probabilità che esca testa o croce sono sempre del 50%, indipendentemente dal numero di lanci che facciamo.

E come se ti dicessi : “Ieri ho tamponato una macchina. Oggi è impossibile che possa succedere di nuovo.”  Tieni gli occhi aperti che è meglio. 😉

Il gioco del Lotto è un classico esempio di questi bias cognitivi. Il tentativo di giocare determinati numeri basandoci sui ritardi nelle uscite ne è la pratica dimostrazione. Il metodo sarebbe valido se i numeri che escono venissero tolti dalla successiva estrazione. Non è così.

Ogni nuova estrazione ricomincia da capo per cui le probabilità di uscita sono sempre le stesse.

Il fatto che si creda alla teoria dei ritardi non facilita l’estrazione dei numeri attesi. 🙂

 

5) Bias Cognitivi – Favoritismo di Gruppo (in-group bias)

Bias Cognitivi - Favoritismo di gruppo - UYM

Bias Cognitivi – Favoritismo di gruppo – UYM

Si tende a favorire persone che appartengono al nostro stesso gruppo, quale che sia. Questo atteggiamento coinvolge anche tutte quelle caratteristiche che ci consentono di “distinguere gli amici dai nemici”: il modo di vestire, i tratti somatici, la lingua, ecc.

Qualunque caratteristica che possa sancire il confine tra chi sta dentro e chi sta fuori il gruppo.

Implicitamente e automaticamente consideriamo le persone del nostro gruppo migliori di altre anche quando le persone oggetto del nostro giudizio le conosciamo pochissimo o non le conosciamo affatto.

Questo è spiegato perché l’appartenenza a un gruppo rappresenta per ognuno un elemento molto importante per la propria identità personale.

Per difendere questa identità, strettamente collegata all’appartenenza al gruppo, si tende quindi a sopravvalutare i membri proprio per il fatto che noi stessi ne facciamo parte.

Chi sta fuori del gruppo sarà invece criticato ingiustamente.

Questa tipologia di bias cognitivi impatta in maniera molto importante sulle decisioni che prendiamo ogni giorno… anche se non ce ne rendiamo conto.

Tutto ciò che è diverso da noi o chi non la pensa come noi è “male”.

 

 

6) Bias Cognitivi – Effetto Galatea (Galatea effect)

Ricordi le Profezie Autoavveranti di cui ti ho parlato qualche settimana fa? L’effetto Galatea vi rientra a pieno titolo. Ci spiega come le credenze che abbiamo sulle nostre abilità e le aspettative sulle nostre performance influenzino in maniera significativa le performance stesse.

E’ un effetto che dovrebbe essere ben conosciuto, ad esempio, da insegnanti, genitori e datori di lavoro. Aumentare infatti le aspettative degli studenti, figli e dipendenti tende a sviluppare il loro potenziale.

Le aspettative diventano quindi anticipazioni della realtà. Si tratta di bias cognitivi affascinanti e al contempo molto pericolosi se tendiamo a subirli.

 

7) Bias Cognitivi – Il senno di poi (hindsight bias)

Bias Cognitivi - Senno di poi - UYM

Bias Cognitivi – Senno di poi – UYM

Tra le varie tipologie di bias cognitivi questo induce le persone a credere che sarebbero state in grado di far fronte a un dato evento in maniera corretta. La particolarità è che questa credenza si concretizza solo dopo che l’evento si è verificato.

Possiamo sintetizzare questo tipo di bias cognitivi con una frase, ahimè, molto comune: “Te l’avevo detto io!”

Per quanto possa sembrare persino ridicolo questo comportamento capita molto spesso. Nel momento in cui si verifica un determinato evento ci appare più probabile di quanto non sembrasse un attimo prima.

“Nella vita reale la cosa giusta non accade mai nel posto giusto nel momento giusto; è compito dello storico rimediarvi” (Mark Twain)

Hai mai fatto caso che gli atti terroristici una volta compiuti sembrano diventare tutti “annunciati”?

Nella vita privata e nel lavoro teniamo questo atteggiamento molto di più di quanto possiamo immaginare. Perché? Come in ogni bias anche questo è molto difficile intercettarlo.

“Era facile intuire che avrebbero preso quella decisione.”

“Te l’avevo detto che il prodotto non sarebbe stato accolto positivamente dal mercato.”

“L’ho sempre saputo che quel cliente non avrebbe pagato!”

Il fatto è che valutare gli eventi passati dalla posizione privilegiata del presente ci porta automaticamente a rielaborare i vecchi ragionamenti, modificandoli e integrandoli con le nuove informazioni.

 

8) Bias Cognitivi – Autossabotaggio (self-handicapping)

Bias Cognitivi - Autosabotaggio - UYM

Bias Cognitivi – Autosabotaggio – UYM

Ostacolarsi da soli è possibile? Questi bias cognitivi dicono di sì. Si tratta di una strategia difensiva che si basa su comportamenti controproducenti per il proprio obiettivo ma che in questo modo ci permettono di creare degli alibi in caso di insuccesso.

“Tanto lo sapevo che non ce l’avrei fatta.” Questa è una delle classiche frasi che utilizziamo per coccolarci nel nostro insuccesso. Non ce l’abbiamo fatta ma avevamo (ahimè) ragione.

Quando ci sentiamo inadeguati nel gestire, superare una certa situazione, mettiamo in atto comportamenti che ci danno conferma della nostra incapacità.

Ecco che lo studente anziché prepararsi per l’esame tenderà a distrarsi alla televisione e al computer, ingegnandosi a procrastinare lo studio e favorire tutti quei comportamenti difensivi volti a creare quelle condizioni capaci di favorire l’insuccesso.

“L’esame è andato male… non riuscivo a concentrarmi a causa del mal di testa.” In questo caso la prova fallita non è da ricondurre alle capacità del ragazzo ma a fattori esterni sui quali non poteva intervenire. L’autostima e l’immagine che gli altri hanno di lui è stata tutelata. L’autosabotaggio ha funzionato.

Lo schema di funzionamento è molto semplice:

  • il successo è dato da fattori interni: “E’ merito mio.”
  • l’insuccesso è la conseguenza di fattori esterni, che non sono controllabili.

Se vuoi approfondire l’argomento sugli Autosabotaggi t’invito a leggere questo articolo che tratta le bugie che ci raccontiamo ogni giorno.

 

9) Bias Cognitivi – Correlazione Illusoria (clustering illusion)

Questa tipologia di bias cognitivi ruota attorno alla convinzione che due variabili siano tra loro collegate quando in realtà non è così. Il nostro cervello in questo caso effettua un’associazione tra due eventi che in realtà non hanno alcun collegamento.

Quest’associazione ci porta così a prendere decisioni su informazioni errate. Il nostro ragionamento ci sembra perfettamente razionale ma al suo interno c’è un elemento illogico che falsa di seguito tutto il processo decisionale.

Sei all’università e incroci lungo il corridoio un uomo attempato. Lo saluti con reverenza in quanto i tuoi processi cognitivi gli attribuiscono l’etichetta di “Professore”. Ne sei sicuro?

In autobus fai caso ad una persona che sale per elemosinare qualche moneta. Il giorno dopo vieni a sapere di alcuni furti effettuati sopra gli autobus di linea. I tuoi meccanismi cognitivi ti portano ad associare i due eventi nonostante non ci sia alcun collegamento.

Quello che succede è che andiamo a collegare sistematicamente due categorie e una volta fatto classifichiamo i soggetti coinvolti che rimandano a queste categorie.

Questi bias cognitivi alimentano in maniera rilevante i nostri stereotipi sociali, i quali a loro volta ci portano a presumere un collegamento che sembra fornire prove proprio a sostegno dello stereotipo.

Facciamo quindi attenzione ai luoghi comuni e a questi bias cognitivi perché ci fanno prendere decisioni sulla base di relazioni inesistenti.

 

Bias Cognitivi - Reattanza - UYM

Bias Cognitivi – Reattanza – UYM

10)  Bias Cognitivi – Reattanza (reactance)

Si tratta di una resistenza psicologica a non eseguire ordini o consigli provenienti da persone vicine: mariti, mogli, genitori, colleghi di lavoro, ecc.

Questo meccanismo di autodifesa ha lo scopo di proteggere la propria libertà di scelta (chi ha dei figli adolescenti sa di cosa parlo) ma a volte il costo che sosteniamo è molto alto perché compiamo azioni persino controproducenti pur di proteggerla.

 

11) Bias Cognitivi –  Euristica dell’influenza (affect heuristic)

Questi bias cognitivi dimostrano come la percezione della realtà sia significativamente influenzata da ciò che desideriamo in uno specifico momento. Hai messo gli occhi su un nuovo modello di auto che vuoi comprare?

Da quel momento vedrai quella macchina ovunque.

E’ un effetto che influenza in maniera significativa la percezione della realtà in quanto cominciamo a notare eventi a cui prima non facevamo caso.

La nostra maggior attenzione ci fa credere erroneamente che accadano più spesso. Come vedi la percezione della realtà è significativamente diversa da soggetto a soggetto e per quanto la realtà sia oggettiva nel momento in cui viene elaborata diventa soggettiva. Ti consiglio di leggere questo articolo sul Sistema di Attivazione Reticolare.

“La mente vede quello che sceglie di vedere”

 

12) Bias Cognitivi – Effetto Priming (priming effect)

Questo meccanismo si basa su un processo inconscio per il quale l’esposizione a uno stimolo influenza la risposta a stimoli successivi.  L’effetto priming è una conseguenza dell’evoluzione e il suo scopo infatti è quello di migliorare l’efficienza con cui interagiamo con il mondo esterno.

Nel momento in cui uno specifico stimolo si ripresenta richiama automaticamente tutte le sensazioni a esso abbinate, negative o positive che siano. Affascinante… se non generasse importanti interferenze sui nostri processi decisionali.

Quello che succede infatti dal punto di vista neurologico è che il gruppo di neuroni stimolati invia un segnale che si propaga immediatamente a tutti i contenuti ad esso associati.

Queste informazioni vengono così portate alla luce all’istante e con prepotenza vanno a sovrastare qualsiasi altra informazione.

A questo punto possiamo chiederci se le nostre decisioni sono davvero il frutto di processi decisionali consapevoli o meno. L’effetto priming infatti altera i nostri giudizi e le scelte che facciamo.

Per darti un’idea del potere di questi bias cognitivi ti riporto di seguito un esperimento che lessi tempo fa su una rivista.

All’Università di Yale i soggetti dello studio vennero fatti accomodare in una stanza dove si trovava uno sconosciuto. Questo signore teneva un libro ed un tazzina di caffè. A volte la tazzina conteneva caffè caldo, altre volte freddo.

Venne chiesto ai soggetti coinvolti di reggere in mano la tazzina per alcuni istanti. Fatto questo venne fornito ai volontari il profilo di una persona e ognuno dovette valutare le sue caratteristiche ed esprimersi in merito.

Come puoi vedere i volontari furono quindi coinvolti in due test separati che niente avevano in comune… o così sembrerebbe.

I risultati furono invece sconcertanti: la maggioranza di coloro che aveva sorretto la tazzina di caffè calda espresse un giudizio positivo, coloro che avevano invece tenuto in mano la tazzina di caffè freddo espressero giudizi per la maggior parte negativi.

L’effetto priming aveva attivato inconsapevolmente altri concetti, alterando il pensiero e il giudizio.

 

13) Bias Cognitivi – Ancoraggio (anchoring bias)

Si parla di bias cognitivi d’ancoraggio perché si tende a definire un punto di partenza e in base a questo facciamo determinate valutazioni, confronti ed esprimiamo così il nostro giudizio. Quando acquistiamo qualcosa, ad esempio, cadiamo nell’effetto ancoraggio: il primo prezzo che vediamo diventa il punto di riferimento per valutare tutte le altre proposte.

Questo succede perché nel dubbio di cosa decidere tendiamo a ridurre questa condizione “ancorandosi” ad un punto di riferimento stabile che, fornendoci maggiore certezza, diventa il caposaldo per operare tutte le valutazioni del caso e arrivare così alla decisione finale.

Dan Ariely, George Loewenstein e Drazen Prelec efftuarono nel 2003 un test il cui esito ci lascia sicuramente impressionati sul potere di questo bias.

Le persone coinvolte dopo aver visionato la propria tessera sanitaria dovevano indicare l’importo massimo che avrebbero speso per acquistare alcuni oggetti (bottiglie di vino, confezioni di cioccolatini, ecc.).

Le cifre indicate dai soggetti erano diverse tra loro, tutte però strettamente legate alle ultime due cifre riportate sulla propria tessera sanitaria. Capito cosa succedeva? Gli ultimi numeri della tessera sanitaria diventavano inconsciamente un punto di riferimento per le valutazioni successive. Tutte le offerte effettuate dai soggetti rimanevano coerenti per l’intera seduta sperimentale.

 

14) Bias Cognitivi – Razionalizzazione post-acquisto

Probabilmente ti sarà successo di aver comprato qualcosa… accorgendoti a posteriori di aver fatto un acquisto inutile. 😉

Questi bias cognitivi sono meccanismi inconsci che ci vengono in aiuto per razionalizzare la decisione illogica appena compiuta. Questo meccanismo scaturisce dalla necessità che ognuno di noi ha di rimanere coerente con se stesso e con le proprie azioni evitando uno stato di dissonanza cognitiva.

Abbiamo bisogno di giustificare i nostri acquisti anche se inutili e insensati.

 

15) Bias Cognitivi – Negligenza di probabilità

Questa tipologia di bias cognitivi coinvolge l’aspetto probabilistico degli eventi.

Lo psicologo Cass Sunstein parla di “negligenza di probabilità” per indicare la nostra incapacità di comprendere correttamente il senso del pericolo.  Spesso tendiamo a sopravvalutare i pericoli per attività con un basso rischio e a sottovalutare quelli più pericolosi.

Molte persone hanno paura ad esempio di prendere un aereo nonostante probabilisticamente sia molto meno pericoloso di guidare la macchina.

Il nostro cervello non riesce a fare valutazioni di questo tipo, ecco che ci preoccupiamo di più di un atto terroristico che di un incidente domestico.

 

16) Bias Cognitivi – Pregiudizio dello status quo (status quo bias)

Bias Cognitivi - Status Quo Bias - UYM

Bias Cognitivi – Status Quo Bias – UYM

E’ la preferenza a mantenere lo stato attuale delle cose. Chi è iscritto ad UpgradeYourMind sa bene quanto ci piaccia “rimanere immobili”.

Modifiche, anche se migliorative, tendono ad essere offuscate da questa preferenza. Tutto ciò che è cambiamento viene percepito come “perdita” rispetto alla situazione in cui ci troviamo. Ecco il motivo per cui i nostri comportamenti tendono a rimanere inalterati nel tempo.

 

17) Bias Cognitivi – Effetto dell’illusione di verità

Avere in memoria una certa informazione acquisita precedentemente la rende per noi familiare. E’ proprio questa familiarità che ce la fa considerare erroneamente come vera, indipendentemente dal fatto che lo sia o meno. Questo tipo di bias cognitivi influisce tantissimo sulle nostri decisioni.

 

18) Bias Cognitivi – Eccesso di fiducia (overconfidence bias)

Si tratta di un errore di percezione sulle nostre capacità, crediamo di essere più abili o di conoscere più di quanto effettivamente sappiamo. Siamo convinti di avere a disposizione più informazioni e più accurate rispetto a quanto siano effettivamente.

Alcuni esempi di questo bias cognitivi che ci forniscono un eccesso di fiducia:

  • Pensare che il proprio partner non potrà mai lasciarci perché ci ama troppo. Questa eccessiva fiducia potrebbe guidarci a prendere decisioni che potrebbero portare alla rottura del rapporto.
  • Credere di essere molto importanti per il datore di lavoro quando invece potremmo essere sostituiti abilmente con altre persone. Questo atteggiamento potrebbe portarci ad avere atteggiamenti “sopra le righe”, ad arrivare in ritardo a lavoro, rispondere in maniera poco educata e… il tutto per questa errata eccessiva fiducia. “Senza di me non vanno da nessuna parte.”
  • Pensare di essere più intelligenti di quanto lo siamo effettivamente. Questa errata convinzione ci può portare ad affrontare un esame studiando poco e con superficialità.

 

19) Bias Cognitivi – Illusione di controllo (illusion of control)

Bias Cognitivi - Illusione di controllo - UYM

Bias Cognitivi – Illusione di controllo – UYM

Questa tipologia di bias cognitivi riguardano la tendenza a sovrastimare la propria capacità di influenzare gli eventi esterni attraverso le proprie azioni anche quando tali eventi sono governati dalla casualità.

Sono bias cognitivi che ritroviamo in manager, direttori, politici, capi delle forze armate e in generale in coloro che ricoprono un ruolo che conferisce loro una qualche forma di potere.

Lo ritroviamo anche in coloro che casualmente hanno ottenuto un risultato positivo. Si tratta di avere un’aspettativa di probabilità di successo personale più alta rispetto a quello che le probabilità oggettive garantirebbero.

Le illusioni di controllo rientrano nel campo degli studi del pensiero quasi-magico cioè in tutte quelle azioni che seppur non sostenute da credenze magiche vengono effettuate da chi li compie come se lo fossero.

Un esempio in cui ci siamo passati più o meno tutti. Lo studente che indossa quella particolare maglietta ad ogni esame è ben consapevole che non potrà influenzare il voto ma si comporta invece proprio come se potesse.

Del pensiero quasi-magico ne parlerò in un prossimo articolo in maniera più specifica e approfondita.

 

 

Ne abbiamo visti ben 19 di questi bias cognitivi e molto probabilmente starai pensando: “Marco, è tutto affascinante ma non credo di avere questi bias cognitivi… forse un paio.”

Voglio risponderti con l’ultimo punto 😉

 

20) Bias Cognitivi – Bias del punto cieco (bias blind spot)

Dopo tutti i Bias Cognitivi affrontati insieme quest’ultimo vuole concludere in bellezza questa corposa lista. Si tratta infatti di bias cognitivi che possono avere conseguenze dannose sulle nostre decisioni.

Si tratta della tendenza a sottovalutare la nostra esposizione ai bias.

Questo atteggiamento c’impedisce quindi di intervenire su queste distorsioni cognitive.

Come puoi ben comprendere è da considerarsi come il padre di tutti i bias cognitivi, quello più pericoloso.

Questo atteggiamento del “non mi riguarda” è spiegato dal fatto che queste distorsioni cognitive sono talmente integrate nel nostro modo di pensare e così profondamente sepolte nelle nostre menti da non essere accessibili alla nostra coscienza consapevole.

 

 

Per concludere

I Bias Cognitivi impattano in maniera molto importante sulla qualità della tua vita e il motivo è che ognuno di noi è la somma delle proprie decisioni.

Ogni singola scelta che hai preso, da quando sei nato fino ad oggi, ti ha formato e ti ha reso la persona che sei adesso… e se queste decisioni si fossero basate su presupposti errati e associazioni logiche irrazionali?

Sul passato non possiamo più metterci mano ma sul presente sì e dobbiamo farlo subito.

Sicuramente non è facile identificare questi bias cognitivi, queste distorsioni di valutazione, ma puoi comunque fare la tua scelta:

a) puoi archiviare quest’articolo come interessante e tutto finisce li;

b) puoi decidere di tenere le antenne ben dritte per cercare invece di intercettare questi bias cognitivi ed intervenire quando necessario.

Non posso sapere quale sarà la tua scelta ma su una cosa sono ragionevolmente sicuro: questi bias cognitivi ti stanno incasinando la vita.

 

 

Attenzione ai Bias Cognitivi, è’ in gioco il nostro futuro e vogliamo giocarcelo al meglio!

Io non voglio stare in panchina e tu?

 

 

Firma Marco Little UYM

Articolo Bias Cognitivi – Immagini tratte da Google

Bias Cognitivi Immagine del neonato tratte da daveynin

Bias Cognitivi Immagine uomo bendato di  Phil Long

Matita - UYM

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10 commenti
  1. Matteo
    Matteo dice:

    Ciao Marco, sono diversi mesi che sono iscritto alla newsletter ed oggi è la prima volta che ti lascio un commento. Trovo il tuo libro e i tuoi articoli davvero illuminanti ed interessanti; ma questo…questo è un vero capolavoro! Sono colpito dalla chiarezza con cui esprimi i concetti e ti volevo semplicemente fare i miei più sentiti complimenti.
    Continua così perché, anche se molti non commentano, sappi che siamo sempre tutti desiderosi di leggere un tuo nuovo articolo

    Rispondi
    • Marco Cammilli
      Marco Cammilli dice:

      Ciao Matteo, ho letto il tuo commento con grande emozione. Ti ringrazio sinceramente per le tue belle parole. Sono i commenti come i tuoi che mi ripagano abbondantemente di tutto il lavoro che si cela dietro i miei articoli, dietro ad UpgradeYourMind.

      Grazie ancora, davvero.
      A presto!
      Marco.

      Rispondi
  2. Wisteria
    Wisteria dice:

    Non ho idea da dovi tiri fuori certi argomenti! 🙂
    Questo articolo è interessantissimo. Non conoscevo i bias cognitivi e mi rendo conto solo adesso di quante volte sia facile finirci dentro. Sono molti questi bias… troppi! Come posso fare a dribblarli senza finirci dentro?
    Complimenti per l’articolo. Mi aggiungo a quanto scritto da Matteo, poco sopra, complimenti per tutto quello che ci metti a disposizione.
    Grazisimissime

    Rispondi
    • Marco Cammilli
      Marco Cammilli dice:

      Ciao Wisteria, mi fa piacere che ti sia piaciuto. Sono d’accordo con te, anch’io lo trovo un argomento incredibile! Quando mi sono imbattuto per la prima volta nei Bias Cognitivi rimasi davvero stupefatto: un argomento che rimetteva in discussione tutto quello in cui avevo creduto sui processi razionali.

      Tu dici che sono troppi da gestire 20 Bias? Allora tieniti forte perché quelli che ho scritto sono solo una parte di quelli identificati! 🙂
      Il primo passo per intercettarli è prenderne consapevolezza. T’invito a rileggere più volte questa lista in modo da assimilarli bene e vedrai che qualcuno lo riesci a bloccare prima di finirci dentro senza accorgertene.
      Ti ringrazio dei tuoi complimenti.
      Grazie Wisteria, a presto!
      Marco.

      Rispondi
  3. Sandra
    Sandra dice:

    Caro Marco, buongiorno 🙂

    Anche a me è piaciuto molto questo articolo. Tiri sempre fuori dei temi molto interessanti che aprono mille argomenti correlati.
    A me è parso particolarmente interessante il punto 4 delle probabilità perché mi ha fatto riflettere.
    In effetti è verissimo che siamo portati a pensare in maniera apparentemente logica che non può essere che se tiro una moneta 6 volte mi dia sempre testa, quando la probabilità rimane sempre del 50%.
    Gli eventi del passato non hanno nulla a che vedere con quelli del futuro, eppure siamo sempre portati a vedere un pattern. E’ interessante vedere come la mente cerca di razionalizzare pensieri e comportamenti che sono completamente illogici.
    “Mi hanno rubato il portafoglio ieri, oggi non può risuccedere”…meglio fare attenzione alle tasche!

    Molto interessante tutto questo. Penso che me lo rileggerò diverse volte e cercherò di essere più cosciente in generale. E’ abbastanza preoccupante tutto questo una volta che apri gli occhi e che te ne rendi conto.

    Grazie per averci aperto gli occhi! 🙂

    Rispondi
    • Marco Cammilli
      Marco Cammilli dice:

      Buon pomeriggio Sandra!

      Hai ragione, i Bias Cognitivi richiamano molti altri argomenti affrontati insieme.

      Sono d’accordo con te, sapere che buona parte delle decisioni razionali prese sono state probabilmente illogiche… destabilizza un poco. Ma noi, con sempre maggior consapevolezza, teniamo duro! 🙂

      Grazie Sandra del tuo puntuale commento. Buon proseguimento di giornata.

      Ne approfitto per ringraziare tutti gli utenti in quanto credo che la cosa più bella di UYM siano proprio le persone come voi, coloro che lo frequentano e con le quali mi scambio regolarmente opinioni e punti di vista. GRAZIE!

      Un abbraccio a tutti!

      Marco.

      Rispondi
  4. France
    France dice:

    Non conoscevo i bias cognitivi e il tuo articolo mi ha lasciato senza parole. Interessantissimo!
    Sapere che le nostre scelte razionali sono spesso condizionate da mille pregiudizi mi ha lasciato davvero senza parole. E’ un po’… destabilizzante. Davvero interessante e pieno di spunti su cui riflettere. Sei molto bravo: ecco perché ti seguo!

    Rispondi

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