Se il cammino fosse la meta?
Se il cammino fosse la meta? Fermati un attimo a riflettere.
La nostra vita è spesso sovraccaricata di emozioni, interazioni, idee e progetti, alcuni dei quali focalizzati al solo raggiungimento di determinati obiettivi. Siamo talmente concentrati sul traguardo che tutto attorno a noi e in noi si muove per realizzare quanto ci siamo prefissati. Tutto questo ci porta ad essere proiettati nel futuro e a quando finalmente, dopo sforzi, costanza e dedizione, riusciamo a tagliare la linea del traguardo. Tutto apprezzabile e auspicabile.
In tutto questo però c’è il rischio di commettere un grossolano errore: puntare tutto sul risultato finale.
Se il cammino fosse la meta?
“Appena otterrò questo risultato tutto avrà un senso.”
“Quando raggiungerò la meta che mi sono preposto allora sarò finalmente soddisfatto.”
In queste due frasi, entrambe condivisibili, si potrebbe però celare un errore, quello appunto di vivere proiettati costantemente nel futuro.
Tengo a sottolineare l’importanza di avere sogni e progetti e dedicarsi ad essi. Avere questi pensieri costanti è la perfetta cartina di tornasole di quanto siamo motivati a realizzare il nostro progetto, piccolo o grande che sia.
Detto questo però che fine fa il nostro viaggio? Lo vivremo giorno dopo giorno, assaporandone ogni istante, dandogli l’importanza e l’attenzione che merita, oppure saremo sempre proiettati sulla linea del traguardo, perdendo ogni altro momento prezioso? Guarderemo solo avanti lasciando perdere tutto ciò che sta attorno a noi?
Voglio farti leggere una bellissima poesia del poeta greco Costantino Kavafis.
Il poeta affronta il senso della vita facendo riferimento al famoso viaggio di Ulisse nell’Odissea. Il viaggio verso Itaca rappresenta la metafora della vita, un lungo peregrinare attraverso il quale scoprire nuovi luoghi e persone, crescere e ampliare le nostre conoscenze.
Itaca rappresenta il nostro progetto, la nostra meta o qualunque sogno che vogliamo realizzare e a cui dedichiamo tutto noi stessi.
Se non avessimo uno scopo non ci sarebbe neppure una meta e quella barca anziché dirigerla verso un luogo specifico si muoverebbe alla deriva nell’oceano.
Il viaggio verso Itaca ci porterà ad affrontare ostacoli e situazioni che tenderanno a farci desistere. Ma se il nostro scopo è chiaro e la nostra motivazione forte allora non vacilleremo, non saranno un reale impedimento.
Nel lungo cammino ci troveremo spesso a fronteggiare mille paure. Molte di queste, nel momento in cui ce le troveremo davanti, si mostreranno per quello che sono, solamente fantasmi che sotto la forza dei nostri propositi tenderanno a svanire.
Il senso di Itaca è quello di rappresentare un’importante stimolo per il viaggio e non una meta fine a se stessa. E se nella peggiore delle ipotesi la meta raggiunta non sarà esattamente come ce l’eravamo immaginata niente sarà andato perduto, né il tempo dedicato, né i nostri sforzi saranno stati vani, perché grazie ad Itaca siamo diventati chi volevamo diventare.
Itaca di Costantino Kavafis
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
(Itaca – Costantino Kavafis)
Il cammino interiore
Il viaggio non va solamente inteso come uno spostamento fisico ma anche interiore. Il viaggio rappresenta un prezioso arricchimento che, se fatto con consapevolezza, ci consente di essere migliori rispetto a quando siamo partiti.
Per concludere
Lungo il viaggio le esperienze vissute ci plasmano, ci cambiano, trasformandoci da chi eravamo in chi siamo.
Decidiamo allora chi vogliamo essere domani ed incamminiamoci con la consapevolezza che se anche la nostra Itaca risulterà non proprio come ce l’eravamo immaginata non per questo ne saremo delusi.
Cosa risponderesti quindi alla domanda: “Se il cammino fosse la meta?”. Qual è il tuo punto di vista in merito?
Articolo Se il cammino fosse la meta – Immagini pubblico dominio
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