Il potere della tensione mentale nei lavori incompiuti
Esiste un aspetto di cui non siamo affatto consapevoli e riguarda il potere della tensione mentale nei lavori incompiuti.
Si tratta del bisogno che ognuno di noi ha di portare a termine un lavoro iniziato.
Quest’aspetto ci può essere incredibilmente utile e per questo motivo voglio parlarti di ciò che successe quel giorno, nel lontano 1927, in un ristorante viennese.
La signora Bluma Zeigarnik, mentre aspettava il suo piatto, si accorse del modo particolare con cui il cameriere gestiva le ordinazioni dei clienti.
Il potere della tensione mentale nei lavori incompiuti
Era il 1927 e la Signora Bluma Zeigarnik in attesa di essere servita si accorse di un particolare: il cameriere aveva la capacità di ricordarsi un numero impressionante di ordinazioni fatte dai clienti.
Si potrebbe pensare che tutto si possa ricondurre alla sola bravura del cameriere, alla sua esperienza e a nient’altro, ma la cosa invece stuzzicò l’interesse della psicologa.
Succedeva infatti una cosa decisamente particolare: nell’istante successivo all’aver servito le portate, il cameriere tendeva a non ricordare più cosa avesse consegnato.
Il compito appena concluso veniva immediatamente accantonato, dimenticato e la sua attenzione, la sua mente, si spostava direttamente sull’ordinazione successiva.
Sembrava quasi che tutto si attivasse o meno attraverso un interruttore automatico: acceso / spento.
L’Effetto Zeigarnik e il potere dei lavori incompiuti
La Signora Zeigarnik, accortasi delle modalità con cui la mente del cameriere gestiva le ordinazioni, decise di approfondire il tutto nel suo laboratorio, studiando quanto aveva osservato al ristorante.
Vennero così coinvolti dalla psicologa alcuni volontari affidando loro compiti diversi.
Alcuni di questi lavori furono portati a termine, altri rimasero incompiuti.
Per quanto l’esito potesse sembrare scontato e privo d’informazioni utili, la signora Zeigarnik arrivò invece ad un’interessantissima conclusione: i compiti non portati a termine non solo non venivano dimenticati ma venivano doppiamente ricordati.
Quello che divenne poi famoso in tutto il mondo come Effetto Zeigarnik ci spiega un aspetto molto interessante ed utile: abbiamo difficoltà ad interrompere un compito fin tanto che non viene completato.
Ed è proprio su quest’aspetto che vogliamo focalizzarci in modo da sfruttarlo nella vita di tutti i giorni.
Sfruttare l’Effetto Zeigarnik per non procrastinare
La signora Bluma Zeigarnik aveva individuato in maniera chiara ed inequivocabile come un compito non terminato crei un duplice effetto:
1 – rimane nella nostra memoria in maniera vivida e presente;
2 – stimola la necessità di portarlo a termine.
Se ti trovi quindi a rimandare da tempo puoi sfruttare proprio quest’effetto: inizia e fai il primo passo.
Un puzzle, il rimandare, i lavori incompiuti e l’Effetto Zeigarnik
Ognuno di noi si è cimentato nel mettere insieme le tessere di un puzzle.
Ricordi cosa provavi a vederlo incompiuto?
Ricordi quella sensazione che ti spingeva a completarlo?
Quel senso di incompletezza va sotto il nome di tensione mentale, causata proprio dal compito non portato a termine.
Se ricordi bene proviamo una sensazione più o meno forte di fastidio nel vedere il puzzle non completato.
L’effetto Zeigarnik spiega esattamente questo.
Questa tensione ti porta a mantenere il focus proprio sul lavoro incompiuto.
La sensazione di disagio ci porta infatti a muoverci in modo tale da completare quanto iniziato.
Cosa dire invece del momento in cui incastri l’ultimo tassello del puzzle?
Quando questo succede siamo portati a rilassarci, accantonando, dimenticando quanto fatto.
Proprio sui puzzle si basava l’esperimento che nel 1982 il professore di psicologia Kenneth McGraw eseguì con l’aiuto di alcuni studenti.
Ad un certo punto, prima che il puzzle fosse terminato, il professore avvertì gli studenti che lo studio era finito, potevano tornare alle loro attività.
Sai cosa successe?
Si potrebbe pensare che tutti fecero ciò che siamo portati a pensare: lo studio era finito e quindi se ne andarono via.
Niente affatto, il 90% dei partecipanti continuò a lavorare sul puzzle fino al completamento.
Affascinante vero?
La tensione mentale che avevano i ragazzi li portò a completare il puzzle nonostante il professore avesse detto loro che lo studio ero concluso.
I risultati del professore confermarono ampiamente l’effetto Zeigarnik.
Affascinate il bisogno che ha la mente di portare a compimento quanto iniziato e questo’aspetto possiamo sfruttarlo ogni giorno.
Il rimandare e il potere del primo passo nei lavori incompiuti
Quale che sia il compito che stai rimandando fai una cosa semplicissima, inizia.
Così facendo la tua mente sarà coinvolta nel nuovo lavoro e per l’effetto Zeigarnik tenderà a concludere il compito iniziato.
Fin tanto che non lo avrai finito sarà difficile per la tua mente accantonarlo.
Per concludere
Spesso attendiamo di avere tutti gli strumenti e le risposte a disposizione prima di fare un passo.
È importante invece iniziare perché molte idee e soluzioni salteranno fuori in corso d’opera.
Non fraintendermi, non ti sto suggerendo di buttarti alla cieca su un nuovo compito.
Per portare a termine un lavoro, quale che esso sia, devi essere preparato ma non aspettare di avere sempre tutto chiaro in ogni minimo dettaglio fin dall’inizio.
Se aspetterai che tutto sia perfettamente chiaro e al suo posto è molto probabile che non inizierai mai.
E come è facile intuire chi non inizia non riuscirà mai a finire alcunché.
L’effetto Zeigarnik ci spiega quanto rilevante sia iniziare, quanto fondamentale sia il primo passo.
Solo quando iniziamo possiamo dare vita a un circolo virtuoso che ti aiuterà a portare a compimento il lavoro iniziato.
Vuoi provare anche tu l’Effetto Zeigarnik?
Bene, fai il primo passo perché gli altri seguiranno.
Articolo su Il potere della tensione mentale nei lavori incompiuti – Immagine tratta da Pixabay
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