Una buona abitudine? Quella di non avere abitudini
Vuoi sapere qual è una buona abitudine?
Quella di non avere abitudini
“Marco, il titolo mi incuriosisce, vediamo questa volta dove vuoi andare a parare con questo nuovo articolo.”
Stamani arrivo in moto a lavoro, posiziono il cavalletto e parcheggio.
La spengo e scendo.
Apro il vano della moto e metto il lucchetto alla ruota.
Metto le chiavi in tasca e prendo la borsa a tracolla.
Apro il bauletto, spengo l’interfono, mi tolgo il casco e lo ripongo.
Indosso la mascherina e mi avvio in ufficio.
Questo è stato lo spunto per il post: possibile che faccia ogni giorno esattamente sempre le stesse azioni e nello stesso identico ordine?
Una buona abitudine? Quella di non avere abitudini
Se ognuno di noi dovesse scrivere su un foglio di carta la propria giornata tipo, si accorgerebbe che effettivamente è scandita da azioni molto simili se non identiche.
Alzarsi, lavarsi, fare colazione, vestirsi, prendere la macchina, andare a lavoro, etc.
“Marco, hai scoperto l’acqua calda! Se vuoi andare a lavorare al posto mio dimmelo che ci organizziamo! Ci sono cose che non puoi permetterti di NON fare!”
Vero, hai ragione le nostre giornate sono scandite da azioni ripetitive ed inevitabili, ma ce ne sono molte altre che facciamo costantemente da anni e pensa:
nessuno ci ha mai obbligato a farle!
Hai mai fatto caso che percorri sempre la stessa strada per arrivare a lavoro?
Eppure ce ne sarà almeno un’altra che ti farebbe arrivare nello stesso tempo.
Quando sei a tavola ti siedi sempre allo stesso posto.
Il cappuccino lo vai a prendere sempre al solito bar.
Al supermercato acquisti sempre gli stessi prodotti.
La preparazione che segui la mattina prima di uscire di casa è sempre la stessa.
Quando guardi la televisione ti siedi sempre allo stesso posto.
Le operazioni che fai quando scendi dallo scooter sono sempre le stesse.
Insomma se osservassimo in maniera distaccata la nostra giornata diremmo che ci siamo auto-programmati!
Facciamo le stesse cose e tutte regolarmente nella stessa sequenza.
Questo lo fai ogni giorno da tantissimi anni e non perché qualcuno te lo abbia mai imposto.
Allora perché?
“In effetti è vero Marco, ma il motivo è semplice: mi trovo bene così. In quel bar il cappuccino è buono. Quella strada per arrivare a lavoro è più pratica e mi siedo sempre da quella parte del tavolo perché mi rimane comodo così. Tutto qua… almeno credo!”
Il reale motivo per cui facciamo sempre le stesse cose è da ricondurre al fatto che una cosa già fatta è per noi ben conosciuta e in quanto tale priva di brutte sorprese.
Marco, credo tu l’abbia sparata grossa! Che paura vuoi che mi faccia cambiare strada o bar la mattina?
Allora perché non lo hai mai fatto?
Vediamo insieme.
La piramide dei bisogni di Maslow
Le abitudini, anche le più banali, ci rassicurano e la sicurezza è il principale aspetto che sentiamo l’esigenza di soddisfare. Non per niente la troviamo tra i 5 bisogni umani nella piramide di Maslow.
In questo grafico lo psicologo statunitense riportò i principali bisogni partendo da quelli che riteniamo indispensabili alla sopravvivenza, passando da quelli più complessi di carattere sociale, fino ad arrivare a quelli che rientrano nell’ambito dell’autorealizzazione.
La sicurezza rientra a pieno titolo tra i bisogni primari: non possiamo farne a meno.
Al momento non voglio entrare nel dettaglio della piramide in questione in quanto ritengo opportuno dedicarle uno “spazio tutto suo”.
Abitudini e certezze
Più le nostre giornate sono fatte di certezza e più ci sentiamo a nostro agio!
Questo schema di pensiero ci confina in una stato di immobilismo che ci nega il piacere di scoprire nuovi punti di vista e nuovi percorsi.
Così facendo, schiavi di piccole e grandi abitudini, percorriamo la vita incapaci di raggiungere o anche solo di immaginare nuovi obiettivi.
Questo comportamento ci disabitua a prendere decisioni poiché viaggiamo con il pilota automatico sui binari delle nostre abitudini.
“Mi stai dicendo che se arrivo a lavoro percorrendo un’altra strada la mia vita cambierà? Mi sembra un argomentazione troppo spicciola o sbaglio?”
Proprio così: uscire da questi meccanismi ti aiuterà a sviluppare una mentalità aperta, elastica, disposta a mettersi in gioco costantemente.
Cesserai di sentire la necessità di ridurre tutto ad abitudini.
Adesso fin tanto non andrai a letto riconosci e segnati le piccole abitudini a cui sei sottomesso.
Sono sicuro che avrai modo di riempire una pagina intera.
Non ci credi?
Prova e vedrai!
Scrivi le prime 10 abitudini che ti vengono in mente.
Fatto?
Bene, questo foglio tienilo a portata di mano in modo da aggiungere, volta volta, le abitudini che ti accorgerai di avere.
Uccidi le tue abitudini in 3 mosse
- Più curiosità: imponiti di sperimentare nuovi percorsi.
- Meno paura: fai in modo che la paura non ti tenga incatenato alle abitudini.
- Spezza un’abitudine al giorno: un’abitudine in meno al giorno leva il medico di torno. Datti l’obiettivo di togliere di mezzo un’abitudine sostituendola con un’altra azione.
Comincia con abitudini che non hanno grossa influenza nella tua vita, inizia a distruggere quelle più semplici.
Così facendo ti allenerai a cambiare, ad uscire dalla tua zona di comfort.
Vedrai come questa particolare ginnastica sarà un esercizio per la tua mente che ti renderà pronto a sconfiggere anche le abitudini più difficili, quelle che non avresti mai pensato di poter stendere al tappeto.
Adesso che sai come muoverti è opportuno mettersi subito in azione!
Prendi il foglio che hai scritto (lo hai scritto vero?) e parti dalla prima abitudine da demolire!
Non aspettare, non rimandare, trasforma subito in azione quanto hai appena letto, ricordandoti sempre che le abitudini danno sicurezza, ma uccidono la curiosità “atrofizzando” il cervello.
Smettila di negarti le opportunità che la vita ti mette a disposizione.
Articolo Una buona abitudine? Quella di non avere abitudini – Foto tratta da Google Immagini
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Come sempre Marco produce articoli interessanti, ben scritti, pratici e soprattutto stimolanti. Punto di riferimento per la crescita personale, questo sito vale tantissimo. Ad maiora, Marco!
Ciao Donatella, mi fa piacere leggere il tuo riscontro positivo in merito agli articoli. Grazie per le belle parole. Ci risentiamo il prossimo mercoledì.