Uomo più Felice al Mondo? Esiste davvero?

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Uomo più Felice al Mondo? Esiste davvero?

Esiste davvero qualcuno che possa essere considerato l’uomo più felice al Mondo o che lui stesso si consideri tale?

La risposta va ben oltre un semplice “sì o no” e questo perché non è facile neppure definire, circoscrivere il significato di felicità, non è facile porre dei limiti a qualcosa che, essendo essenzialmente un’emozione, non si può vedere, non si può toccare. Rispondere a questa domanda significa anche capire quanto siamo così poco preparati su questo argomento: “Cosa significa per te la parola Felicità?”

Sei riuscito a rispondere subito oppure stai ancora cercando di fare mente locale?

Ma facciamo un passo per volta: esiste davvero qualcuno considerato l’uomo più felice al mondo? Desidero saperlo perché se così fosse sono ragionevolmente convinto che possa darci utili risposte al fine di dissipare tutti o in parte i nostri dubbi.

Vediamo quindi di scoprire chi potrebbe essere questo ipotetico signore e quale sia, se mai esiste, la sua ricetta per essere l’uomo più felice sulla Terra.

 

L’Uomo più Felice al Mondo

Uomo più felice al mondo - Attività cerebrale

Uomo più felice al mondo – Attività cerebrale

Per capire se esiste e chi sia l’uomo più felice al mondo dobbiamo fare un piccolo passo indietro.

All’Università del Wisconsin una equipe di neuro-scienziati, impegnati nell’attività di monitoraggio delle attività cerebrali di un gruppo di soggetti, si trovò improvvisamente di fronte ad un individuo che presentava caratteristiche assolutamente uniche.

I 256 sensori posti sulla testa ne avevano scansionato l’attività cerebrale.

Quello che era emerso li aveva lasciati letteralmente senza parole.

Il professor Richard K. Davidson è considerato una delle massime autorità nel campo della neuroplasticità, cioè la disciplina che si occupa di studiare la capacità del cervello di evolversi e adattarsi.

Nello specifico l’equipe aveva come obiettivo quello di misurare l’attività pre-frontale dei soggetti e questo perché era stata trovata una stretta correlazione tra il benessere delle persone e l’intensità dell’attività cerebrale in questa regione.

Quel giorno il soggetto fece registrare valori “fuori scala”.

Nessuno aveva mai raggiunto un’attività cerebrale così alta nel lobo pre-frontale.

Per il professor Davidson e il suo team non c’è alcun dubbio, Matthieu Ricard può essere considerato l’uomo più felice al mondo.

Ma chi è Matthieu Ricard, cosa fa per essere considerato l’uomo più felice al mondo e quale è il suo percorso di vita?

 

L’Uomo più Felice al Mondo si chiama Matthieu Ricard

Uomo più felice al mondo - Matthieu Ricard

Uomo più felice al mondo – Matthieu Ricard

Matthieu Ricard terminò la sua tesi di laurea nel campo della biologia molecolare nel 1972 per poi prendere una decisione che cambierà in maniera profonda la sua vita: parte per l’Himalaya al fine di seguire gli insegnamenti dei maestri spirituali tibetani.

Questa nuovo percorso portato avanti con amore e dedizione lo porterà nel 1989 a diventare l’interprete francese del Dalai Lama.

Matthieu Ricard vive oggi in un monastero in Nepal ed è considerato una figura di spicco a livello mondiale.

Il monaco ricopre il ruolo di curatore della riedizione dei testi sacri tibetani medievali e, oltre a questo, scrive saggi e romanzi che indistintamente diventano best-seller mondiali… dimenticavo ricopre anche il ruolo di Uomo più felice al mondo.

 

“Coloro che sperando di ottenere la Felicità non rincorrono che il Piacere, la Ricchezza, la Gloria, il Potere e l’Eroismo, sono ingenui come un bambino che cerca di afferrare l’arcobaleno per farsene un mantello.” Dylgo Khyentse Rinpoche

 

L’Uomo più Felice: modificare il proprio cervello

Ognuno di noi, in qualche modo, consapevolmente o meno, direttamente o indirettamente, nel breve o nel lungo periodo, si muove con la speranza legata a un profondo, intenso desiderio di raggiungere il benessere o la Felicità, anche se spesso i due concetti tendono a confondersi, a sovrapporsi.

Felicità è una parola molto vaga perché in ogni parte del mondo le vengono attribuiti significati diversi. Ci sono coloro che legano questo sentimento ai ricordi del passato, altri invece proiettando la loro mente nel futuro e altri ancora che riescono ad assaporare la Felicità vivendo la freschezza del momento, del QUI E ORA.

La Felicità sembra essere qualcosa di particolarmente sfuggente.

Non comprendiamo bene il motivo per cui pur proclamando di cercarla a volte pare che la rifuggiamo. Allo stesso modo in cui cerchiamo di evitare le sofferenze mentre sovente corriamo loro incontro.

Questa confusione può verificarsi per il fatto che non abbiamo le idee chiare sulle differenze tra Felicità e Piacere.

Facciamo l’errore di considerarle quasi come fossero sinonimi. Eppure non lo sono, sono molto diversi. Il Piacere è strettamente legato a un momento, a un oggetto e a un luogo.

Questi aspetti  tuttavia sono per loro stessa natura mutevoli.

 

“Il Piacere è come un bel dolce di cioccolato. La prima fetta è squisita, la seconda non altrettanto e quella successiva ci disgusta. Questa è la natura delle cose: ci stanchiamo.” Matthieu Ricard – L’uomo più felice al mondo

 

Se senti freddo puoi avvicinarti al fuoco ma poco dopo devi spostarti un po’, ti dà fastidio.

Se ti piace un certo cantante puoi sentirlo un paio di volte ma se dovessi ascoltarlo per 24 ore diventerebbe davvero impegnativo, stancante e alla fine perfino sgradito.

Sono esempi del piacere, prigioniero di un istante e quindi sfuggente, mutevole.

La Felicità invece è una sensazione piacevole ma effimera, profonda quanto il senso di serenità e completezza, uno stato che continuamente pervade e sottende tutti gli stati emozionali e tutte le gioie e i dolori che possono arrivare.

E’ proprio questo quello che c’insegna l’uomo più felice al mondo.

Sappiamo tutti come funziona la felicità: la raggiungiamo e per un attimo ci sembra di sfiorarla poi, nuovamente, scompare lasciando il posto a rabbia, delusione, tristezza, a tutte le emozioni negative legate all’insuccesso.

Essere felici è un po’ come essere sulle montagne russe. Viviamo infatti continui e repentini cambi di umore, le emozioni si susseguono tra piacevoli, meno piacevoli fino a quelle di cui faremmo volentieri a meno:  quelle distruttive.

Perché invece la Felicità non può essere uno stato di costante benessere anziché una fugace sensazione?

È possibile godere del benessere mentre siamo tristi? La prima risposta è: non è possibile ma non è così semplice. Questo perché stiamo parlando di livelli differenti.

Prendiamo a mo’ di esempio le onde del mare, quando sei sulla cresta non puoi che esultare mentre quando ti trovi in basso tenderai a sbattere sul fondo, magari sulle rocce. Si passa così facilmente dall’entusiasmo alla tristezza.

Osserviamo invece l’oceano magari anche tempestoso in superficie ma nel profondo non cambia.

Questa è una bellissima immagine, un particolare pensiero che l’uomo più felice al mondo paragona alla felicità.

Il punto infatti è proprio questo.

Quando si affronta l’argomento Felicità si pensa spesso a uno stato raggiungibile solo quando riusciamo a mettere al loro posto “tutti i pezzi”.

“Questo è al suo posto, quest’altro va bene, quest’ altro ancora funziona egregiamente, ecc.”

Ecco che c’impegniamo a trovare questo e quello in modo che tutte le condizioni che noi riteniamo imprescindibili per essere felici si verifichino. Questo modo di pensare è l’anticamera del : “Bisogna avere “Tutto” per raggiungere questo stato di particolare benessere”. Dove “Tutto” ha significati diversi e comprende aspetti molto diversi per ognuno di noi.

Volere “tutto” significa nei fatti che sempre mancherà qualcosa.

 

L’Uomo più Felice: bisogna avere “Tutto” per Essere Felici?

Tendiamo ad avere bisogno di “Tutto”. Ecco cosa ci dice l’uomo più felice al mondo.

E se fosse proprio questo il motivo per cui non riusciamo a raggiungere la Felicità?

Se fosse questo “Tutto” il motivo per cui anziché avvicinarci alla Felicità la allontaniamo?

È davvero possibile “avere sempre Tutto”? Auspicabile? Forse. Il “Tutto”  è formato dall’aggregazione dei più i svariati elementi, spesso i più disomogenei. Com’è possibile allora che si voglia incasellarli SEMPRE nello stesso posto?

Significa che basta una minima interferenza, la più piccola mancanza, che la nostra amata Felicità comincia a traballare. A quel punto corriamo ai ripari cercando di riafferrare freneticamente ciò che ci siamo lasciati sfuggire o di rimediare a ciò che si è rotto.

Il punto è che abbiamo pochissimo controllo sul mondo esterno e spesso questo controllo è qualcosa di temporaneo, a volte persino illusorio.

Possiamo ipotizzare di smettere di “afferrare il mondo”? Possiamo cominciare o guardarci dentro e cercare una nuova via. La nostra.

 

“Spero che tutti possano diventare ricchi e famosi e avere tutto quello che hanno sempre sognato… così capiranno che quella non è la risposta che stavano cercando.” Jim Carrey

 

È dentro di noi infatti lo strumento che traduce tutto ciò che avviene all’esterno.

Quale organo è preposto alla trasformazione degli eventi in emozioni come felicità o sofferenza? È la nostra mente. Se riflettiamo un attimo comprendiamo come le emozioni che proviamo non siano legate agli eventi esterni ma al significato che attribuiamo loro. Siamo noi a dare “significato ed importanza” alle emozioni.

È capitato a tutti di trovarsi in un posto incantevole e al contempo sentirsi comunque non felici. Questo è un esempio concreto di come il nostro benessere non sia strettamente legato al mondo esterno e a ciò che possediamo ma a come noi percepiamo la realtà che ci circonda.

Allo stesso modo ci sono persone che nonostante le gravi difficoltà riescono a mantenere un’incredibile forza interiore e serenità. T’invito ad approfondire quest’argomento leggendo l’incredibile storia di Nick Vujicic.

 

L’Uomo più Felice: Condizioni Esterne e Condizioni Interne

Un giorno il Dalai Lama si trovava in visita in Portogallo e in quella zona stavano costruendo molti imponenti edifici.

Egli disse: “Guarda, stanno costruendo tutto questo… non sarebbe bello costruire qualcosa anche dentro di sé? A cosa può servire tutta questa tecnologia in un bellissimo appartamento al 100° piano di un grattacielo se dentro sei profondamente triste?”

Profondamente vero.

È venuto il momento d’introdurre ed esaminare quelle che possiamo definire come Condizioni Esterne e Interne. Entrambe influenzano il nostro benessere ma… c’è un importante MA sul quale vale la pena di soffermarsi.

È bello avere una casa, una macchina, un lavoro. E splendido viaggiare, vivere più a lungo, studiare e avere libertà. È tutto quanto auspicabile e meraviglioso ma… non è sufficiente. Tutto questo è solo un aiuto, un ausilio al raggiungimento del nostro benessere perché le condizioni esterne non possono sopperire a quelle interne.

 

La mente: deputata a tradurre il mondo esterno

È la nostra mente che traduce ciò che accade intorno a noi.

Dobbiamo quindi soffermarci più sulle condizioni interne che su quelle esterne perché sono proprio le prime che possono darci la Felicità o metterla a rischio.

Se le nostre condizioni interne sono più forti di quelle esterne allora abbiamo fondamenta solide su cui costruire una vita davvero Felice.

Se invece la nostra Felicità è legata a ciò che sta al di fuori di noi sarà sempre “sotto attacco”.

Basta un qualunque imprevisto, un minimo cambiamento che tutto sembra andare in pezzi.

Possiamo quindi dire che ci sono alcune condizioni che ci aiutano a trovare questa Felicità così come ce ne sono altre che invece remano esattamente contro.

Prova a pensare all’odio, alla rabbia, alla gelosia, all’arroganza e al desiderio ossessivo verso qualcosa.

Come stiamo dopo aver provato una di queste emozioni? Lo sappiamo tutti, stiamo male perché attentano al nostro benessere. Questi stati d’animo generano spesso una pericolosa reazione a catena: più siamo avviliti e più ci tormentiamo.

Proviamo invece a soffermarci su cosa accade quando compiamo un atto di generosità disinteressato.

Parlo di quei gesti di cui nessuno verrà mai a conoscenza e dal quale non percepiamo alcun riconoscimento esterno.

Quando aiutiamo qualcuno ci sentiamo felici, è un fatto. L’aver compiuto quel gesto ci riempie di un profondo senso di appagamento e ci tocca nel profondo.

A tutti piacerebbe vivere in questo stato ma non è facile poiché le nostre giornate sono spesso pervase da emozioni di tutt’altro tipo.

Ma dove risiedono questi sentimenti negativi, queste emozioni che ci logorano? Forse è il caso di cercare di capire in che modo gestire, modificare le emozioni che ci assalgono.

 

Emozioni transitorie

Uomo più felice al mondo - Emozioni Transitorie - Rabbia

Uomo più felice al mondo – Emozioni Transitorie – Rabbia

Non siamo sempre colmi di rabbia, di insoddisfazione, sono emozioni e come tali, come le onde, vanno e vengono, sovente giungono inaspettate, incontrollate.

Dobbiamo prendere atto del fatto che ogni singola emozione, quale che sia è transitoria. Questa è la chiave di volta su cui cominciare a lavorare per una vita più  felice.

Hai mai fatto caso che non possono coesistere due stati mentali opposti?

Possiamo passare dall’amore all’odio ma non possiamo provare contemporaneamente questi due sentimenti verso una stessa persona.

Uno stesso gesto non può finire in una carezza e contemporaneamente in un pugno.

La Gioia prende il posto della Gelosia, il senso di una profonda interna libertà si sostituisce al senso ossessivo del possesso. Bontà al posto dell’odio.

Esiste quindi uno specifico antidoto per ogni emozione negativa.

Certo, ancor più bello sarebbe se esistesse un antidoto generale capace di annientare qualunque emozione distruttiva.

Quando siamo infastiditi, maldisposti o proviamo sentimenti di odio verso qualcuno che succede?

Pensiamo e ripensiamo a quella cosa, a quell’evento e ogni volta che succede si rafforza questo meccanismo perverso che va ad alimentare l’emozione negativa.

La cosa più pericolosa di tutto ciò è che si tratta di un processo che si auto-alimenta. Pensa a dove ci porta tutto questo.

E pensa a come bloccare sul nascere questa corsa verso l’autodistruzione.

 

Analizziamo le Emozioni per quello che sono

Uomo più felice al mondo - la rabbia e il temporale

Uomo più felice al mondo – la rabbia e il temporale

L’uomo più felice al mondo ci suggerisce di smettere di confrontarci con il mondo esterno, salvo farlo in una fase successiva.

Cominciamo a confrontarci con noi stessi.

Analizziamo la rabbia, quest’emozione di cui temiamo l’insorgere e che a volte non siamo in grado di controllare.

La vediamo arrivare come le nuvole che preannunciano un temporale.

Se solo tu potessi toccare queste nuvole però capiresti che per loro stessa natura risultano impalpabili, impalpabili come nebbia.

Allo stesso modo se analizziamo la rabbia per quello che è ci accorgeremmo che è… solo “emozione” e nel momento in cui prendiamo atto della sua vera natura essa scomparirà come brina al sole.

Così facendo ogni volta che un emozione negativa ci assalirà non si insedierà in noi per autoalimentarsi ma sarà solo un ospite in transito, come un uccello che attraversa il cielo senza lasciare traccia.

Per fare questo occorrono due cose, la volontà di farlo e il tempo.

Così come abbiamo speso anni per sedimentare tutti i nostri difetti e dare spazio alle emozioni negative, allo stesso modo occorre tempo per eliminarle.

Non ci sono scorciatoie, la trasformazione deve avvenire dentro di noi attraverso la meditazione, questo è il vero ed unico antidoto, lo sviluppo di un nuovo modo di pensare, di essere.

Un nuovo modo di percepire la realtà per quello che è anziché subirla.

Tutto questo è possibile grazie alla plasticità della nostra mente.

Fino a 20 anni fa si pensava che raggiunta l’età adulta questa capacità del cervello di adattarsi e trasformarsi si fermasse.

Oggi sappiamo che non è così.

Matthieu Ricard, l’uomo più felice al mondo, ci insegna che possiamo continuare ad allenare la nostra mente e questa è l’unica strada che ci può aiutare a vivere una vita di qualità in ogni istante.

Così come dedichiamo parte delle nostre giornate a svolgere attività la cui utilità è discutibile, dobbiamo trovare il tempo per una cosa molto più importante: la nostra mente. Quest’ultima, più di tutte le altre, è quella che determina la qualità di ogni istante della nostra vita.

 

“La Felicità è un profondo senso di serenità e completezza. Uno stato che continuamente pervade e sottende tutti gli stati emozionali e tutte le gioie e i dolori che possono arrivare.” Matthieu Ricard – l’uomo più felice al mondo

 

Ho voluto riprendere questo bellissimo intervento di Matthieu Ricard, l’uomo più felice al mondo, perché l’ho trovato molto efficace nello spiegare in maniera semplice l’affascinante e complesso mondo della felicità. Di seguito trovi il video che ti consiglio caldamente di guardare. Prenditi 15 minuti di tempo.

Credimi, sono ottimamente spesi.

L’Uomo più Felice al Mondo e l’abitudine della Felicità

 

Per concludere

Matthieu Ricard, l’uomo più felice al mondo, è senz’ombra di dubbio una persona di grandissimo spessore con una consapevolezza del proprio essere fuori dal comune.

Sono certo che il contenuto dell’articolo e il video si prestano a importanti riflessioni e approfondimenti sul vasto tema della Felicità.

T’invito a lasciare un commento di seguito perché il tuo riscontro è per me la cosa più importante di tutto il blog. Grazie.

Firma Marco Little UYM

Articolo L’Uomo più Felice al Mondo – Immagini di pubblico dominio

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4 commenti
  1. Danilo
    Danilo dice:

    Molto bello sia il post che il video. Secondo me, sarebbe ancora più bello un altro articolo dove spieghi come ognuno di noi crea una vita triste e limitante. In modo tale da prendere consapevolezza dei metodi e delle strategie che ci mantengono nella tristezza

    Rispondi
    • Marco Cammilli
      Marco Cammilli dice:

      Ciao Danilo e grazie del tuo riscontro positivo. Mi fa piacere che ti sia piaciuto.
      Solitamente tendo a proporre esempi positivi in quanto siamo già tutti molto bravi con quelli negativi 🙂
      A parte le battute, mi hai dato un buon suggerimento. Ti ringrazio.
      A presto!

      Rispondi
  2. Gianluca
    Gianluca dice:

    Ciao Marco e complimenti per l’articolo! Affrontare un argomento del genere non è facile ma tu lo hai saputo fare egregiamente. Il video è davvero interessante ed emozionante.

    Rispondi
    • Marco Cammilli
      Marco Cammilli dice:

      Grazie Gianluca! Se ti va di approfondire l’argomento ti consiglio di leggere i suoi libri, quelli di Matthieu Ricard. Sto leggendo “Il Gusto di Essere Felici” e lo trovo un ottimo libro, capace di fare chiarezza sul concetto di felicità e su ciò che ruota attorno.
      Il libro lo trovi qui: Il Gusto di Essere Felici

      Rispondi

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