Non arrendersi mai: la grande depressione, l’interstatale 75 e le ali di pollo

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Non arrendersi mai.

Questa è una di quelle frasi che mi hanno sempre affascinato.

Perché?

Perché ci sono persone che non hanno mai mollato nonostante la vita gli abbia fatto sgambetto più di una volta.

Persone che nonostante i repentini cambiamenti in cui si sono ritrovati improvvisamente hanno sempre avuto la forza interiore per rialzarsi.

A parità di eventi c’è chi si rimette in piedi dopo la caduta e chi invece ha grosse difficoltà a farlo.

Ti voglio parlare proprio di questo attraverso uno dei miei primissimi articoli che pubblicai 4 anni fa circa.

Ti parlerò della storia di Harland un bambino nato in un piccolo paesino dell’Indiana alla fine dell’800.

Ti voglio far leggere la sua storia perché ha la capacità di farci riflettere ed emozionare.

Le vicissitudini di Harland ci possono essere d’aiuto per darci una spinta interiore, per mostrarci ciò che prima non riuscivamo a vedere e chissà forse persino a cambiare qualcosa in quello che facciamo.

La storia di Harland è una storia fatta di grandi ristrettezze economiche, di precarietà, di repentini cambiamenti e… non solo.

Una storia che poggia le sua radici sulla resilienza, sulla capacità che hanno le persone di non arrendersi nonostante le difficoltà.

 

Le azioni sono molto più potenti delle parole. (Dale Carnegie) Click to Tweet

 

L’incredibile storia di Harland

Vi parlerò del piccolo Harland nato nel 1890 in un paesino dell’Indiana.

Ma chi è Harland?

Orfano di padre all’età di 6 anni e con pochi soldi in famiglia diventò negli anni ‘60 uno dei più ricchi e famosi imprenditori d’America.

Una splendida storia che potrà essere in grado di ispirare anche te.

 

L’infanzia e le condizioni economiche

Harland si ritrovò fin da piccolo a gestire il fratello poco più grande e la sorellina.

La madre infatti per sostentare la famiglia aveva la necessità di assentarsi spesso per qualche lavoro occasionale.

Harland, nonostante la giovanissima età e senza un padre, si ritrovò a doversi occupare anche del pranzo e della cena, diventando in breve tempo il piccolo cuoco di famiglia.

Nonostante la madre riuscisse a racimolare qualche soldo la situazione era decisamente critica tanto che Harland ancora bambino iniziò a lavorare presso una fattoria.

Il lavoro era pesante per un bambino di soli 10 anni ma i 2$ al mese che guadagnava permettevano insieme a quelli della mamma di garantire loro un tetto e qualcosa da mangiare.

Un paio d’anni dopo la madre si risposò e Harland si allontanò a Greenwood per lavorare in un’altra fattoria.

A 16 anni entrò nell’esercito per poi essere inviato per un periodo di sei mesi a Cuba.

Al suo rientro si rimboccò subito le maniche per migliorare la situazione economica in cui si trovava.

Per farlo passò da un lavoro all’altro nella speranza di trovarne uno che potesse dargli una certa garanzia di continuità: vigile del fuoco, assicuratore, venditore di pneumatici, aiutante sui battelli a vapore, benzinaio.

 

Non arrendersi: la Grande Depressione

Siamo alla fine degli anni ’20 e gli Stati Uniti entrano in quel periodo nero conosciuto come Grande Depressione o crollo di Wall-Street.

Si tratta di uno dei peggiori periodi della storia.

Harland continuò con grosse difficoltà a trovare lavoretti saltuari che gli consentirono per lo meno di avere un tetto sulla testa e di mangiare ogni tanto qualcosa a fine giornata.

Nonostante il periodo di crisi Harland riuscì a prendere in gestione una piccola stazione di rifornimento.

Dopo alcuni anni realizzò che poteva essere interessante offrire a chi si fermava per rifornire la macchina qualcosa di veloce da mangiare.

Pur non essendo organizzato per offrire un servizio di questo tipo riuscì comunque a destreggiarsi accogliendo i clienti direttamente nella piccola cucina che aveva allestito.

I clienti apprezzavano la possibilità di fermarsi per fare benzina e mangiare un boccone prima di ripartire.

Il riscontro delle persone fu decisamente importante e nel giro di alcuni mesi il numero di avventori aumentò in maniera consistente.

Non potendo però più gestire il numero crescente di clientela si trasferì dalla parte opposta della strada dove un ristorante con una disponibilità di 140 coperti sembrò essere l’occasione perfetta.

Harland con grandi sacrifici ma con altrettanto entusiasmo aprì il suo punto di ristoro con una bella insegna luminosa: Sanders Court Cafè.

In questo periodo cominciò ad affinare quella ricetta che stava avendo un ottimo riscontro da parte della clientela.

Si trattava di una ricetta che grazie ad un particolare mix di spezie aromatiche conferiva un particolare sapore al pollo fritto.

C’era ancora qualcosa però che gli creava non pochi problemi ed erano i tempi di cottura.

I clienti avevano bisogno di qualcosa di veloce e spesso non era fattibile assecondare tali richieste, anzi.

Aveva bisogno di qualcosa che potesse fornirgli cibo cotto in una manciata di minuti.

La risposta non tardò ad arrivare.

La pentola a pressione era tutto ciò di cui aveva bisogno.

Questo tipo di pentola permetteva infatti di cucinare con tempi completamente diversi rispetto alla cottura tradizionale.

 

 

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Il successo e la nomina di Colonnello

Non arrendersi mai - Colonnello Harland Sanders - uym

Non arrendersi mai – Colonnello Harland Sanders – uym

Gli affari iniziarono ad andare bene, molto bene.

Il riscontro fu talmente rilevante che la fama di Harland Sanders divenne tale che nel 1935 il governatore del Kentucky Ruby Laffoon lo nominò Colonnello, Colonnello Sanders.

Il titolo in questione ha un significato differente da quello che potremmo immaginare, veniva infatti conferito a quei cittadini che si erano distinti per i particolari servigi offerti al paese.

I servigi del Sig. Harland erano culinari: il suo piatto forte conosciuto come “Colonel Sanders’ Fried Chicken” divenne famoso in tutto lo stato.

A questo punto della storia niente sembrava porsi nel mezzo tra il Colonnello Sanders e il successo… o quasi.

 

L‘interstatale 75 e la sua rovina

Le cose però a volte cambiano e all’improvviso.

Succedono.

Succedono e basta.

E per quante volta tu possa chiederti “Ma perché?” niente puoi fare per frenare il cambiamento.

Puoi solo decidere di cambiare anche tu.

Devi sapere che nel 1950 successe qualcosa che mutò radicalmente e all’improvviso la vita del Colonnello Sanders.

La nuova Interstatale 75 deviò tutto il traffico fuori dalla cittadina di Corbin: niente più viaggiatori, niente più affari.

La redditizia attività del Colonnello Sanders semplicemente… chiuse.

Pagate le fatture e i fornitori, si ritrovò praticamente con il solo assegno di sussistenza: 105$.

Aveva 60 anni e nonostante la passione, gli sforzi e la costanza con cui aveva creduto in quel sogno si era ritrovato con un pugno di mosche.

Tutto quello che il Colonnello Sanders aveva creato non esisteva più.

Tutto si spense, tutto perse di colore e il buio inghiottì ogni cosa.

Che cosa avrebbe potuto mai fare a quell’età e con soli 105$ al mese?

La risposta è semplice: niente.

O forse no?

 

Non arrendersi: dalle ceneri… la nascita di un sogno

In un preciso momento di una giornata ordinaria, dopo aver trascorso due anni a pensare a come reinventarsi una vita Harland Sanders ebbe un’idea: vendere la sua speciale ricetta di pollo fritto attraverso un modello di business basato sul franchising, sistema che proprio in quegli anni sembrava avere un buon successo.

Erano i primi anni ’50 e il Colonnello Sanders salì in macchina portandosi dietro il suo vivido sogno.

Avrebbe proposto le sue speciali ali di pollo in ogni ristorante e nel caso avesse avuto un riscontro positivo avrebbe stipulato un accordo che gli avrebbe fatto incassare 1 nichelino per ogni piatto di pollo venduto.

Purtroppo quel sogno sembrava desinato ad infrangersi andando a scontrarsi con la realtà.

“No, la ringrazio ma non mi interessa.”

Nella migliore delle ipotesi, escludendo quindi le porte in faccia, questo era quello che si sentiva dire dai titolari delle attività di ristorazione con cui aveva a che fare.

Il Colonnello Sanders cominciò a ricevere solo dei “No”.

“Non sono interessato, grazie.”

“Non credo che la sua ricetta possa dare un valore aggiunto al mio ristorante.”

“Il pollo è molto buono ma non basta del pollo fritto per cambiare le sorti del mio ristorante.”

Il Colonnello Sanders aveva molti elementi su cui riflettere per decidere di abbandonare concretamente il suo sogno.

Tutto sembrava dirgli che era stata una pessima idea.

Il mondo là fuori sembrava suggerigli questo: “Smettila di sprecare le tue energie e i pochi soldi che hai per un modello di business che non funziona e per del banale pollo fritto. Hai superato i 60 anni, tieniti stretto quell’assegno da 105$ al mese e rimetti i piedi in terra.”

 

Tra difficoltà e determinazione: non arrendersi grazie alla resilienza

Il Colonnello Sanders però continuava a salire ogni giorno sulla sua autovettura e con i pochi soldi che aveva a disposizione per mettere benzina, continuò a tenersi stretto quel progetto, continuando imperterrito ad attraversare in lungo e largo tutti gli Stati Uniti alla ricerca di quel primo “sì” che gli avrebbe cambiato la vita.

I mesi passavano e il numero di ristoratori non interessati alla sua ricetta aumentava in maniera vertiginosa ogni giorno.

Probabilmente chiunque altro dopo venti o trenta rifiuti si sarebbe arreso.

Si dice che il Colonnello ricevette 1009 “No” prima d’incontrare il primo ristoratore interessato alle sua speciale ricetta.

Da quel primo “sì” tutto cambiò.

Pensa, credi, sogna e osa. (Walt Disney) Click to Tweet

 

Il successo a livello mondiale e la storia di K.F.C.

Non arrendersi mai - Colonnello Sanders - uym

Non arrendersi mai – Colonnello Sanders – uym

Nel 1952, a South Soul Lake nello Utah, venne inaugurato il primo negozio che esponeva il marchio registrato K.F.C. (Kentucky Fried Chicken).

Entro la fine degli anni ’50 ne spuntarono altri 200 e il successo del Colonnello Sanders era destinato ad aumentare.

A metà degli anni ’60 la K.F.C poteva contare su 600 fast-food distribuiti tra Stati Uniti e Canada.

Nel 1964 il Colonnello Sanders decise di vendere tutto il suo impero per una cifra che in quegli anni era difficile anche solo immaginare.

La vendita al gruppo d’investitori fu conclusa per una cifra pari a 2 milioni di dollari.

Nel 1976 il Colonnello Sanders fu classificato come la seconda celebrità più conosciuta al mondo.

Nonostante non partecipasse più agli affari della società continuò a rimanere, data la sua fama, il portavoce del marchio e della storia di K.F.C.

Ancora oggi il marchio K.F.C. è considerato tra i più importanti fast food.

A diversi decenni dalla morte avvenuta nel 1980, l’immagine del Colonnello Sanders è ancora parte integrante del logo dell’Azienda: un signore anziano, un paio d’occhiali, baffi e pizzo canuti e il suo tipico papillon nero dai nastri pendenti.

Tutto era cominciato “solamente” con un sogno, in una situazione di forte disagio, sconforto e ristrettezze economiche.

 

Per concludere

Il Colonnello Sanders non ha mai reso noti gli ingredienti della ricetta per il suo pollo fritto, ma con il suo esempio ha sicuramente rivelato tre ingredienti essenziali della ricetta del successo: passione, determinazione e costanza.

Nonostante tutto il mondo gli gridasse di accantonare il suo sogno lui decise di non ascoltare quelle voci, decise di non arrendersi.

Pensa a quale strada avrebbe preso la vita del Colonnello Sanders se si fosse fermato anche solo al penultimo ristorante.

Incredibile come ogni nostra singola scelta possa celare imprevedibili cambiamenti.

E tu sei determinato nel portare avanti le tue decisioni e i tuoi sogni come il Colonnello Sanders?

 

Firma Marco Little UYM

Articolo Non arrendersi – Immagine tratte da Pixabay

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