Svegliatevi trentenni!
Il modo migliore per imboccare la strada del miglioramento è darsi una bella scrollata: svegliatevi trentenni!
Ho voluto riprendere così una parte del libro “Se il sole muore” di Oriana Fallaci. E’ un reportage sulla missione della NASA che di li a poco avrebbe portato l’uomo sulla Luna. La scrittrice si rivolge agli astronauti trentenni intervistati esortandoli a vivere pienamente la vita, a sognare e osare.
A 50 anni dalla pubblicazione del libro, questo schietto documento della Fallaci, è più che mai attuale. E’ una forte esortazione a sognare, ad agire, a scrollarsi di dosso quell’ingannevole torpore che sotto mentite spoglie ti trasforma da protagonista a spettatore della tua vita. Svegliatevi trentenni!
Svegliatevi trentenni! Oriana Fallaci
«Io mi diverto ad avere trent’anni, io me li bevo come un liquore i trent’anni: non li appassisco in una precoce vecchiaia ciclostilata su carta carbone. Ascoltami, Cernam, White, Bean, Armstrong, Gordon, Chaffee: sono stupendi i trent’anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perché è finita l’angoscia dell’attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent’anni!
Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perché anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c’è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell’olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi.
Siamo un campo di grano maturo, a trent’anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più, si pensa e si capisce come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui siamo saliti, la strada per cui scenderemo.
Un po’ ansimanti e tuttavia freschi, non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e in avanti, a meditare sulla nostra fortuna: e allora com’è che in voi non è così? Com’è che sembrate i miei padri schiacciati di paure, di tedio, di calvizie? Ma cosa v’hanno fatto, cosa vi siete fatti? A quale prezzo pagate la Luna? La Luna costa cara, lo so. Costa cara a ciascuno di noi: ma nessun prezzo vale quel campo di grano, nessun prezzo vale quella cima di monte. Se lo valesse, sarebbe inutile andar sulla Luna: tanto varrebbe restarcene qui.
Svegliatevi dunque, smettetela d’essere così razionali, ubbidienti, rugosi! Smettetela di perder capelli, di intristire nella vostra uguaglianza! Stracciatela la carta carbone. Ridete, piangete, sbagliate. Prendetelo a pugni quel Burocrate che guarda il cronometro. Ve lo dico con umiltà, con affetto, perché vi stimo, perché vi vedo migliori di me e vorrei che foste molto migliori di me. Molto: non così poco. O è ormai troppo tardi? O il Sistema vi ha già piegato, inghiottito? Sì, dev’esser così». Svegliatevi trentenni
Svegliatevi Trentenni!
Cosa ne pensi? Il sistema ci ha davvero piegato, inghiottito?
Articolo Svegliatevi Trentenni – Immagine tratta da Google Immagini
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Sintetizzando: ognuno è responsabile del proprio destino.
E tuttavia se 50 anni fa lo stimolo, l’ esortazione era rivolta ai 30enni ora si dovrebbero forse spingere, pungolare i 20/25enni ? Oppure gli anni si sono fatti + difficili ? Più difficili certamente ma anche perchè ciò che una volta era considerato superfluo ora è diventato indispensabile, imprescindibile. Forse sarebbe il caso di fermarsi un attimo e ragionarci un poco sopra.
La linea che divide ciò che serve da ciò che non serve si è fatta assai
labile. Non sarebbe male ricordare quanti italiani, dal 1900 in poi sono
andati a cercare fortuna in altri continenti, spesso non da soli ma con l’intera famiglia. Un esempio x tutte: in Argentina il 60% della popolazione è formata da italiani di 2a e 3a generazione. Era veramente un salto nel buio, ma l’ hanno fatto. Si sono insediati, hanno lavorato e costruito x sè e per le generazioni future. Senza andare così lontano abbiamo dimenticato il ” miracolo italiano ” ?. A distanza di 50 anni abbiamo bisogno di un altro miracolo. Che aspettiamo ? O stiamo bruciando
ciò che le generazioni del dopoguerra hanno costruito ? Chiara è la situazione nella mia testa, complessa e non poco la soluzione.
Ognuno segua e persegua la sua, ” se non ora quando ” ?
Grazie Roby del tuo contributo. Sono sicuro che affrontare questi argomenti sia molto utile per ricordarci che non siamo obbligati ad accontentarci! Ci meritiamo di più, molto di più. Il fatto è che tendiamo ad aspettare che succeda quel qualcosa che poi puntualmente non arriva mai. Facciamo una cosa, alziamoci e andiamo a prendere ciò che vogliamo… non è poi così difficile!
Un pezzo che comincia con “io me li bevo come un liquore i trent’anni: non li appassisco in una precoce vecchiaia ciclostilata su carta carbone.”… cosa dire?
Grazie Marco per aver condiviso questo splendido pezzo della Fallaci. E’ bellissimo.
Faccio i complimenti a Roby per il suo interessante commento.
Se non ci svegliamo adesso… quando?
Grazissimissime.
Ciao Wisteria! Bel pezzo vero? 🙂
Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto così tanto! Grazie. Marco.
Buongiorno, avendo qualche anno in più conosco bene la giornalista. Una donna davvero di spessore. Se non ricordo male è stata la prima giornalista donna ad andare al fronte come inviata speciale. Leggere questo testo senza sentirsi emotivamente coinvolti è impossibile.
Bravo Marco!
Buona giornata a tutti.
Ciao Alberto, sono d’accordo, è impossibile rimanerne indifferenti. Sottoscrivo quanto riportato da Wisteria “io me li bevo come un liquore i trent’anni: non li appassisco in una precoce vecchiaia ciclostilata su carta carbone.” Questa frase non è male come apertura vero? Rende molto bene l’idea! 😉
Ciao,bell’articolo grazie al quale ancora una volta ravvivo i miei stimoli personali, (non credo che sarò il solo). Complimenti anche a Roby che ha fatto un bellissimo commento.
L’articolo appena letto, è di una attualità impressionante e credo che lo sarà sempre. Non a caso, la grandiosità della Fallaci è comune a tutti. Non comune a tutti è ciò che descrive ed auspica, credo, alle generazioni con il suo articolo.
Ognuno è responsabile del proprio destino, cit., ed è assolutamente vero.
L’obiettivo è quello che più possibile, ognuno se lo vada a costruire su misura, il proprio destino.
In bocca al lupo!
Grazie
Umbex
Sono convinto che articoli del genere siano capaci di entrare dentro e toccare proprio quel “punto adibito al cambiamento”. Come a volte dico, sono convinto che anche una sola frase sia capace di cambiare la vita delle persone. Grazie davvero del commento! A presto, Marco.
Spendo 2 parole su Oriana, ne servirebbero molte di + ma certo non dal sottoscritto. Ho 4/5 libri da lei scritti a cominciare da “Insciallah”.
Il suo difetto ( ? ) è stato di dire pane al pane, etc.
Le sue previsioni sull’ Islam di 15 anni fa si sono purtroppo avverate; a quel tempo tuttavia non era ” politically correct ” ed era tanto unpolitical che non
si trova strada/piazza che porti il suo nome benchè + volte sollecitata da + parti.
Chi ha tempo e voglia vada a leggersi, senza pregiudizi, La rabbia e l’ orgoglio, è del 2001.
Io l’ ho letto e riletto. Al di là della sua prosa, corrosiva quanto basta, i temi che vengono esplicitati sono di una attualità sconcertante.
BUONA LETTURA !