Cambiare abitudini sfruttando la tecnica della rana bollita

Cambiare abitudini sfruttando la tecnica della rana bollita

Hai mai provato a cambiare abitudini sfruttando la tecnica della rana bollita?

Le abitudini, come sappiamo, possono essere davvero difficili da modificare e questa loro caratteristica ci porta ad abituarci un po’ a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione.

Facciamo insieme un esperimento che ci aiuterà in maniera concreata a capire i meccanismi con i quali le abitudini tendono a prendere il controllo della nostra vita.

Le abitudini possono essere infatti molto pericolose perché una volta acquisite diventano processi automatici che sfuggono al nostro controllo.

 

Cambiare abitudini sfruttando la tecnica della rana bollita

E che c’entra una rana bollita con le abitudini?

C’entra, eccome se c’entra.

Immaginiamo di prendere una pentola ed una rana appunto.

Riempiamo il nostro pentolone d’acqua e immergiamoci l’animale.

L’acqua è un po’ freddina ma nessun pericolo apparente in vista.

La rana si tranquillizza, trovando persino confortevole il nuovo ambiente.

Ripeto, si tratta di un esperimento, superfluo dirlo, da non mettere in pratica.

Dobbiamo solo immaginarlo.

Lo facciamo perché il suo sviluppo ci aiuta a capire un aspetto davvero rilevante sulle abitudini, sopratutto su quelle dalle quali facciamo fatica a prendere le distanze.

 

Ma andiamo avanti con la nostra simulazione.

Prendiamo il pentolone con cautela e poniamolo sul fornello della cucina.

Qualche minuto dopo l’acqua comincia a intiepidirsi.

Si notano nella rana movimenti che indicano un po’ di disagio, la temperatura non è più la stessa.

Dopo qualche attimo però la rana inizia a trovare persino piacevole quel leggero tepore che la avvolge.

Attorno all’animale è sempre tutto tranquillo, nessun pericolo in vista.

Passano altri minuti e l’acqua inizia a riscaldarsi un poco.

La rana trova meno confortevole la nuova temperatura che tuttavia rimane pur sempre accettabile.

Altri minuti e la temperatura si innalza e l’animale inizia ad agitarsi.

La temperatura sale e l’acqua è oramai diventata troppo, troppo calda.

La rana a quel punto vorrebbe reagire, cerca di saltare fuori dal pentolone ma non ci riesce.

Il piccolo animale è già molto indebolito e l’unica cosa che può fare è resistere, resistere per puro istinto di sopravvivenza.

Ma la temperatura continua ad aumentare e per la rana non c’è più niente da fare: finirà bollita.

 

Un’abitudine è qualcosa che puoi fare senza pensare – il che spiega perché molti di noi ne hanno così tante. (Frank A. Clark) Click to Tweet

 

Spiegazione della Iª parte della tecnica della rana bollita

Il Principio della Rana Bollita spiega in maniera davvero efficace come un cambiamento lento abbia la capacità di insinuarsi nella nostra vita, giorno dopo giorno, anno dopo anno, prendere il sopravvento e diventare routine.

Avviene esattamente come per la rana che, ahimè, muore bollita: il cambiamento, le variazioni, sono così lente e graduali che non ce ne rendiamo conto.

Sono cambiamenti così impercettibili da sfuggire sovente persino alla nostra percezione per cui non generano in noi alcuna reazione.

Stiamo lentamente, inconsapevolmente, scivolando in abitudini e/o situazioni anche pericolose.

Ricordi il comportamento della rana quando l’acqua inizia ad intiepidirsi?

L’animale non scappa, eppure potrebbe benissimo farlo.

Decide di accettare quel piccolo cambiamento.

Ecco che proprio come il nostro animaletto anche noi rimandiamo qualunque azione perché non ne comprendiamo l’urgenza e tantomeno l’importanza.

Ci comportiamo da spettatori.

Osserviamo, sentiamo quello che succede ma lo accettiamo, in fondo si tratta solamente di una piccolissima, irrilevante variazione.

Aspettiamo.

Attendiamo.

E mentre portiamo avanti in silenzio il nostro ruolo da spettatori lasciamo la qualità della nostra vita in balia delle abitudini che forse daranno origine ad eventi a noi non favorevoli.

 

“Un essere che si abitua a tutto: ecco, penso sia la migliore definizione che si possa dare dell’uomo.” (Fëdor Dostoevskij)

 

Poi avviene qualcosa di imprevisto e imprevedibile.

Le acque s’ intorbidano e la temperatura sale.

È in quel momento che realizziamo come ciò che sta accadendo dipenda in massima parte da ciò che non abbiamo fatto per tempo.

Peccato che sia ormai tardi.

Tempo scaduto.

È la fine.

 

Se lo hai sempre fatto in quel modo, è probabilmente sbagliato. (Charles Kettering) Click to Tweet

 

 

Abitudini e processo decisionale

È scientificamente provato che quando si forma un’abitudine la nostra mente non partecipa più consciamente ad alcun processo decisionale.

Stiamo parlando di un’abitudine, di una consuetudine per cui non debbo prendere alcuna decisione in merito: “È normale che sia così”.

Con questa consapevolezza sarà il nostro il pilota automatico a guidarci.

Mente e corpo sanno già esattamente cosa, come e quando farlo.

Non fraintendermi però.

Stiamo parlando di un meccanismo davvero formidabile perché consente di farci risparmiare tempo ed energie nella gran parte delle nostre giornate.

Ci rende davvero efficienti.

Immaginati cosa succederebbe se ogni volta che ci troviamo ad affrontare situazioni già vissute e/o persone già incontrate dovessimo ripartire da zero.

Fortunatamente questo non succede per cui ogni nostra azione o reazione avviene in maniera naturale, fluida.

 

L’abitudine, la ripetitività di un’azione, quale che sia, ha infatti proprio questo compito, consentirci di essere ugualmente efficaci utilizzando al minimo le nostre risorse.

Ogni volta che il nostro cervello entra in modalità automatica (abitudine) la nostra attività cerebrale diminuisce in maniera drastica e questo succede anche nello svolgimento di lavori molto complessi.

Peccato che questo sistema funzioni in maniera così efficace anche per le cattive abitudini.

Prendiamoci 5 minuti per fare un check della nostra giornata tipo in modo da portare alla luce quei comportamenti negativi riconducibili al concetto di consuetudine.

Sono tutti comportamenti che se li mettiamo sotto la lente d’ingrandimento finiscono purtroppo sotto la scusante: “Che vuoi che sia – È normale che succeda – Non sono il solo a comportarmi così – Non sarà certo quest’aspetto a fare la differenza – ecc.”

A quanto pare la lente d’ingrandimento che usiamo è davvero pessima.

Ripromettiamoci di cambiarla con urgenza.

 

La falsa sensazione di avere il controllo

Cambiare abitudini sfruttando la tecnica della rana bollita - finire alle corde - uym

Cambiare abitudini sfruttando la tecnica della rana bollita – finire alle corde – uym

A questo punto si potrebbe arrivare alla conclusione che le nostre abitudini riempiano solo una piccola parte delle nostre giornate.

Ma non è così.

“Mediamente il 40% di ciò che facciamo ogni giorno non è dato dalle nostre decisioni ma dalle nostre abitudini.”

Quindi quasi la metà della nostra giornata è gestita dalle abitudini , azioni che non necessitano di alcun ragionamento, riflessione e tantomeno di alcuna decisione.

All’interno di quest’incredibile percentuale troviamo tutte le abitudini, buone e cattive, ma è opportuno ricordare questo dato per avere maggiore consapevolezza che ci muoviamo troppo spesso con il pilota automatico.

Quasi la metà della nostra vita si muove come un treno su un binario unico, e noi stiamo alla finestra, o meglio al finestrino, guardando immobili, lo scorrere di buona parte della nostra esistenza.

Su quel 40% della nostra esistenza non abbiamo controllo alcuno anche se pensiamo di averlo.

In quel 40% non ci sono scelte ma solo abitudini.

Passi per quelle buone ma per le altre?

 

 

Le catene delle abitudini sono troppo deboli per essere avvertite finché non diventano troppo forti per essere spezzate. (Samuel Johnson) Click to Tweet

 

Quando sei messo alle strette da cattive abitudini consolidate è davvero difficile uscirne indenni… anzi è perfino difficile uscirne.

 

IIª parte… una piccola variazione nell’esperimento

Adesso simuliamo il solito esperimento ma inseriamo una piccola ma rilevante modifica.

Prendiamo il solito pentolone, lo mettiamo sul fuoco in modo da scaldare l’acqua per bene.

Quando l’acqua sarà ben calda cercheremo di mettere la rana dentro al pentolone.

Ho detto cercheremo… perché sai cosa succederà?

La cosa più ovvia: appena avvicineremo la rana all’acqua a bollore l’animale spiccherà un gran balzo e fuggirà.

Capita la differenza?

 

Per concludere

Quali delle nostre azioni sono la conseguenza di un preciso ragionamento e quali invece viaggiano su binari senza controllo?

Teniamo sempre a mente come le nostre abitudini, buone e cattive, impattino sulla nostra intera esistenza, sul nostro benessere.

Vediamo di conservare e coltivare le buone abitudini e cambiare le cattive.

E lasciamo la rana tranquilla nel suo stagno.

 

Firma Marco Little UYM

Articolo Cambiare abitudini sfruttando la tecnica della rana bollita – immagini di pubblico dominio

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