Psicosomatica: il complesso rapporto mente corpo
Ho il grande piacere di farti leggere un interessantissimo articolo sulla Psicosomatica scritto appositamente per tutti i lettori di UpgradeYourMind.
L’importante contributo ci arriva dalla Dott.ssa Fabiola Fortuna, Direttore Responsabile del Centro didattico di Psicoanalisi e Psicodramma analitico.
Cos’è la Psicosomatica?
In che modo la Psicosomatica riesce a dare chiarimenti sul complesso rapporto tra mente e corpo?
Ecco l’interessante articolo della Dott.ssa Fabiola Fortuna.
La Psicosomatica
La psicosomatica può intendersi, fondamentalmente, come un orientamento delle scienze mediche, di quelle psicologiche finalizzato a privilegiare l’aspetto della totalità psicofisica degli individui.
Considerare l’uomo in tutti i suoi aspetti, materiali e immateriali, rimanda alle speculazioni sul complesso rapporto tra mente e corpo, che per secoli è stato dibattuto, specialmente in ambito filosofico.
Nei pre-socratici, ad esempio, il mondo è visto come un grande corpo (assimilabile al concetto di natura) in cui sono presenti elementi fisici e non : l’acqua, il fuoco, la psiche… una sorta di corpo collettivo composto da tutti gli uomini fusi con il tutto della natura e della specie.
Con Platone, invece, si è cominciato ad immaginare il corpo come qualcosa di legato all’apparenza, un corpo ideale che sta in un mondo ideale che trascende la realtà, un corpo non destinato alla morte, tema questo presente anche in campo religioso.
Abbiamo quindi a che fare con una formulazione dualista che separa il mondo delle idee da quello della natura: un concetto d’anima distinta dal corpo.
Aristotele si discosta, invece, dalla posizione platonica e, grazie alle sue osservazioni scientifiche, approda alla consapevolezza dell’unità psicosomatica dell’essere umano, in cui l’anima costituisce la “forma sostanziale” del corpo.
Sempre nella antica Grecia, troviamo anche testimonianze di medici , come Erasistrato (304-240 a.C.) , e lo stesso Ippocrate, che osservavano come non esistesse organo il cui funzionamento non fosse influenzato dalle emozioni.
Riflette a questo proposito Ippocrate:
Nella filosofia moderna, il dualismo mente corpo viene ribadito dal pensiero di Cartesio, per il quale l’anima è distinta dal corpo ed unita ad esso solo accidentalmente: res cogitans e res extensa sono due sostanze assolutamente separate, anche se si rileva, ad esempio, con Kant, una sorta di dubbiosa sospensione del giudizio, per il quale il corpo si può percepire solo parzialmente e la grande complessità psicologica dell’essere umano dovrebbe indurre ad interessarsi a quanto di spirituale vi è nel male fisico.
Venendo a tempi a noi più vicini, il problema della interazione fra mente e corpo comincia ad essere oggetto di riflessione non tanto per la filosofia, quanto piuttosto per la scienza medica.
Psicosomatica: la nascita
Nel 1818 il medico tedesco J.C. Heinroth conia il termine “psicosomatica”, riferendosi alle sue ricerche sulle malattie organiche studiate da un punto di vista più ampio, che teneva anche conto di fattori non strettamente fisiologici.
Un approccio veramente innovativo, se si pensa che devono passare altri cento anni, fino al 1919, perché la “medicina psicosomatica”, espressione utilizzata da Felix Deutsch per i suoi studi sulle nevrosi organiche, entri finalmente nell’ambito della scienza medica ufficiale.
Però, nonostante siano passati tanti anni, il termine psicosomatica non viene ancora utilizzato in maniera univoca.
Infatti, nel riferirsi al concetto della psicosomatica si va spesso incontro a confusione, giacché con tale termine si può intendere sia l’insieme degli stati morbosi che possono creare situazioni depressive nel soggetto, sia il fatto che esistono delle possibili cause e concause psichiche nell’eziopatogenesi delle malattie organiche.
Personalmente reputo sia più utile inquadrare la questione da quest’ultimo punto di vista e mi sembra utile a tal riguardo la seguente suddivisione in disturbi funzionali e disturbi psicosomatici veri e propri ( è evidente che inoltre esistano patologie organiche con eziologia del tutto diversa).
I disturbi funzionali sono quelli che in pratica sono dovuti ad un alterato funzionamento d’apparati ed organi e, rientrano in questa categoria, tutte quelle più o meno lievi patologie per le quali le persone, in genere, si rivolgono ai medici di base e sono ad esempio: il vomito, i rossori, alcuni casi d’enuresi, la tosse psicosomatica, alcuni disturbi della sfera sessuale maschile e femminile, alcuni disturbi gastrici, certe forme di paralisi, la cecità isterica ed altri.
Tutte queste patologie sono in stretta correlazione con lo stato dell’umore e all’espressione, più o meno intensa, di determinate emozioni che le migliorano o le peggiorano.
I disturbi psicosomatici veri e propri sono invece quelli in cui vi è una compromissione d’organo riscontrabile e la cui classificazione, operata da Alexander, fu poi riconosciuta dall’OMS negli anni quaranta, e che sono: ulcera gastroduodenale, colite ulcerosa emorragica, artrite reumatoide, ipertensione arteriosa psicogena, tireotossicosi o morbo di Basedow, psoriasi, asma bronchiale, cefalea emicranica.
C’è pero da sottolineare che negli ultimi cinquant’anni la ricerca scientifica ha dedicato molta attenzione all’influenza della componente psicologica nella insorgenza e nel decorso delle malattie organiche gravi, come le malattie cardiocircolatori e le malattie oncoligiche.
Un interesse crescente che deriva, probabilmente, non solo dalla maggiore diffusione di tali patologie ma anche dalla maggiore attenzione rivolta non tanto e non solo alla malattia come “anomalia da correggere” ma al malato nel suo complesso.
Un esempio per tutti: la dimostrazione sperimentale delle complesse interazioni tra sistema nervoso e sistema immunitario, le cui evidenze scientifiche hanno consentito addirittura la nascita di una nuova branca di ricerca, la psiconeuroimmunologia.
Considero, quindi, che non si può escludere a priori che tra i disturbi psicosomatici possano essere inseriti anche il cancro, le malattie cardiovascocircolatorie e la sclerosi multipla.
Questo, deve essere chiaro, non significa dire che l’eziopatogenesi di tali malattie sia solo ed esclusivamente d’ordine psichico; chi affermasse questo sarebbe completamente fuori strada; ma, è probabilmente importante, imparare a considerare che, quasi certamente, in ogni affezione somatica ci può essere una concausa di tipo psicologico sia per quanto riguarda la genesi che per quello che è il decorso dell’evento della patologia stessa.
Psicosomatica: la preziosa esperienza di Claudio Modigliani
A questo proposito penso sia opportuno ricordare la preziosa, e troppo spesso dimenticata, opera di Claudio Modigliani, eminente studioso, fondatore dell’Istituto di Psicosomatica Analitica e pioniere del campo, che ha dedicato gran parte della sua attività ad approfondire il ruolo svolto dalla componente psichica nell’insorgenza e nel decorso delle patologie organiche, proponendo un approccio alla malattia inedito: affiancare le cure mediche tradizionali ad un attento ascolto analitico che si è tradotto poi nella messa in atto di specifici tipi di psicoterapia comprendenti anche l’utilizzo di apposite metodiche di meditazione e di rilassamento psicofisiche.
L’approccio di Modigliani alle gravi malattie organiche risulta essere oggi più che mai un approccio inedito e complesso, in cui si integrano elementi tipici della metapsicologia classica con importantissime osservazioni empiriche che sono proprie dell’approccio medico-scientifico.
Da questa “contaminazione”, associata ad intuizioni e riflessioni scaturite dalla sua grande esperienza clinica, egli ha di fatto precorso di diversi decenni i più recenti filoni di ricerca, che cercano di verificare la coerenza tra i concetti fondamentali della psicoanalisi con le recenti scoperte in neuropsichiatria e neuropatologia.
Come intuito da Modigliani, la teoria più consolidata circa l’origine delle gravi malattie organiche è quella trifattoriale che vede in gioco tre fattori:
- componente genetica;
- ambientale;
- psichica.
Relativamente al fattore genetico questi ultimi decenni , con l’evolversi delle tecniche di manipolazione genetica, sono stati fatti grandi passi in avanti nell’individuazione di quei fattori che influenzano, ad esempio, i meccanismi di replicazione cellulare oppure, nel verificare le modalità con cui il fattore genetico modifica la sua attività fenotipica, a seconda dell’ambiente in cui si sviluppa, come nel caso della epigenetica.
Per quanto riguarda il fattore ambientale, è sotto gli occhi di tutti come esso influenzi ormai profondamente la qualità di vita di ognuno di noi, ma si potrebbe raggiungere un suo miglioramento soltanto grazie ad un complesso di azioni a livello politico, sociale ed economico sulle quali il singolo individuo può avere una influenza relativa.
Psicosomatica e l’integrità psicofisica del soggetto
Rimane quindi il fattore psichico: agire su di esso può rappresentare un elemento cruciale nel decorso clinico di un paziente organico grave.
E difatti Modigliani , nella sua lunga esperienza clinica e teorica, rivolge la sua attenzione prevalente agli aspetti intrapsichici che egli rileva essere ricorrenti nei suoi pazienti.
In tali pazienti egli coglie con una frequenza significativa, una rilevante “incapacità” a tollerare le sofferenze psichiche che il vivere inevitabilmente comporta; si viene quindi a creare una fortissima sofferenza, assolutamente inconsapevole che, in quanto tale, il paziente non riesce ad affrontare; una sofferenza che mina l’integrità psicofisica del soggetto.
L’attuale esperienza clinica dimostra come queste riflessioni siano oltremodo attuali: osserviamo quotidianamente come ognuno di noi sia bersagliato da un flusso continuo di stimoli di ogni tipo che rende sempre più difficile trovare lo spazio per momenti di riflessione e “decantazione”.
Non si dà il tempo a noi stessi di comprendere se e cosa ci fa stare male, ma da questa “inconsapevolezza” discende, come aveva intuito Modigliani, un allontanamento graduale dalla nostra realtà psicofisica.
Sarebbe quindi importante, ad esempio, affrontare le questioni legate alla salute fisica non limitandosi ad un singolo ambito di sapere: l’esperienza clinica conferma che è indispensabile inquadrare e indagare le situazione cliniche dei pazienti nella loro specifica complessità, e le indicazioni cliniche conseguenti devono tenere conto di ogni elemento di questa complessità, non tralasciandone nessuno.
Non si tratta di coltivare false speranze, ma la letteratura scientifica offre sempre più numerosi esempi di come le terapie mediche, se affiancate da opportuni interventi psicoterapeutici, risultino più efficaci e, aspetto da non sottovalutare, migliorino fortemente la qualità della vita di pazienti sottoposti a continui stress causati dalle cure e da tutte le vicende correlate alla situazione di malattia (viste, controlli, analisi…).
La psicoterapia penso possa offrire alle persone quello spazio di ascolto che di fatto spesso si nega anche inconsapevolmente a se stessi: dare voce anche a propri pezzi soggettivi mortificati troppo a lungo è invece un percorso vivifico.
Sensibilizzare all’ascolto del proprio sé più autentico può favorire altresì un processo di riscoperta della propria soggettività attraverso l’emersione proprio degli aspetti di sé più autentici e troppo spesso sopiti.
Certo, non sono percorsi facili , comunque l’esperienza mi ha insegnato che, una volta che si riesce ad iniziare un attento e specifico lavoro psicoterapico si trovano insieme al paziente le vie per uscire dalla “impasse” in cui i soggetti si sono trovati incastrati, permettendo loro il recupero di risorse incredibili che diventano davvero “l’arma in più” per il recupero della salute fisica.
L’obbiettivo, in definitiva, diventa trasformare una malattia, anche grave, nell’occasione di una rinascita.
Articolo a cura della Dott.ssa Fabiola Fortuna
Per concludere
Un sentito ringraziamento alla Dott.ssa Fabiola Fortuna per aver accettato di condividere la sua grande esperienza con tutti noi, per averci aiutato a riflettere sulla Psicosomatica, sull’importante e complesso rapporto tra mente e corpo.
Articolo Psicosomatica della Dott.ssa Fabiola Fortuna – Immagini pubblico dominio
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Erasistrato ed Ippocrate non erano poi così lontani dal vero. Però non potevano immaginare che un terzo fattore sarebbe stato capace di influenzare sia il fisico che il corpo: l’ ambiente. Non potevano immaginare lo scempio che saremmo stati in grado di farne. Gli incendi di questi gg. ne sono una testimonianza palese e,
putroppo, solo una di una lunga serie.
La Dott.ssa Fabiola ci ha fornito molte informazioni utili per capire meglio cosa sia la Psicosomatica e come funzioni.
Mi farebbe molto piacere approfondire un argomento così complesso e al contempo particolarmente utile per il nostro benessere.
Grazie Marco e grazie Dottoressa. Un articolo che mi ha incuriosito molto su un argomento di cui conosco davvero poco.
Ciao Wisteria, la Psicosomatica è un argomento particolarmente interessante. Sono certo che ci sarà modo di approfondirlo. Stay tuned, continua a seguirmi! 🙂