Colonnello Sanders e il successo vola su ali di pollo
Colonnello Sanders e il successo vola su ali di pollo.
Ci sono storie di vita vissuta che hanno la capacità di farci riflettere ed emozionare. Alcune storie, come quella del Colonnello Sanders, riescono a darci la spinta per cambiare qualcosa in quello che già facciamo, sono capaci di farci vedere ciò che prima non vedevamo.
Alcune storie possono migliorare la qualità delle nostre vite perché in grado di muovere dentro di noi “qualcosa”.
La storia del Colonnello Sandres si muove proprio in questa direzione.
Un’affascinante storia fatta di successi e grandi insuccessi.
Una storia, quella del Colonnello Sanders, fatta di resilienza, della sua capacità di andare avanti nonostante le difficoltà.
L’incredibile storia del Colonnello Sanders
Vi parlerò del piccolo Harland nato nel 1890 in un paesino dell’Indiana.
Orfano di padre all’età di 6 anni e con pochi soldi in famiglia diventò uno dei più ricchi e famosi imprenditori d’America.
Una splendida storia quella del Colonnello Sanders che potrà essere in grado di ispirare anche te.
Colonnello Sanders: L’infanzia e la condizione economica
La madre per sostentare la famiglia senza la figura paterna, cominciò a lavorare lasciando al piccolo l’incombenza di prendersi cura del fratello poco più grande e della sorellina. Harland si ritrovò ben presto a doversi occupare anche del pranzo e della cena e così nel giro di un anno diventò il piccolo cuoco di famiglia.
I soldi scarseggiavano e così ancora bambino, all’età di 10 anni, entrò nel mondo del lavoro presso una fattoria. I 2$ al mese che guadagnava erano una concreta boccata d’aria.
Due anni dopo sua madre si risposò e Harland si allontanò da casa per lavorare in una fattoria a Greenwood. A 15 anni divenne autista di tram; l’anno successivo entrò nell’esercito e fu inviato per sei mesi a Cuba.
Al suo rientro si dette subito da fare passando da un lavoro all’altro: vigile del fuoco, assicuratore, venditore di pneumatici, aiutante sui battelli a vapore, benzinaio. Cominciò a studiare legge per corrispondenza.
Colonnello Sanders: la Grande Depressione e la nascita della sua piccola attività
Il periodo successivo fu uno dei peggiori della storia. Siamo alla fine degli anni ’20 e gli Stati Uniti entrano in quel periodo nero conosciuto come Grande Depressione o crollo di Wall-Street.
Harland Sanders continuò con grosse difficoltà a trovare lavoretti saltuari che gli consentirono di avere un tetto sulla testa e di mangiare qualcosa a fine giornata. Nonostante il periodo di crisi del paese Harland riuscì finalmente a prendere in gestione una stazione di rifornimento.
Dopo alcuni anni cominciò a cucinare delle veloci pietanze per i viaggiatori che si fermavano presso la sua stazione di rifornimento per un boccone. Non era organizzato per offrire un servizio di ristoro così si destreggiava accogliendo i suoi clienti direttamente nella cucina.
I clienti apprezzavano i piatti serviti e così il numero di avventori aumentò in maniera consistente. Non potendo più gestire il numero crescente di clientela si trasferì dalla parte opposta della strada in un ristorante con una disponibilità di 140 coperti.
Harland aprì così il suo punto di ristoro: il Sanders Court Cafè.
In questo periodo cominciò ad affinare la sua speciale ricetta attraverso un mix di spezie aromatiche che conferivano un particolare sapore al suo pollo fritto.
Non ancora soddisfatto sperimentò anche nuovi modi per cucinare trovando nell’utilizzo della pentola a pressione la risposta alle sue necessità: un’incredibile velocità nella cottura della carne.
Colonnello Sanders, la fama e la nomina di Colonnello
Gli affari cominciarono ad andare nella giusta direzione, la fama di Harland Sanders divenne tale che nel 1935 il governatore Ruby Laffoon lo nominò Colonnello, il Colonnello Sanders.
Il titolo in questione ha un significato diverso da quello che potremmo pensare, veniva infatti conferito a quei cittadini che si erano distinti per i particolari servigi offerti al paese. I servigi in questione erano culinari: il suo piatto forte conosciuto come “Colonel Sanders’ Fried Chicken” divenne famoso in tutto lo stato.
Colonnello Sanders, l‘interstatale 75 e la rovina
Nel 1950 successe qualcosa che cambiò all’improvviso la vita del Colonnello Sanders. La nuova Interstatale 75 deviò tutto il traffico fuori dalla cittadina di Corbin: niente più viaggiatori, niente più affari.
Il Colonnello Sanders fu costretto a chiudere la sua attività. Pagate le fatture e i fornitori, si ritrovò praticamente con il solo assegno di sussistenza: 105$. Aveva 60 anni e nonostante la passione e gli sforzi si era ritrovato con un pugno di mosche. Tutto quello che il Colonnello Sanders aveva creato non esisteva più.
Che cosa avrebbe potuto mai fare a quell’età con soli 105$ al mese?
Colonnello Sanders e la nascita di un sogno
In un preciso istante di una giornata ordinaria, dopo aver trascorso due anni a pensare a come reinventare la propria vita, il Colonnello Sanders ebbe un’idea: vendere la sua speciale ricetta di pollo fritto attraverso un modello di business basato sul franchising.
Erano i primi anni ’50 ed il Colonnello Sanders salì in macchina con il suo vivido sogno. Avrebbe proposto le sue speciali ali di pollo in ogni ristorante e nel caso avesse avuto un riscontro positivo avrebbe stipulato un accordo che gli avrebbe fatto incassare 1 nichelino per ogni piatto di pollo venduto.
Purtroppo quel sogno sembrava desinato ad infrangersi andando a scontrarsi con la realtà. Il Colonnello Sanders cominciò infatti a ricevere solo dei “No”.
“Non sono interessato, grazie.”, “Non credo che la sua ricetta possa dare un valore aggiunto al mio ristorante.”, “Il pollo è molto buono ma non basta del pollo fritto per cambiare le sorti del mio ristorante.”
Il Colonnello Sanders avrebbe potuto abbandonare il suo progetto, il suo sogno. Il mondo là fuori sembrava proprio suggerigli questo: “Smettila di sprecare le tue energie e i pochi soldi che hai per un modello di business che non funziona e per del banale pollo fritto. Hai superato i 60 anni, tieniti stretto quell’assegno da 105$ al mese e rimetti i piedi in terra.”
Colonnello Sanders: tra difficoltà e determinazione
Il Colonnello Sanders però non cessò mai di tenersi stretto quel sogno e continuò imperterrito, con una forte determinazione e motivazione, a viaggiare in macchina, in lungo e largo, per tutti gli Stati Uniti alla ricerca di quel primo “sì” che gli avrebbe cambiato la vita. I mesi passavano ed il numero di ristoratori non interessati alla sua ricetta saliva in maniera vertiginosa. Probabilmente chiunque altro dopo venti, trenta rifiuti avrebbe desistito.
Il Colonnello ricevette 1009 “No” prima d’incontrare il primo ristoratore interessato alle sua speciale ricetta.
Colonnello Sanders: il successo e la storia di K.F.C.
Nel 1952, a South Soul Lake nello Utah, venne inaugurato il primo negozio che esponeva il marchio registrato K.F.C. (Kentucky Fried Chicken).
Entro la fine degli anni ’50 ne spuntarono altri 200 e il successo del Colonnello Sanders era destinato a continuare.
Nel 1964 era riuscito a creare una catena di 600 fast-food tra Stati Uniti e Canada. In quello stesso anno il Colonnello Sanders decise di vendere il suo impero per 2 milioni di dollari ad un gruppo d’investitori.
Nel 1976 il Colonnello Sanders fu classificato come la seconda celebrità più conosciuta al mondo.
Nonostante non partecipasse più agli affari della società continuò a rimanere, data la sua fama, il portavoce del marchio e della storia di K.F.C.
Ancora oggi il marchio K.F.C. è considerato tra i più importanti fast food.
A diversi decenni dalla morte avvenuta nel 1980, l’immagine del Colonnello Sanders è ancora parte integrante del logo dell’Azienda: un signore anziano, un paio d’occhiali, baffi e pizzo canuti ed il suo papillon nero dai nastri pendenti.
Tutto era cominciato “solamente” con un sogno, in una situazione di disagio, sconforto e ristrettezze economiche.
Il Colonnello Sanders non ha mai reso noti gli ingredienti della sua ricetta di ali di pollo fritto, ma con il suo esempio ha rivelato tre ingredienti essenziali della ricetta del successo: passione, determinazione e costanza.
Pensa a quale strada avrebbe preso la vita del Colonnello Sanders se si fosse fermato anche solo al penultimo ristorante. Incredibile vero?
Il consiglio che ti do è di perseverare nei tuoi obiettivi perché il traguardo potrebbe essere proprio dietro quella curva. Il vantaggio che ne trarrai si ripercuoterà concretamente sulla qualità della tua vita.
E tu sei determinato nel portare avanti le tue decisioni e i tuoi sogni come il Colonnello Sanders?
Foto tratta da Google Immagini
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La storia è costellata di tali esempi: Onassis, Hertz, Ikea, S. Jobs.
Hertz nasce come individuo in un paesino della Polonia agli inizi del
secolo scorso, si trasferisce negli Usa e nel 1928 nasce il 1° noleggio di
auto: 4 !! Nessuno ci aveva ancora pensato. Hertz adesso rappresenta un
marchio mondiale presente in + di 150 paesi Cina compresa.
Si dice che i tempi sono cambiati, sbagliato, sono gli uomini che cambiano i tempi..non viceversa. Quindi sotto con idee, obiettivi ma sopratutto determinazione !!!
Grazie Roby di averci ricordato che storie di successo come quelle del Colonnello Sanders non sono un caso isolato.
A presto. Marco.
Una storia piuttosto interessante, l’età e la scarsa disponibilità economica di Sanders fanno riflettere. Quante volte ho visto persone evitare di prendere decisioni importanti magari perchè ritenevano di non avere più l’età per rimettersi in gioco (zona di confort?) oppure non avevano i soldi per poter affrontare il cambiamento (altra scusa?). La cosa che mi ha lasciato veramente senza parole è la determinazione: ma quante persone sarebbero arrivate a 1009 ‘no’. Credo molto poche, io forse non brillerò per determinazione e caparbietà, ma credo che dopo una ventina di rifiuti avrei cominciato a pensare ad altro.
Mi piacerebbe conoscere anche altre storie di successo legate a persone che hanno in qualche modo lasciato una traccia nel mondo.
Avrà un seguito questo articolo?
Ciao.
Ringhio70
Ciao Ringhio70, la determinazione è sicuramente l’aspetto più affascinante della storia. Ogni volta che mi sono imbattuto nelle vicissitudini del Colonnello Sanders ho sempre cercato d’immedesimarmi in lui.
Chi non si è domandato: “Io, cosa avrei fatto al suo posto?”
C’è un domanda però alla quale non so cosa darei per avere una risposta:
“Dopo aver collezionato tutti quei no, com’è riuscito ad andare avanti, cosa frullava nella sua mente, cosa pensava?”
Marco.
Dimenticavo… posterò sicuramente altre storie di successo!
Stay tuned!
Marco.
Ciao Marco, non conoscevo la storia del colonnello Sanders.
E’ incredibile il modo con cui, nonostante la non più giovane età, abbia creato un colosso della ristorazione. Ho letto i commenti precedenti ed in effetti chi non vorrebbe sapere cosa gli passava per la mente, cosa pensava ogni volta che qualcuno gli chiudeva la porta in faccia. Dove trovava la forza di andare avanti senza vacillare, senza mettere in dubbio ciò che stava promuovendo. Se ognuno di noi riuscisse a mettere in pratica il 10% di quello che ha fatto questo signore le nostre vite sarebbero molto diverse.
Non vedo l’ora di leggere altri racconti come questo.
Grazissimissime.
Ciao Wisteria, ti ringrazio del commento.
Ho sempre ascoltato, letto con incredibile piacere queste storie perché capaci di smuovere un “qualcosa” dentro. Non conosco purtroppo i pensieri esatti del Colonnello Sanders ma possiamo prendere spunto dai risultati che ha ottenuto per ricordarci di non mollare, mai.
A presto. Marco.
Articolo, stupendooooooooooooooo 🙂
Grazie Danilo, sempre trooooooooooppo gentile!
Marco.
Trovo stimolante leggere storie di signori “nessuno” che hanno avuto enorme successo!
Perché mi viene da pensare proprio come dici: cosa avrei fatto al suo posto?
E che svolte avrei potuto dare alla mia vita se fossi stata più determinata?
Scrivo una cosa che non c’entra con l’articolo ma che trovo giusto commentare: riesci a rendere il blog davvero stimolante perché tratti gli argomenti da punti di vista diversi e mai banali! Complimenti!
Continua così 🙂
Ciao ApplePie, alle domande che ti sei posta cosa hai risposto?
Ti ringrazio sinceramente per i complimenti sono un importante stimolo ad andare avanti!
Grazie. Marco.
Onestamente all’ennesima porta in faccia avrei desistito.
Ma ho pensato che magari tra non demordere alla millesima volta e demordere al terzo tentativo forse una via di mezzo c’è.
Direi che conta in questo caso la determinazione con cui crediamo nelle cose che desideriamo.
Ma per citare un tuo precedente post: rientrare nella propria zona di confort è così allettante che non mi lascia tanto margine per continuare a fallire 🙁
La maggior parte delle persone avrebbe desistito, sicuramente. In questa storia abbiamo una determinazione che non può che essere d’ispirazione per tutti noi. Per quanto riguarda la zona di comfort posso dirti che è allettante fin tanto non ci rendiamo conto realmente di quanto sia d’intralcio alla nostra crescita e al nostro benessere. Sono convinto che avere piena consapevolezza di questa prigione travestita da “casa dolce casa” possa aiutare sensibilmente le persone a spingersi oltre.
Mi fa piacere che segui con attenzione i miei articoli.
Un grazie sincero.
A prestissimo. Marco.