La sfortuna esiste davvero?

La Sfortuna esiste - uym

Esiste davvero la sfortuna?

Esiste la cattiva sorte?

“Sono stato sfortunato, poteva capitare a chiunque ed invece è successo proprio a me.”

A chi non è capitato di pensare qualcosa del genere?

Per quanto cerchiamo di razionalizzare la sfortuna ci lasciamo poi andare in pensieri che sembrano invece dire tutt’altro.

La sfortuna ricopre così un ruolo importante nelle nostre giornate, andando ad interferire con il nostro benessere e la nostra felicità.

 

La Sfortuna esiste?

Consultando un qualunque dizionario troviamo: Sfortuna = Cattiva fortuna, sorte avversa; quel poveretto è perseguitato dalla sfortuna; sfortuna volle che non arrivasse in tempo; avvenimento spiacevole, di cui non si ha colpa o responsabilità; contrattempo increscioso.

Sembra una sorta di forza, di energia che rema contro di noi.

 

La superstizione porta sfortuna. (U.Eco) Click to Tweet

 

Cosa dobbiamo pensare di quelle circostanze in cui nonostante i nostri sforzi le situazioni ci sfuggono di mano e l’esito non è quello sperato?

La domanda che ti pongo è: ma davvero vogliamo credere all’esistenza di un’entità intangibile che come unico scopo ha quello di farci fallire e di osteggiare le nostre iniziative?

Credo che la risposta sia ben chiara:

la sfortuna non esiste.

Se invece la sfortuna non fosse altro che una scappatoia che utilizziamo per non assumerci le responsabilità dei nostri scivoloni e dei nostri fallimenti?

Se ci riflettiamo un attimo è decisamente comodo appoggiarsi alla sfortuna per digerire meglio un fallimento.

Così facendo ci scrolliamo di dosso il peso della responsabilità e ci consoliamo con il pensiero che non è certamente colpa nostra.

“Del resto se la sfortuna mi perseguita cosa posso farci?”

Sarà un caso che le persone di successo non credono nella sfortuna?

Sono consapevoli che i successi e gli insuccessi sono responsabilità loro e di nessun altro.

Sono persone capaci di cadere e rimettersi in piedi.

Valutano con attenzione cos’è successo, aggiustano il tiro e ripartono verso il loro obiettivo.

Sono persone che non si arrendono alle difficoltà mostrando di avere una grande resilienza.

 

Il più sfortunato di tutti gli uomini è colui che crede di esserlo. (F.Fenelon) Click to Tweet

 

La sfortuna e il Locus Of Control

Lo psicologo Julian B. Rotter sviluppò una teoria, divenuta molto importante nel suo campo, chiamata Locus of Control (LoC).

“Il luogo di controllo” modella la percezione che ciascuno di noi ha della possibilità di controllare la propria vita.

Lo psicologo individuò due tipologie di LoC.

  1. Interno: che è posseduto da quegli individui che credono nella propria capacità di controllare gli eventi. Questi soggetti attribuiscono i loro successi o insuccessi a fattori direttamente collegati all’esercizio delle proprie abilità, volontà e capacità.
  2. Esterno: posseduto da coloro che credono che gli eventi della vita, come premi o punizioni, non sono il risultato dell’esercizio diretto di capacità personali, quanto piuttosto il frutto di fattori esterni imprevedibili quali il caso, la fortuna o il destino.

Sfortuna: la ricetta segreta

  • 100 g di consapevolezza
  • 1 cucchiaio di gestione dei propri pensieri
  • 1 spruzzo di tenacia

 

1. La Sfortuna e la consapevolezza

La consapevolezza che non esista alcuna sfortuna, sfiga, sorte o come altro la vogliamo chiamare ci permette di riprendere il controllo della nostra vita.

Realizzare di essere i timonieri della propria esistenza, ci fa vedere tutto con occhi diversi.

Sappiamo di poter percorrere la nostra vita puntando verso i nostri obiettivi, convinti di non dover combattere con fantasmi che fanno di tutto per osteggiare i nostri progressi.

“Homo faber fortunae suae” diceva il latino Appio Claudio Cieco (350 a.C. – 271 a.C.)

Come vedi il modo migliore per tenersi lontano la cattiva sorte è di avere la consapevolezza che ciò che otteniamo dipende da ciò che facciamo.

Tieni inoltre presente che le azioni sono una conseguenza diretta dei tuoi ragionamenti e quindi possiamo affermare che la sfortuna si combatte attraverso ciò che pensi.

 

L'uomo è costruttore della sua fortuna. (Appio Claudio) Click to Tweet

 

2. La Sfortuna e la capacità di gestire i propri pensieri

Smettila di pensare a cosa è andato storto, a cosa non funziona come vorresti, perché così facendo vedrai che la sfortuna si accanirà proprio contro di te.

Sì, hai letto bene.

Più ci focalizziamo sui problemi e più i nostri pensieri e le nostre energie lavoreranno in questa direzione.

Il nostro cervello elabora ogni giorno un’incredibile quantitativo d’informazioni ed è quindi portato a filtrare in automatico ciò che c’interessa da ciò che non c’interessa.

Trattiene ed elabora ciò su cui ci focalizziamo e scarta il resto.

Immagina cosa succederebbe se i nostri pensieri ruotassero attorno a ciò che non funziona: ci concentreremmo talmente sui problemi da perdere di vista le possibili soluzioni.

Tutto questo viene gestito in automatico dal S.A.R. – Sistema di Attivazione Reticolare.

Immagina di poter sfruttare un sistema automatico come questo dandogli “in pasto” i giusti pensieri.

Pensa quindi ai tuoi obiettivi, agli strumenti che ti occorrono e alle soluzioni che ti permetteranno di raggiungerli.

Così facendo comincerai a correre come un razzo nella giusta direzione e vedrai che la sfiga rimarrà parecchio indietro.

Potrai anche inciampare, ma sarai pronto a rimetterti in piedi e a ripartire.

Mentre leggevo alcuni articoli sul web ho trovato due esempi su Focus , che ti riporto di seguito, legati alla sfortuna nella quale incappiamo ogni giorno.

 

La congiura dei semafori.

Quando siamo in ritardo i semafori sembrano tutti d’accordo per farsi trovare sul rosso.

Anche per questo, però, c’è una spiegazione.

Supponiamo che lungo il percorso ci siano sei semafori: la probabilità di trovarli tutti verdi è molto bassa, la stessa che esca 6 volte “testa” in sei lanci di una monetina, e cioè 1 su 64, secondo le teorie della probabilità.
A peggiorare le cose c’è poi anche un fattore psicologico noto come “memoria selettiva” quando siamo di fretta, preoccupati o ansiosi tendiamo a vedere tutto in modo negativo, sopravvalutando gli eventi sfavorevoli.

Così, se incontriamo tre semafori verdi su sei, evento statisticamente molto probabile, siamo poi capacissimi di dire che “tutti i semafori erano rossi”. [Tratto da Focus.it]

 

Il peso degli imbranati

Se in coda al casello, nell’auto davanti alla nostra (o nella fila alla cassa) c’è il famigerato “imbranato”, la rabbia sale alle stelle.

Ma perché riusciamo sempre a scegliere la coda più lenta?

E perché quando siamo in colonna veniamo superati da tutti, da destra e da sinistra?

Anche qui, nessuna teoria del complotto!

Secondo uno studio pubblicato su Nature, è solo quando siamo fermi che notiamo le altre file e le auto che ci superano, facendo i dovuti paragoni.

Quando invece è la nostra la fila più veloce, siamo impegnati a guidare e non guardiamo le auto “lente” che abbiamo superato.

C’è poi un altro aspetto: su due code di uguale lunghezza, una veloce e una lenta, le auto nella seconda saranno sempre in maggior numero rispetto alla prima, in quanto è proprio l’eccesso di veicoli a rallentare la viabilità.

Risultato: saranno sempre più gli automobilisti che si lamentano di essere nella fila sbagliata di quelli che procedono senza problemi. [Tratto da Focus.it]

 

3. La Sfortuna e la Tenacia

Non esiste fallimento per colui che ha tentato, perché colui che non ha mai fallito è colui che non ha mai tentato. (Og Mandino) Click to Tweet

 

Tentare di portare avanti un determinato progetto non ti dà l’accesso automatico al podio dei vincitori.

Ogni volta che prendiamo una decisione dobbiamo essere consci del fatto che possiamo fallire: solo coloro che non operano scelte, non conoscono il fallimento.

Il fallimento fa parte del percorso di crescita di ogni persona.

Pensate che Antonio Meucci abbia inventato il telefono al primo tentativo?

Che i fratelli Wright abbiano fatto volare con successo un mezzo motorizzato alla prima prova?

La storia è colma di esempi di persone resilienti che grazie alla loro tenacia hanno raggiunto grandi obiettivi.

Per capir cosa vuol dire essere tenaci ti consiglio vivamente di leggere questo articolo!

 

Per concludere sulla sfortuna

Ogni volta che attribuiamo le responsabilità all’esterno perdiamo un pezzo di noi.

La prossima volta che incappi in un ostacolo rifletti e identificane il responsabile.

La sfortuna esiste… ma solo se vogliamo crederci.

Firma Marco Little UYM

Articolo La sfortuna esiste? – Foto tratte da Google immagini

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