I Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita – 1ª Parte

Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita - uym

I Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita ma noi non lo sappiamo e manco ce ne rendiamo conto.

Non riusciamo proprio a vedere.

“Penso, dunque sono” diceva Cartesio per esprimere la certezza indubitabile che l’uomo ha di sé in quanto soggetto pensante.

Cartesio però non conosceva i Bias Cognitivi e di come le nostre decisioni che riteniamo razionali… sono spesso illogiche.

Questo è l’affascinante mondo dei Bias Cognitivi, di queste scorciatoie mentali che a tua insaputa ti stanno incasinando la vita.

I Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita

Ogni giorno prendi centinaia di decisioni razionali… o per lo meno così credi.

Queste decisioni infatti sono spesso condizionate da preconcetti che non necessariamente sono collegati tra loro in maniera logica.

Se le scelte razionali che prendi partissero da presupposti sbagliati quali risultati potresti mai ottenere?

Tutto questo succede ogni giorno ed è un processo così naturale e radicato che difficilmente ce ne accorgiamo.

Queste decisioni sono spesso prese in economia sfruttando delle comodissime scorciatoie mentali che, se a volte risultano efficaci, altre volte non lo sono affatto!

Questo processo di semplificazione, basandosi su pregiudizi e su percezioni errate della realtà, genera risultati catastrofici.

I bias cognitivi non sono niente più che delle distorsioni nelle nostre valutazioni, causate da una qualunque forma di pregiudizio e interferiscono nella formazione dei nostri giudizi, delle nostre opinioni e in ultima analisi sulle nostre scelte.

 

La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre. (A.Einstein) Click to Tweet

 

I Bias Cognitivi

Se l’Homo Sapiens si fosse fermato anche per un solo istante a calcolare il tempo necessario al leone per saltargli addosso ci saremmo estinti molto tempo fa.

Ecco che le decisioni, per motivi di forza maggiore, dovevano essere prese in tempi molto rapidi: l’uomo sfruttava l’istinto per interpretare la realtà e decidere.

Oggigiorno nonostante non ci siano animali feroci fuori dalla porta utilizziamo costantemente queste scorciatoie mentali che ci consentono di prendere quelle che vengono definite decisioni euristiche.

I Bias Cognitivi ne fanno parte e sono delle scorciatoie mentali che ci consentono di interpretare velocemente il mondo, le persone che ci circondano e decidere di conseguenza.

Queste scorciatoie funzionano molto bene nella maggior parte dei casi consentendoci di far lavorare il nostro cervello in economia e in maniera efficace: molte informazioni considerate superflue o non rilevanti vengono così scartate.

Questo modo di agire è al contempo un punto di forza ma anche un punto di debolezza, specialmente in quelle situazioni che richiedono maggiore ponderazione.

In questi casi infatti queste scorciatoie mentali ci portano a conclusioni decisamente errate e a risultati pessimi.

Questi errori cognitivi influenzano in maniera decisiva le nostre scelte e ciò che li rende pericolosi è che non sono errori occasionali ma sistematici.

Non solo, queste scorciatoie operano in maniera automatica (sì hai letto bene) per cui siamo convinti di aver fatto una scelta razionale ma, nei fatti, per niente logica.

Benvenuto nel mondo dei Bias Cognitivi.

 

Vista la rilevanza di questi Bias Cognitivi che entrano in gioco ogni giorno e t’incasinano la vita ho voluto stilare una lista di quelli principali.

 

20 Bias Cognitivi che t’incasinano la vita

L’argomento in questione è molto affascinante e utile ma… anche complesso, ecco il motivo per cui ho voluto dividerlo in due parti.

Questi che vado ad elencare rappresentano i primi 10 Bias Cognitivi, i successivi li potrai trovare sul prossimo articolo che sarà online mercoledì prossimo.

 

1) Bias Cognitivi – Pregiudizio di conferma (confirmation bias)

Si tratta della tendenza a cercare conferma delle proprie convinzioni e a non considerare quelle che invece le contraddicono.

Ogni giorno valorizziamo e facciamo caso solo a ciò in cui crediamo.

Motivo?

Trovare conferma all’esterno di ciò in cui crediamo e ci fa stare bene, ci fornisce sicurezza e accresce la nostra autostima.

A tutti piace sapere di aver ragione e tutto ciò che non va in questa direzione è un ostacolo al nostro benessere.

Pensa a quante volte due persone arrivano ai ferri corti solo per cercare d’imporre il proprio punto di vista all’altro.

Un altro aspetto da tenere bene in considerazione è che l’insieme di tutte le nostre credenze, che scambiamo per certezze, non è altro che la nostra identità.

Noi siamo ciò che crediamo e se ci togliessero queste certezze cosa rimarrebbe di noi?

Lo sai cosa rimarrebbe?

Niente, assolutamente niente.

Ecco il motivo per cui questi Bias cognitivi sono molto potenti: chi non la pensa come noi minaccia la nostra visione del mondo.

Come tutti i bias cognitivi è importante ricordare che ognuno di queste distorsioni lavora a livelli molto profondi della nostra mente, a tal punto da non essere accessibili alla nostra coscienza consapevole.

È difficile rendersene conto.

 

2) Bias Cognitivi – Supporto della scelta (choice-supportive bias)

Capita di prendere decisioni continuamente e ogni volta che lo facciamo tendiamo a sopravvalutare i benefici insiti nelle nostre scelte.

Questi bias cognitivi entrano in gioco anche quando prendiamo decisioni impulsive o che si basano su scarse informazioni.

In questi casi i risultati che ne conseguono sono discutibili… se non che il bias di supporto alla scelta entra in gioco e ci fa sopravvalutare ciò che abbiamo ottenuto.

Questo fenomeno è strettamente legato ad un processo denominato “Attribuzione del credito” che rafforza solamente ciò che ci ha portato ad una ricompensa, grande o piccola che sia.

Questo consolidamento tende così a falsare quelli che sono stati gli effettivi benefici.

Il ricordo di scelte effettuate in passato è migliore del ricordo delle possibilità che abbiamo invece scartato.

La nostra mente tende a conservare ogni ricordo positivo della scelta effettuata andando così a supportare la decisione presa.

I ricordi negativi vengono invece abilmente accantonati anche perché se così non fosse la nostra scelta tanto ragionevole non sarebbe più tale.

 

3) Bias Cognitivi – Effetto carrozzone (bandwagon bias)

In Inglese si usa il termine “jump on the bandwagon”.

Termine decisamente curioso visto che significa “salire sul carro della banda musicale”.

Qual è il suo significato e cosa rappresenta?

Rappresenta un modo efficace per distinguerci dalla massa e goderci un’esperienza privilegiata della parata. Dal carro appunto.

Salire sopra però significa abbandonare i propri valori adattandosi a quelli altrui al fine di condividere il successo collettivo.

Questi bias cognitivi, che hanno sicuramente una connotazione negativa, rappresentano la tendenza delle persone a credere in ciò che la maggior parte della gente crede.

La stragrande maggioranza delle persone sente infatti il bisogno di omologarsi perché così facendo si sente parte integrante di un gruppo e, nella peggiore delle ipotesi come si usa dire “mal comune mezzo gaudio”.

In questo caso i nostri schemi comportamentali vengono influenzati da ciò che pensa o fa la maggioranza delle persone.

I nostri schemi di pensiero non si basano su dati oggettivi, non sono la conseguenza di nostre valutazioni.

L’effetto carrozzone lo possiamo riassumere con la frase: “siamo dei pecoroni”.

Il gregge non ci mette al riparo dai lupi… ehm dagli errori.

 

Sii la versione originale di te stesso, non la brutta copia di qualcun altro. (Judy Garland) Click to Tweet

 

 

4) Bias Cognitivi – Fallacia dello scommettitore (gambler’s fallacy)

Tra i vari bias cognitivi questo riguarda un errore di tipo logico.

Si tratta della convinzione che la probabilità che accada un certo evento casuale sia influenzata da eventi accaduti in precedenza, anch’essi casuali.

  • Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
  • Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
  • Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;
  • Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;

In questa tipologia di bias cognitivi si cerca quindi di attribuire uno schema di collegamento tra eventi che sono invece dominati interamente dal caso.

Ecco che si sviluppa la credenza che eventi passati casuali abbiano influenza su quegli futuri.

Come puoi immaginare questo tipo di pensiero, apparentemente logico ma nei fatti irrazionale, ci porta a prendere decisioni piuttosto che altre.

La teoria delle probabilità ci ricorda infatti che gli eventi casuali non hanno “memoria”.

Gli eventi casuali considerati infatti non tengono traccia di ciò che è successo nel passato.

Tra questi eventi casuali non c’è quindi alcuna correlazione anche se noi cerchiamo in tutti i modi di attribuirgliela

Lancio in aria una moneta e per 5 volte ottengo sempre testa.

Al sesto lancio su cosa punteresti?

Testa o croce?

Siamo portati a scegliere croce ma è irrazionale dal momento che le probabilità che esca testa o croce sono sempre del 50%, indipendentemente dal numero di lanci che facciamo.

E come se ti dicessi : “Ieri ho tamponato una macchina. Oggi è impossibile che possa succedere di nuovo.”

Dai retta a me, accantona questo pensiero e tieni gli occhi aperti che è meglio.

Il gioco del Lotto è un classico esempio di questi bias cognitivi.

Il tentativo di giocare determinati numeri basandoci sui ritardi nelle uscite ne è la pratica dimostrazione.

Il metodo sarebbe valido se i numeri che escono venissero tolti alla successiva estrazione.

Non è così.

Ogni nuova estrazione ricomincia da capo per cui le probabilità di uscita sono sempre le stesse.

Il fatto che si creda alla teoria dei ritardi non facilita l’estrazione dei numeri attesi.

 

Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita - Favoritismo di Gruppo - uym

Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita – Favoritismo di Gruppo – uym

5) Bias Cognitivi – Favoritismo di Gruppo (in-group bias)

Si tende a favorire persone che appartengono al nostro stesso gruppo, quale che sia.

Questo atteggiamento coinvolge anche tutte quelle caratteristiche che ci consentono di “distinguere gli amici dai nemici”: il modo di vestire, i tratti somatici, la lingua, il modo di palare, i valori, il modo con cui interagiscono con gli altri, ecc.

La lista continua e possiamo aggiungere qualunque caratteristica che possa sancire il confine tra chi sta dentro e chi sta fuori dal gruppo.

Implicitamente e automaticamente consideriamo le persone del nostro gruppo migliori di altre anche quando le persone oggetto del nostro giudizio le conosciamo pochissimo o non le conosciamo affatto.

Questo è spiegato perché l’appartenenza a un gruppo rappresenta per ognuno un elemento molto importante per la propria identità personale.

Per difendere questa identità, strettamente collegata all’appartenenza al gruppo, si tende quindi a sopravvalutare i membri proprio per il fatto che noi stessi ne facciamo parte.

Chi sta fuori del gruppo sarà invece criticato ingiustamente.

Questa tipologia di bias cognitivi impatta in maniera molto importante sulle decisioni che prendiamo ogni giorno… anche se non ce ne rendiamo conto.

Tutto ciò che è diverso da noi o chi non la pensa come noi è “male”.

 

 

 

 

6) Bias Cognitivi – Effetto Galatea (Galatea effect)

Ricordi le Profezie Autoavveranti di cui ti ho parlato in un mio precedente articolo?

L’effetto Galatea vi rientra a pieno titolo.

Ci spiega come le credenze che abbiamo sulle nostre abilità e le aspettative sulle nostre performance influenzino in maniera significativa le performance stesse.

È un effetto che dovrebbe essere ben conosciuto, ad esempio, da insegnanti, genitori e datori di lavoro.

Aumentare infatti le aspettative degli studenti, figli e dipendenti tende a sviluppare il loro potenziale.

Le aspettative diventano quindi anticipazioni della realtà.

Si tratta di bias cognitivi affascinanti e al contempo molto pericolosi se tendiamo a subirli.

 

Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita - Il senno di poi - uym

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7) Bias Cognitivi – Il senno di poi (hindsight bias)

Tra le varie tipologie di bias cognitivi questo induce le persone a credere che sarebbero state in grado di far fronte a un dato evento in maniera corretta.

La particolarità è che questa credenza si concretizza solo dopo che l’evento si è verificato.

Possiamo sintetizzare questo tipo di bias cognitivi con una frase, ahimè, molto comune: “Te l’avevo detto io!”

Per quanto possa sembrare persino ridicolo questo comportamento capita molto spesso.

Nel momento in cui si verifica un determinato evento ci appare più probabile di quanto non sembrasse un attimo prima.

 

Nella vita reale la cosa giusta non accade mai nel posto giusto e nel momento giusto; è compito dello storico rimediarvi. (Mark Twain) Click to Tweet

 

Hai mai fatto caso che gli atti terroristici una volta compiuti sembrano diventare tutti “annunciati”?

Nella vita privata e nel lavoro teniamo questo atteggiamento molto di più di quanto possiamo immaginare.

Perché?

Come in ogni bias anche questo è molto difficile da intercettare.

“Era facile intuire che avrebbero preso quella decisione.”

“Te l’avevo detto che il prodotto non sarebbe stato accolto positivamente dal mercato.”

“L’ho sempre saputo che quel cliente non avrebbe pagato!”

“Era ovvio che sarebbe andata a finire così.”

Il fatto è che valutare gli eventi passati dalla posizione privilegiata del presente ci porta automaticamente a rielaborare i vecchi ragionamenti, modificandoli e integrandoli con le nuove informazioni.

 

 

Del senno di poi si può sempre ridere e anche di quello di prima, perché non serve. (Italo Svevo) Click to Tweet

 

 

8) Bias Cognitivi – Autossabotaggio (self-handicapping)

Ostacolarsi da soli è possibile?

Questi bias cognitivi dicono di sì.

Si tratta di una strategia controproducente rispetto al proprio obiettivo ma che in questo modo ci permette di creare degli alibi in caso di insuccesso.

“Tanto lo sapevo che non ce l’avrei fatta.”

Questa è una delle classiche frasi che utilizziamo per coccolarci nel nostro insuccesso.

Non ce l’abbiamo fatta ma avevamo (ahimè) ragione.

Quando ci sentiamo inadeguati nel gestire, superare una certa situazione, mettiamo in atto comportamenti che ci danno conferma della nostra incapacità.

Ecco che lo studente anziché prepararsi per l’esame tenderà a distrarsi alla televisione e al computer, ingegnandosi a procrastinare lo studio e favorire tutti quei comportamenti difensivi volti a creare quelle condizioni capaci di favorire l’insuccesso.

“L’esame è andato male… non riuscivo a concentrarmi a causa del mal di testa.”

In questo caso la prova fallita non è da ricondurre alle capacità del ragazzo ma a fattori esterni sui quali non poteva intervenire.

L’autostima e l’immagine che gli altri hanno di lui è stata tutelata.

L’autosabotaggio ha funzionato.

Lo schema di funzionamento è molto semplice:

  • il successo è dato da fattori interni: “È merito mio.”
  • l’insuccesso è la conseguenza di fattori esterni, che non sono controllabili.

Se vuoi approfondire l’argomento sugli Autosabotaggi t’invito a leggere questo articolo che tratta le bugie che ci raccontiamo ogni giorno.

 

9) Bias Cognitivi – Correlazione Illusoria (clustering illusion)

Questa tipologia di bias cognitivi ruota attorno alla convinzione che due variabili siano tra loro collegate quando in realtà non è così.

Il nostro cervello in questo caso effettua un’associazione tra due eventi che in realtà non hanno alcun collegamento.

Quest’associazione ci porta così a prendere decisioni su informazioni errate.

Il nostro ragionamento ci sembra perfettamente razionale ma al suo interno c’è un elemento illogico che, a seguire, falsa tutto il processo decisionale.

Sei all’università e incroci lungo il corridoio un uomo attempato.

Lo saluti con deferenza in quanto i tuoi processi cognitivi gli attribuiscono l’etichetta di “Professore”.

Ne sei sicuro?

In autobus fai caso ad una persona che sale per elemosinare qualche moneta.

Il giorno dopo vieni a sapere di alcuni furti effettuati sopra gli autobus di linea.

I tuoi meccanismi cognitivi ti portano ad associare i due eventi nonostante non ci sia alcun collegamento.

Quello che succede è che andiamo a collegare sistematicamente due categorie e una volta fatto classifichiamo i soggetti coinvolti che rimandano a queste categorie.

Questi bias cognitivi alimentano in maniera rilevante i nostri stereotipi sociali, i quali a loro volta ci portano a presumere un collegamento che sembra fornire prove, proprio a sostegno dello stereotipo stesso.

Facciamo quindi attenzione ai luoghi comuni e a questi bias cognitivi che ci inducono a prendere decisioni basate su relazioni inesistenti.

 

10)  Bias Cognitivi – Reattanza (reactance)

Si tratta di una resistenza psicologica a non eseguire ordini o consigli provenienti da persone vicine: mariti, mogli, genitori, colleghi di lavoro, amici, ecc.

Questo meccanismo di autodifesa ha lo scopo di proteggere la propria libertà di scelta (chi ha dei figli adolescenti sa di cosa parlo) ma a volte il costo che sosteniamo è molto alto perché compiamo azioni persino controproducenti pur di proteggerla.

 

 

Questi sono i primi 10 Bias Cognitivi e dato che l’argomento è molto complesso ho voluto dividerlo in due parti.

La seconda parte sarà disponibile dal prossimo mercoledì.

 

Per concludere

I Bias Cognitivi impattano in maniera molto importante sulla qualità della tua vita e il motivo è che ognuno di noi è la somma delle proprie decisioni.

Ogni singola scelta che hai preso, da quando sei nato fino ad oggi, ti ha formato e ti ha reso la persona che sei adesso… e se queste decisioni si fossero basate su presupposti errati e associazioni logiche irrazionali?

Sul passato non possiamo più metterci mano ma sul presente sì e dobbiamo farlo subito.

 

Firma Marco Little UYM

Articolo I Bias Cognitivi ci stanno incasinando la vita – Ia Parte – Immagini tratte da PIxabay

 

 

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