Sei capace di comunicare con gli altri?

Comunicare con gli Altri - uym

Sei davvero capace di comunicare con gli altri?

La comunicazione è un bisogno fondamentale per ogni persona e riveste un ruolo chiave nella qualità della nostra vita. Nonostante questo abbiamo grosse difficoltà a comunicare in maniera efficace. Fortunatamente ci viene in aiuto Daniel di SeduzionePratica.com che ci spiega qual è il vero e profondo significato della comunicazione e in che modo possiamo sfruttarla per migliorare i rapporti interpersonali e il nostro benessere.

Lascio la parola a Daniel.

 

Quando vogliamo imparare a comunicare meglio, pensiamo erroneamente a come farlo in modo che l’altro non fraintenda le nostre richieste e reagisca come noi desideriamo.
Cavoli questa non è comunicazione, sembra quasi manipolazione!

Aspettarsi dagli altri una specifica e puntuale reazione è deleterio.

Pretendere che altre persone facciano ciò che vogliamo coincide con la definizione di Egoismo: “Atteggiamento che implica la subordinazione dell’altrui volontà e degli altrui valori alla propria personalità”

Comunicare significa “mettere in comune”, condividere valori. La comunicazione non è quindi solo “espressione”, ma si compone anche in gran parte di “ascolto”.
Per comunicare meglio, dimentica quello che sai sulla comunicazione e ripartiamo dall’inizio.

 

Sei davvero capace di comunicare con gli altri?

Di cosa abbiamo bisogno
In una recente ricerca la famosa psicologa americana Amy Cuddy afferma che “Vogliamo ricevere Calore, ma offriamo Competenze”.

Ci piacerebbe incontrare persone sorridenti, affabili che ci facciano sentire accolti, ben voluti e compresi. Negli altri cerchiamo quindi cordialità ed empatia come prima cosa.
Desideriamo calore umano, cerchiamo la fiducia necessaria per aprirci e sentirci a nostro agio, abbiamo bisogno di Accettazione e Unione, cerchiamo una connessione emotiva e pur sapendo queste cose… siamo i primi a non comportarci in questo modo con gli altri! Che incoerenza!

Se sin dal principio ci comportiamo in modo scontroso o scettico per via dei nostri pregiudizi, oppure se non la finiamo più di parlare del nostro ruolo e delle nostre competenze, non possiamo meravigliarci se non riceviamo in cambio comprensione ed empatia.
Quando ti proponi agli altri in modo caloroso e sei sinceramente interessato ad ascoltare l’altra persona, entri in empatia e crei fiducia. Questo è un esempio di Sana Comunicazione Affettiva e per arrivare a questo punto dobbiamo iniziare a parlarti dei bisogni.

 

“La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione.” (Carl Rogers)

 

Cosa sono i bisogni umani?

I bisogni sono le nostre direttive, il nostro “drive” interno, sono ciò che ci accomuna universalmente ad ogni altro essere umano. Tutti noi siamo guidati verso qualcosa e facciamo di tutto per soddisfare le necessità istintive. Ognuno di noi, in un modo o nell’altro, cerca di soddisfare i propri bisogni.

Tra gli anni ’40 e ’50 lo psicologo statunitense Abraham Maslow concepì il concetto di gerarchia dei bisogni o delle necessità.

Comunicare con gli altri - Piramide di Maslow

Comunicare con gli altri – Piramide di Maslow

 

La teoria di Maslow seppur innovativa non era corretta in quanto non esiste una gerarchia dei bisogni: questi convivono tutti contemporaneamente in ognuno di noi.

Questa teoria fu così ripresa in mano e sviluppata da altri nel corso degli anni. Quella su cui voglio soffermarmi è la teoria sviluppata da un famoso formatore di fama mondiale.

 

La Teoria dei 6 Bisogni di Anthony Robbins:

• 1 – CERTAINTY (Sicurezza)

Il bisogno di sicurezza (affettiva, materiale, spirituale, psicologica), ricerca del piacere e fuga dal dolore.

• 2 – VARIETY (Varietà)

Il bisogno di novità, scoperta, varietà, sfide, divertimento, sorprese, cambiamento, nuovi stimoli.

• 3 – SIGNIFICANCE (Importanza)

Il bisogno di sentirci realizzati, importanti, unici e utili. Abbiamo il bisogno di vedere riconosciuti i nostri sforzi così come abbiamo il bisogno di sentirsi stimati dagli altri e da noi stessi. Ognuno di noi ha la necessità di sentirsi speciale o desiderato.

• 4 – CONNECTION (Unione)

Il bisogno di contatto umano, connessione, appartenenza, calore, unione, accettazione, il bisogno di sentirci apprezzati, amati. Il bisogno di provare forti sentimenti per qualcuno.

• 5 – GROWTH (Crescita)

Il bisogno di crescita e autorealizzazione. Sentiamo il bisogno di una costante evoluzione mentale e spirituale, di crescere continuamente, di comprendere meglio noi stessi e ciò che accade intorno. Abbiamo l’esigenza d’imparare nuove abilità ed essere migliori.

• 6 – CONTRIBUTION (Contributo)

Il bisogno di Condivisione e Contributo. Sentiamo la forte esigenza di dare consigli e comunicare agli altri quello che abbiamo ottenuto per aiutarli e renderli felici. Le attività che soddisfano questo bisogno generalmente ti permettono di soddisfare in automatico anche altri bisogni elencati precedentemente come ad esempio quello dell’importanza.

Molti di questi bisogni possono essere soddisfatti solo attraverso un’adeguata comunicazione.

Come vedi il Saper Comunicare va ben oltre il “farsi capire”.

 

I mezzi che utilizziamo per soddisfare i nostri bisogni

Comunicare con gli altri - Mezzi

Comunicare con gli altri – Mezzi

Le persone sono spinte ad agire dalla necessità di soddisfare i propri bisogni.
Tutto ciò che facciamo è volto a soddisfare delle necessità primarie, i nostri bisogni profondi. Anche se ognuno di noi è diverso dall’altro, tutti quanti abbiamo in comune gli stessi bisogni. I modi e i mezzi in cui li soddisfiamo però, sono i più svariati.

L’esempio più chiaro che posso fare per spiegarti questo concetto è che tutti abbiamo fame ma ognuno può soddisfare questo bisogno mangiando cose diverse.

Andando un po’ oltre i bisogni fisiologici, le cose si complicano, poiché i 6 bisogni elencati poco fa possono essere soddisfatti sia attraverso mezzi buoni e positivi, sia attraverso mezzi negativi e dannosi.
Le persone pur di soddisfare i loro bisogni sono disposte anche ad utilizzare mezzi dannosi per loro e per gli altri. Questo accade perché non ci rendiamo conto di cosa si celi dietro le nostre azioni e del perché non si riesca facilmente a trovare un’altra via, un altro mezzo migliore, più positivo.

 

Esempio:
Lamentarsi per ricevere attenzioni, comprensione e affetto è certamente un mezzo dannoso per soddisfare il bisogno di Unione.
Alcuni possono soddisfare il proprio Bisogno di Importanza dando ordini e sminuendo gli altri.
Questo stesso bisogno può essere però soddisfatto anche facendo l’opposto e cioè aiutando gli altri.

Il Bisogno di Varietà può essere soddisfatto sia con un viaggio che acquistando sistematicamente l’ultimo gadget tecnologico o qualche vestito.

Pur essendone consapevoli queste azioni dannose vengono ripetute ugualmente poiché sentiamo che in qualche modo ci fanno comunque sentire realizzati anche se non ne comprendiamo a fondo le motivazioni. Non ci fermiamo a riflettere al bisogno che quelle azioni soddisfano.

Ci raccontiamo che ci piace bere/fumare, confondendo la cosa con il desiderio di stare in compagnia, ci raccontiamo che ci piace spettegolare facendo fatica ad ammettere che ciò che vogliamo è essere accettati.
Quando raggiungiamo la consapevolezza su quali siano le azioni che soddisfano i nostri bisogni siamo liberi di cercare di soddisfarli in altro modo, con altri mezzi.


ESERCIZIO

Chiediti: “Quale bisogno soddisfa questa mia azione? Ci sono alternative migliori per soddisfare questo bisogno?”
Prendere consapevolezza di queste informazioni, dei tuoi comportamenti e dei tuoi bisogni ti può dare la motivazione giusta per cambiare ORA alcuni dei tuoi vecchi comportamenti dannosi a cui sei abituato.

 

“Un musicista deve fare musica, un pittore deve dipingere, un poeta deve scrivere, se vogliono essere davvero in pace con loro stessi. “ (Abrham Maslow)

 

 

La Comunicazione Affettiva

Essere consapevoli dei propri bisogni è un buon punto di partenza ma non è sufficiente. Un buon comunicatore deve capire quali bisogni si celano dietro le richieste altrui. Comunicare è comprendere emozioni e bisogni del tuo interlocutore.
Per esempio quale bisogno nasconde l’affermazione “Non voglio che tu vada fuori con i tuoi amici/amiche”?

Immagina che il tuo partner ti dica questo. Prima di arrabbiarti chiediti cosa ti vuole realmente dire.
Comunica il bisogno di maggiori attenzioni, di sentirsi importante per l’altra persona, la necessità di calore, di affetto e di sicurezza tramite il possesso (“se non esce non conoscerà altre persone”).

La frase “Non voglio che tu…” detta dal partner è dannosa, perché imporsi e limitare la libertà degli altri è un mezzo che a lungo andare farà del male sia a chi subisce questa imposizione sia a chi cerca di imporla.

Possiamo esprimere lo stesso bisogno ma in modi diversi: “Mi sento sola/o, vorrei passare più tempo con te, ho bisogno di coccole” niente ordini né ricatti, niente giochi di parole. Una richiesta chiara e facilmente comprensibile.

Nel 90% dei casi purtroppo non è così, la nostra comunicazione è confusionaria e contraddittoria e dobbiamo imparare a leggere oltre le righe.

“Non mi capisci”, “Sei un irresponsabile” quando ci esprimiamo con valutazioni, interpretazioni e giudizi gli altri vedranno solamente la critica.

Qui nasce il fraintendimento più comune: un’insoddisfazione espressa con foga viene recepita come un attacco personale.

Quando le persone si sentono criticate tendono a investire le loro energie nell’autodifesa o nel contrattacco (e non nella comprensione).

Sapendo questo da oggi puoi cercare di mantenere la calma e non rispondere al fuoco.

Ogni fraintendimento ti da l’opportunità di approfondire con una domanda e di entrare più a fondo nel mondo del tuo interlocutore.
A prescindere dalle parole che una persona dice, ascolta l’osservazione e parafrasa ciò che ti sembra di avere compreso riguardo i suoi sentimenti e i bisogni.
In questo modo il discorso potrà spostarsi sull’altra persona e questa avrà la possibilità di esprimere sinceramente ciò che sente.

ESERCIZIO

Chiediti: “Quale bisogno cerca di soddisfare questa persona?” Riformula la richiesta del tuo interlocutore “Stai dicendo che…. Hai bisogno di…”
Ricorda che l’obiettivo non è avere ragione o ottenere ciò che vogliamo ma creare EMPATIA, unione, comprensione, fiducia e connessione.
Empatia è ascoltare i bisogni degli altri senza dare consigli o rassicurazioni.

Esempio:
“Nessuno mi ha invitato alla festa” esprime un bisogno di importanza e unione.
L’errore che facciamo spesso è cercare di offrire conforto nel peggiore dei modi: confutando o sorvolando proprio su quell’aspetto: “Ma no! Dai, siamo stati invitati tutti guarda quanti messaggi!” In questo modo stiamo dando ancora meno importanza a una persona che sta cercando proprio quello.
Si potrebbe invece riformulare il pensiero empatizzando un minimo: “Vuoi dire che ti dispiace non aver ricevuto un invito più personale da qualcuno in particolare?”. Anche se il motivo non è esattamente quello, da qui in poi la persona si sente ascoltata a livello personale quindi libera di esprimersi. Fiducia ed empatia crescono e la conversazione si arricchisce.

 

“Lo sai perché hai l’ulcera? Perché hai solo due forme di comunicazione: il silenzio e la rabbia.” (Dal film Prima di mezzanotte)

 

Il miglior modo per ricevere comprensione ed empatia è esprimere i nostri sentimenti e i nostri bisogni chiaramente, senza domande e senza pretendere nulla in cambio.

Esercitati a cogliere il bisogno che si cela dietro azioni e parole altrui. Riformulando frasi in modo più chiaro (dal punto di vista di emozioni e bisogni), pian piano anche tu inizierai ad esprimerti in modo più personale e caloroso.
Quello di cui tutti abbiamo bisogno.

 

 

Ringrazio Daniel di SeduzionePratica.com per averci messo a disposizione le sue conoscenze in merito alla comunicazione e all’importanza che riveste per una vita felice e appagante.

Dopo aver letto l’articolo come ti sembra il tuo modo di comunicare con gli altri? Quali sono gli aspetti che non conoscevi o sui quali tendi a commettere errori?

Scrivilo qua sotto nell’area dei commenti.

 

Firma Marco Little UYM

Articolo Comunicare con gli altri – Immagini di pubblico dominio

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7 commenti
  1. Sandra
    Sandra dice:

    Uffaccia, lo so, hai ragione Daniel!
    Analizzate le cose a sangue freddo ti viene proprio da pensare: ma perchè ci complichiamo la vita con inutili giri di parole, accuse, lamentele, discussioni quando potremmo arrivare dritti al punto in maniera molto matura e sincera e risolvere il problema dalla radice?

    Purtroppo molte frasi di questo tipo vengono dette per soddisfare il nostro ego ed il nostro orgoglio.
    L’ego credo sia il nostro nemico numero uno.
    Mi ritorna in mente quel libro di John Gray, Men are from Mars, Women are from Venus che fa notare una cosa abbastanza comune in noi donne: se veniamo per esempio ferite, o ci manca qualcosa, abbiamo bisogno di più attenzioni…invece che andare dritte al punto e comunicare tutto questo, facciamo prendere il sopravvento dall’ego e magari attacchiamo, ci giriamo intorno, ci offendiamo e da lì possono partire un sacco di incomprensioni e di discussioni inutili.
    Ora, questo libro venne anche criticato perchè ovviamente è sempre una brutta cosa generalizzare, non me ne vogliano le donne, non siamo tutte uguali.
    Però rimane il fatto che in molte occasioni sarebbe bello mantenere il sangue freddo e comunicare le cose come stanno per evitare incomprensioni e rancori inutili.

    Come dicevo prima credo che sia bene mettere l’ego da parte perchè può essere un nostro acerrimo nemico.
    Questo bisogno di soddisfare il nostro ego nasce da una profonda insucurezza e paura.
    Ci mettiamo al centro dell’universo e quando non riusciamo a soddisfarlo ce ne accorgiamo perchè stiamo male psicologicamente ma anche fisicamente!
    Siamo tesi, respiriamo a fatica, sentiamo i nodi allo stomaco, ci frustriamo…In realtà l’ego è solo un meccanismo di difesa che serviva anticamente per metterci in guardia dai pericoli (credo che Marco abbia scritto un articolo a riguardo tempo fa se non sbaglio), una forma di autoprotezione.
    Se c’è un’insicurezza l’ego grida: “Pericolo!!” e scatta l’allarme di pericolo imminente perchè l’ego ha paura delle insicurezze e vuole avere sempre il controllo della situazione.
    Da li scattano comportamenti impulsivi e di difesa che dovremmo imparare a gestire meglio spesso, appunto comunicando senza farci prendere dalle emozioni, prima che si creino incomprensioni.

    Sto divagando, scusatemi :-p ma ho trovato questo articolo molto interessante e credo che dovrei tener conto di tutti questi consigli più spesso visto che sono abbastanza impulisva 🙂

    Auguro una felice estate a te e a Marco! A presto e continuate cosi che andate alla grande 🙂

    Rispondi
    • Daniel
      Daniel dice:

      Ciao Sandra,
      ognuno ha una sua risposta alla domanda che hai fatto, non ci interessa tanto il motivo per cui gli altri non sono sinceri e diretti, conta perché non sei tu. In quelle occasioni poniti la domanda e scopri se hai paura del giudizio, del rifiuto, paura di ferire le persone o altro.
      Una volta svelato il tuo schema di pensiero (è una cosa che si innesca sempre nello stesso modo e si ripete) puoi iniziare a lavorarci su.
      Individuare i propri schemi di pensiero è utile anche per ciò che hai detto dopo.

      Per la Sicurezza, avere il controllo della situazione è uno dei tanti modi DANNOSI per soddisfare questo bisogno. In questo caso dobbiamo lavorare su due fronti, il primo è trovare altri modi -positivi- per sentirsi sicuri (prova a pensare a ciò che fai nella vita che ti fa sentire sicura), il secondo è accettare ed essere grati anche dell’insicurezza, delle paure.
      Più provi a combatterle e più si rafforzano, tanto vale dargli un attimo di attenzione.
      Cambia il modo di vederle. Es. “L’insicurezza è un’occasione per affrontare una sfida e migliorare. Le paure sono un dono di madre natura, indispensabili per la sopravvivenza. La tensione mi permette di avere più energie.”

      Certo è impegnativo perché non siamo abituati a farlo, i nostri vecchi schemi tornano a galla alla prima distrazione, però ci si può provare 🙂

      buone vacanze anche a te!

      Rispondi
  2. Gianluca
    Gianluca dice:

    La riposta alla domanda dell’articolo è semplice: no, non sono capace di comunicare con gli altri. Non perché abbia difficoltà a relazionarmi o a fare amicizie ma perché dopo aver letto l’articolo mi rendo conto di quanto io sia “superficiale” nel comunicare con gli altri. Più che comunicare direi che parlo e basta con gli altri. Devo rimboccarmi le maniche perché voglio seguire questi consigli. Grazie Daniel e grazie Marco per ciò che fate.

    Rispondi
    • Daniel
      Daniel dice:

      Ciao Gianluca,
      prova a fare così: quando ti rendi conto che in una conversazione state parlando del nulla, di cose futili o di terze persone, fermati un attimo e racconta qualcosa di te.
      Se qualcuno degli altri farà altrettanto allora non ti resta che iniziare ad ascoltare e fare domande mirate tenendo a mente questo piccolo schema.

      1.
      Domande di approfondimento. Es. “ma dai! quindi hai fatto questo perché pensavi che?”,
      dimostri interesse, servono per far sentire l’altro ascoltato e compreso,
      si sentirà più libero di esprimersi.
      (ovviamente l’interesse deve essere genuino, se non te ne frega nulla di quella persona e/o dell’argomento è dura!)

      2.
      Comprendi lo stato d’animo. Es. “insomma immagino quanto ti sia sentito/a sorpreso/incerto/contento/etc”,
      non devi indovinare per forza, se non ci prendi lui/lei ti correggerà dicendoti cosa stava provando

      Rispondi
  3. Wisteria
    Wisteria dice:

    Argomento molto interessante! Non diamo la giusta importanza a come comunichiamo con le altre persone.
    Condivido tutto quello che hai scritto Daniel ma nonostante questo mi rendo conto che molto spesso non mi comporto così. Mi rendo conto che spesso sono superficiale nell’esporre ciò che penso perché parto dal presupposto che l’altra persona pensi più o meno nel mio stesso modo. Altre volte invece ciò che dico è influenzato dai miei pregiudizi nei confronti di quella persona… anche non la conosco oppure la conosco solo superficialmente.

    Rispondi
    • Daniel
      Daniel dice:

      Ciao Wisteria,
      quello che scrivi è proprio vero, spesso diamo per scontato che gli altri abbiano le nostre stesse priorità e ragionino come noi.

      Ovviamente non è certo così, anzi!

      Fai così:
      Anziché infastidirti perché l’altro la pensa diversamente da te o “non ti capisce” prova invece a interessarti al suo modo di pensare. Prova a chiederti “come mai pensa questo? perché si comporta così? da quali esperienze ha tratto queste conclusioni?”, e poi fagli domande per approfondire, sostituisci quindi il fastidio e i pregiudizi con la curiosità e l’interesse verso di lui/lei.

      Rispondi

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