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Bugie che ci raccontiamo ogni giorno

Bugie che ci raccontiamo

Affrontiamo insieme le bugie che ci raccontiamo ogni giorno.

“Marco, non sopporto affatto chi racconta bugie!”

Ci credo, ma l’articolo non tratterà le bugie che raccontiamo agli altri. Ti voglio parlare di un altro tipo di menzogna, quella che può danneggiare seriamente la tua felicità: le bugie che ci raccontiamo ogni giorno!

Le bugie che ci raccontiamo ogni giorno: un po’ di numeri

Ti riporto alcuni numeri giusto per farti capire quanto siamo “bravi” a mentire. Nel 1997 lo psicologo Jerald Jellison condusse uno studio ascoltando di nascosto le conversazioni quotidiane di 20 soggetti. Lo studio si concluse con risultati inaspettati: il più sincero del gruppo mentiva mediamente ogni 8 minuti.

Questo ci porta a dire che, tolte le ore di sonno, in una giornata sfioriamo il tetto di circa 120 menzogne al giorno.

Potresti anche sostenere la tesi del: “Un conto è mentire agli altri un conto è mentire a sé stessi! Non credo di farlo, non avrebbe neppure molto senso.”

Sicuro sicuro? 😉 Adesso che abbiamo chiarito in che modo le bugie affliggono le nostre giornate voglio soffermarmi sull’autoinganno.

 

Se vuoi avere successo devi rispettare una sola regola: non mentire mai a te stesso. (P. Coelho) Click to Tweet

Le bugie che ci raccontiamo ogni giorno

SE SOLO AVESSI/FOSSI

Vediamo come riconoscere al volo le bugie che ci raccontiamo: a volte sono plateali ma molto spesso sono così ben strutturate da celarsi persino a noi stessi.

Solitamente queste menzogne si presentano così:

“Se solo avessi/fossi _________ allora la mia vita sarebbe fantastica.”

“Se solo avessi più tempo a disposizione …”

“Se solo avessi del talento la mia vita oggi sarebbe …”

Come ben sai dopo quel “Se solo avessi” siamo capaci di aggiungerci di tutto: un partner migliore, un lavoro migliore, più soldi, più fortuna, l’occasione giusta, ecc.

“Se solo fossi…” più bello/a, simpatico/a, carismatico/a, più intelligente, ecc.

Questi pensieri dannosi sono delle “opere d’arte” per la loro ingegnosità. Queste bugie che ci raccontiamo sono infatti assai sofisticate. Analizziamo una delle frasi usate negli esempi: Se solo avessi più soldi.

“Se solo”: questo parte della frase non è certo messa lì a caso, tutt’altro. Queste due parole hanno uno scopo ben preciso perché ci sussurrano che la nostra vita non è quella che avremmo voluto ma… solo per un soffio. Sarebbe infatti bastato “solamente” avere una buona condizione finanziaria per far sì che la nostra vita fosse quella che avremmo sempre voluto.

Queste due semplici parole ci fanno quindi stare meglio perché se da una parte ammettiamo di non essere felici come vorremmo abbiamo quel “se solo” che ci risolleva in parte. Ci raccontiamo quindi che solo per un soffio non abbiamo la splendida vita che abbiamo sempre sognato… perché, in fondo, ci siamo andati molto vicini.

Ma non è finita. La frase infatti continua con qualcosa che sembra non dipendere da noi e dalle nostre decisioni e azioni: “Se solo avessi più soldi...” Questa frase rientra a pieno titolo tra le bugie che ci raccontiamo, sottintende infatti che non è colpa nostra, non è responsabilità nostra se oggi viviamo una vita che non è quella che avremmo voluto.

Se non è nostra questa responsabilità di chi può essere allora? Semplice, di tutto ciò che sta attorno a noi. Abbiamo un’ampia scelta nel trovare i colpevoli: il nostro partner, il nostro datore di lavoro, le nostre amicizie, l’economia, i colleghi, i figli, i genitori, i compagni di squadra, l’allineamento sfavorevole dei pianeti, l’universo, ecc.

Come vedi le bugie che ci raccontiamo sono tutt’altro che banali. Richiedono infatti una certa abilità acquisita e perfezionata nel corso degli anni.

 

Cammina con una persona integerrima per un chilometro e ti racconterà almeno sette bugie.(Yamamoto Tsunetomo) Click to Tweet

 

Con frasi come queste attribuiamo i nostri insuccessi ad altri fattori e continuiamo a raccontarci la storiella che non siamo noi a controllare gli eventi attraverso l’esercizio delle proprie abilità e volontà.

“Marco raccontarci qualche frottola per ingoiare la pillola amara e stare più sereni non credo possa danneggiarci.”

Questa ad esempio è un’altra di quelle bugie che ci raccontiamo e ti spiego perché.

Se la responsabilità della nostra situazione la attribuiamo agli altri e a fattori esterni stiamo in realtà alzando le mani in segno di resa. Come puoi infatti migliorare quella specifica condizione se non dipende da te? Ecco quindi che continui inerme ad aspettare che un giorno si verifichi un qualcosa (chissà poi cosa) per cui questa condizione venga soddisfatta. Se non ci fosse di mezzo la nostra vita potremmo persino riderci sopra dato che è tutto incredibilmente buffo o forse anche ridicolo.

Questa condizione che tanto stai aspettando per risollevarti non si verificherà mai se rimarrai affacciato alla finestra.

La situazione che si verifica ha del paradossale:

da un lato utilizziamo questi autoinganni per sentirci meglio e tutelare così la nostra autostima, dall’altro ci stiamo facendo un gran male allontanandoci sempre più da quella meta tanto agognata.

“Marco, hai ragione, è tutto molto più chiaro… però a volte possiamo anche decidere di rimandare perché riteniamo che non sia giunto il momento giusto per affrontare una certa scelta.”

Ripensa a quello che hai appena detto e dimmi, da buon lettore di Upgrade Your Mind 🙂 se non vedi qualcosa di molto pericoloso in questo comportamento. Dimmi se non rientra a pieno titolo tra le bugie che ci raccontiamo.

“Rimandite?” 

Esatto! Un’altra grande bugia.

Le bugie che ci raccontiamo ogni giorno

LO FARO’ DOMANI

“Credo sia meglio farlo domani.”

“Non è ancora il momento giusto, meglio aspettare domani.”

Ecco un’altra frase da aggiungere al paniere delle bugie che ci raccontiamo. Sappiamo bene che quel domani ha un significato tutto suo. E’ un domani molto particolare perché ha delle strane leggi che lo regolano: quel domani non arriverà mai, ogni giorno che passa infatti non sarà mai quello giusto, il giorno migliore in assoluto rimarrà sempre DOMANI!

Hai mai fatto caso che quando ti passano per la mente questi pensieri te li lasci fuggire via molto velocemente? Questa è un’altra azione mirata che metti in atto per un motivo molto semplice: se ti soffermassi a ragionarci sopra ti troveresti davanti alle tue responsabilità, con le spalle al muro. Le sensazioni che proveresti non ti farebbero stare bene perché assumersi la responsabilità di cosa non funziona e di cosa non ti rende felice non ti fa stare affatto bene. Ma la domanda è: “C’è un alternativa?” – “NO.”

L’unico tempo in cui puoi decidere d’intervenire è il presente.

Il Passato non lo possiamo modificare, il Futuro lo possiamo programmare ma è solo il Presente che ci consente di agire.

 

Ci sono bugie così ben raccontate che ci dispiace non credervi.(Roberto Gervaso) Click to Tweet

 

Assumersi la responsabilità è l’unico modo per cambiare quel domani partendo proprio da oggi, rendersi conto delle proprie responsabilità ed agire di conseguenza è l’unico modo per cambiare le cose. Il fatto che qualcosa non funziona nelle nostre vite deve essere visto come uno stimolo al cambiamento e non come un problema da arginare raccontandoci qualche frottola e distorcendo la realtà. Le bugie che ci raccontiamo ogni giorno fanno male e lo fanno nel peggiore dei modi: senza che ce ne accorgiamo.

I problemi non possono essere risolti facendo finta che non ci siano, si affrontano.

Mentiamo continuamente a noi stessi perché la realtà ci fa male e facciamo finta di combatterla convincendoci che la realtà non è come è ma come vorremmo che fosse.

Queste sono le bugie che ci raccontiamo ogni giorno. E tu quali piccole bugie, apparentemente “innocenti”, ti racconti?

Firma Marco Little UYM

Articolo Le bugie che ci raccontiamo – Immagine tratta da Google Immagini

Matita - UYM

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Ciao, mi chiamo Marco Cammilli e sono l'autore di UpgradeYourMind. Voglio condividere con te i miei studi e le mie esperienze nell'ambito della crescita personale. Scopri le strategie pratiche e immediate per migliorare la qualità della vita. Buona navigazione. Marco.

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8 commenti
  1. Wisteria
    Wisteria dice:

    Mi hai messo con le spalle al muro! Non le avevo mai considerate come vere e proprie bugie questi pensieri. Purtroppo lo sono eccome. Adesso sono sicura che ci farò molta attenzione. Appena me ne racconterò una cercherò di gettarla via e fare la cosa giusta.
    Grazissimissime

    Rispondi
  2. Alberto
    Alberto dice:

    Buongiorno a tutti. Credo che per riuscire a “non raccontarsela” dobbiamo dotarci di una volontà integerrima.
    Dopo aver letto l’articolo mi sono messo a pensare se in mattinata mi ero raccontato alcune di queste bugie. Sì, eccome. Non so se me le sono ricordate tutte, probabilmente no, ma sono arrivato a quota 6.
    Credo che quando abbiamo questi pensieri non ci facciamo neppure caso… fino ad ora.
    Un buon articolo.
    Buona giornata a tutti.

    Rispondi
    • Marco Cammilli
      Marco Cammilli dice:

      Ciao Alberto, stamani com’è andata con queste bugie? Un po’ meglio? 🙂
      Io sono scivolato su 2. Su una sono riuscito a riprendermi, sull’altra invece no. 🙂

      Avrai notato che gli articoli di UYM si dividono in due filoni:
      1) quelli che sono delle vere e proprie ricette che con azioni concrete indicano in che modo possiamo migliorarci in quella specifica area;
      2) quelli che hanno come obiettivo farci riflettere ed aumentare proprio la consapevolezza sul funzionamento di certi meccanismi.

      Una buona dose di consapevolezza è alla base del processo di miglioramento.
      Grazie del tuo commento Alberto.
      A presto, Marco.

      Rispondi
  3. Umbex
    Umbex dice:

    Ciao a tutti,
    caro Marzo leggendo l’articolo mi viene da dire: “Scagli la prima pietra chi è senza peccato”.  Nel senso che purtroppo mi è capitato, lo ammetto, di cedere alla tentazione di pensare proprio “Se solo qui…se solo la…”. Fin quando poi capisci quanto sia veramente inutile ed improduttivo dirsi queste frasi. Condivido anche io quando scrivi che assumersi le responsabilità è l’unico modo per cambiare seriamente e capire che quel qualcosa che non funziona nelle nostre vite, deve essere visto come uno stimolo al cambiamento e non come un problema.
    Un pensiero: se la realtà ci fa male e facciamo finta di combatterla convincendoci che la realtà non è come è ma come vorremmo che fosse, è probabile che ci siamo indirizzati per una strada sbagliata. Sforziamoci ad eliminare, magari per gradi, ciò che di negativo abbiamo attratto attorno a noi sostituendo il tutto con ciò che riteniamo positivo per noi. Creando così una “nuova” realtà. Sicuramente più consona a noi che l’abbiamo creata, così da essere guardata in faccia dritta negli occhi senza più “temerla” ma scoprendo di essere soddisfatti, appunto, nel guardarla.
    Saluto

    Rispondi

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