Piacere e dolore: i motori della tua vita
Piacere e dolore sono le due forze attorno alle quali ruota la tua vita.
Piacere e dolore sono energie diametralmente opposte che entrano in gioco in ogni tua scelta.
Quando prendi una decisione, quale che sia, lo fai proprio muovendoti in una delle due direzioni: cerchi di avvicinarti al piacere o di allontanarti dal dolore.
“Marco, mi sembra intrigante quest’argomento… piacere e dolore. Entra un po’ più nel dettaglio.”
Piacere e dolore le due forze che regolano il mondo
La tua mente valuta piacere e dolore spingendoti in una direzione piuttosto che nell’altra.
Nel processo di valutazione tra piacere e dolore gioca un ruolo fondamentale il fattore tempo: vogliamo allontanarci dal dolore più velocemente possibile.
Pensa a quante volte hai preso una decisione perché la situazione non era più sostenibile? Sul breve periodo ha un peso maggiore il dolore rispetto al piacere:
- si decide di smettere di fumare quando la paura per la propria salute supera il piacere che si prova nell’accendere una sigaretta;
- l’impiegato tende a cambiare lavoro solo quando non sopporta più la situazione in cui si trova;
- si decide di chiudere un rapporto con il partner solo quando far finta di niente è diventato troppo doloroso;
- decidiamo di metterci a dieta perché il dolore che proviamo nel vederci fuori forma è superiore all’appagamento che troviamo nel cibo;
In tutte queste situazioni, ahimè molto comuni, decidiamo di uscire dalla nostra zona di comfort solo perché il dolore provato è tale che non possiamo ulteriormente rimandare, siamo obbligati ad agire.
Sembra paradossale parlare di zona di comfort in quanto stiamo vivendo una situazione di malessere, ma tale è il timore di provare a cambiare qualcosa che preferiamo nasconderci dietro un triste “Non sono felice, però tutto sommato non sto poi così male”.
Questo pensiero ci farà compagnia fin tanto non giungeremo ad un punto di non ritorno in cui saranno le circostanze stesse a sbatterci in maniera brutale fuori dalla nostra zona di comfort.
Ricordi la “tranquilla infelicità” di cui ho parlato in un articolo precedente?
Questo è il comportamento che la maggioranza delle persone adotta di fronte a piacere e dolore.
E gli altri? In questa minoranza, troviamo persone che hanno smesso di fumare per il piacere di una vita più sana, che cambiano lavoro per migliorare la propria situazione economica o per avere nuovi stimoli, che iniziano a mangiare meglio e praticare sport perché vogliono sentirsi bene e in salute.
Piacere e dolore: a quale gruppo appartieni?
Tu a quale gruppo appartieni?
Qual è il motore della tua vita: cosa scegli tra piacere e dolore?
Sei in attesa che il dolore ti calci giù dalla tua comoda poltrona di infelicità o hai deciso di vivere la vita cercando di migliorarla?
Le persone che seguono il piacere lo fanno perché nonostante siano soddisfatti ed apprezzino la situazione attuale vogliono migliorarsi ulteriormente. Nella bilancia di questa persone il piacere è più rilevante del dolore e si muovono di conseguenza.
Le persone di successo, inteso nella sua connotazione più ampia, danno maggior importanza ai miglioramenti che otterranno dalle loro decisioni piuttosto che il dolore dato dalla paura delle possibile conseguenze.
Se ti focalizzi solo sulle possibili conseguenze negative non prenderai mai alcuna decisione… a meno che tu non tocchi il fondo.
Dai invece in pasto al tuo cervello le cose belle che i cambiamenti possono portare, fagli capire che il mutamento è un processo indispensabile per accedere al miglioramento.
Comincia ORA a sfruttare le risorse che hai a disposizione in maniera corretta e vedrai che ti troverai talmente bene da non poterne più fare a meno.
E’ proprio qui il punto. Fino ad oggi, nel momento delle decisioni, hai dato sempre maggior peso alle possibili conseguenze negative anziché entusiasmarti e trarre piacere dai possibili miglioramenti.
Hai sempre rimandato.
Cosa succederebbe se con questa nuova consapevolezza cambiassi atteggiamento?
Se sfruttassi le due forze, piacere e dolore, anziché subirle?
E’ venuto il momento di porsi domande intelligenti!
Piacere e Dolore: sfrutta la paura
Se è la paura quella che ti spinge al cambiamento nel breve periodo cosa succederebbe se cominciassi a focalizzarti sul danno che ti stai facendo nel non agire nell’immediato?
– Quali danni ti provocherebbe il non decidere adesso?
– Quanto ti costerebbe il rimandare da un punto di vista di felicità e benessere?
– Pensa al duro colpo che stai dando alla tua autostima nel continuare a rimandare. Non sarebbe meglio nutrire la tua mente con un messaggio diverso?
– Quale messaggio negativo stai dando anche alle persone vicine con il tuo comportamento da procrastinatore?
– Prova a pensare a quale potrebbe essere la tua situazione fra uno, tre, cinque anni se continuassi a rimandare?
– Che insegnamento stai dando ai tuoi figli, al tuo partner, alle persone che fanno parte della tua vita con il tuo procrastinare?
Queste domande sfruttano proprio il potere che il dolore ha sulle nostre scelte. Così facendo lo sfruttiamo a nostro vantaggio.
Piacere e Dolore: sfrutta il piacere
E se alla forza del dolore aggiungessimo anche quella del piacere? Vediamo quali altri domande potenzianti potresti porti.
– Quali obiettivi potresti raggiungere nel prendere quella decisione?
– Immagina come ti sentiresti una volta presa questa decisione?
– In che modo la tua vita migliorerebbe?
– In che modo ne guadagnerebbe il tuo benessere e la tua felicità?
– In che modo le persone che ti circondano beneficerebbero della tua decisione?
– Questa decisione cosa ti permetterebbe di raggiungere che altrimenti rimarrebbe fuori dalla tua portata?
Piacere e dolore: come sfruttarle al meglio
Scrivi su carta le risposte a queste 4 domande:
1) Quali danni ti provocherebbe il non agire nell’immediato?
2) Quali obiettivi potresti raggiungere nel prendere quella decisione?
3) In che modo il tuo benessere e la tua felicità ne trarrebbero miglioramento?
4) In che modo le persone a te vicine beneficerebbero della tua decisione?
Mi raccomando, sii sincero con te stesso e per quanto possibile cerca di essere dettagliato nelle tue risposte.
Non lasciare che siano gli eventi esterni a decidere al posto tuo.
Prendere decisioni solo quando sei con le spalle al muro o hai toccato il fondo è sbagliato.
Quando ti comporti così stai affidando il tuo potere decisionale e quindi la tua vita a fattori esterni.
Sfrutta le 4 domande che ti ho indicato per smettere di rimandare e riprendere in mano la tua vita perché una sola è: sarebbe sciocco non mettere in atto tutto ciò che è in tuo potere per vivere più felice.
Impara a sfruttare al meglio queste due forze: piacere e dolore.
Articolo Piacere e Dolore – Immagine tratta da Google Immagini
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Marco, ho trovato questo articolo molto interessante. Nella sua semplicità spiega tutto. Come non essere d’accordo con te? Bisogna scegliere tra agire e non agire. E’ chiaro che chi non fa non sbaglia mai! Bisogna buttarsi. Ma spesso la paura dell’insuccesso ci blocca. Non è facile muoversi con il motore del piacere o del dolore.
Ciao Pierfilippo, mi fa piacere che ti sia piaciuto il post. Hai ragione, la paura dell’insuccesso è un forte deterrente che con vigore ci tiene incatenati, fermi sulla nostra posizione. Se anziché subire questa paura la sfruttassimo per spezzare le catene e uscire dalla nostra zona di comfort? Non è facile, il bisogno di sicurezza che abbiamo pone un grosso freno all’azione. Sono convinto però che le 4 domande che ho riportato in fondo al post siano un ottimo strumento per capire meglio cosa sia opportuno fare. Se non hai avuto modo di rispondere a queste domande ti consiglio di farlo. Lo so, è “faticoso” mettersi a rispondere per iscritto, è molto più comodo farlo mentalmente ma non è la stessa cosa. Non lo è per niente. Il motivo? Perché i risultati che si ottengono sono completamente diversi.
A presto e grazie del tuo commento.
Marco.
Dolore e Piacere: non avevo mai riflettuto sul fatto che ogni nostra decisione segua una di queste due forze. Mi sono riletta con piacere anche il tuo articolo relativo alla zona di comfort perché sono in effetti due argomenti strettamente collegati.
Mi sono rivista in un paio di esempi che hai fatto: in quante situazioni aspettiamo di toccare il fondo per cominciare a cambiare qualcosa? Hai ragione è proprio così.
E’ un bell’articolo da leggere con la dovuta attenzione, che fa riflettere e che spero possa darmi una mano a cambiare un paio di cose nella mia vita. Un paio di cose che faccio finta che vadano bene… ma so esattamente che sto solo mentendo a me stessa.
Grazissimissime.
Ciao Wisteria, mi fa piacere sapere che hai apprezzato l’articolo.
Mentire a noi stessi è un comportamento istintivo il cui scopo è quello di farci sentire “OK”. Ci raccontiamo qualche bugia facendola passare per la pura verità. In questo modo ci sentiamo a posto con noi stessi… e se siamo a posto perché dovremmo metterci in discussione? Purtroppo sono atteggiamenti che ci portano esclusivamente nella direzione sbagliata e ci allontanano dalla felicità.
Spero tu possa identificare la strada giusta da percorrere.
Grazie del commento. A presto, Marco.
Il detto: chi non fa non falla purtroppo contiene un errore di fondo non di poco conto. Il non fare è già di per sè un errore. Possiamo equiparare:
Decisione = azione = rischio = piacere oppure dolore a seconda dei risultati ottenuti. E tuttavia senza decisione l’ errore è certo e non
vi sarà piacere.
Ciao Roby, il tuo commento relativo a coloro che non prendono mai posizione mi ha fatto venire in mente…
“E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.
Ed elli a me: “Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo.”
E’ un passo della Divina Commedia. Dante incontra gli IGNAVI, coloro che in vita non agirono mai, né nel bene né nel male: vissero inermi trasportati dalla corrente. Questi dannati vengono disprezzati a tal punto da Dante che li definì dei peccatori “che mai non fur vivi”.
Quest’ultima frase è un ottimo spunto di riflessione.
Grazie del commento Roby.
Marco.
PS. Se pensate che abbia riportato il passo della Divina Commedia andando a memoria vi sbagliate… ho usato il comodo copia-incolla! 😉
“Com’è forbito Marco. Mi tira fuori a memoria perfino la Divina Commedia!” Ecco cosa ho pensato mentre leggevo l’inizio del tuo commento. Arrivata in fondo mi hai strappato un sorriso con il tuo “copia-incolla”.
Per quanto possa contare apprezzo molto le persone sincere. Un altro motivo in più per leggerti!
Grazissimissime
Ciao Marco,
la parte sulla zona di comfort mi è abbastanza chiara e condivido questo tuo spronare al miglioramento cercando il piacere per non vivere in balia degli eventi. Mi lascia un po’ più perplesso la parte sul dolore: da un lato dici che non dovremmo aspettare che il dolore ci ‘costringa’ a prendere decisioni oramai inevitabili, ma dall’altro dici di sfruttarlo per prendere in mano la nostra vita e cambiare. Cosa devo fare? Potresti chiarire?
Grazie.
Ringhio70
Ciao Ringhio70, abbiamo visto che il dolore nel breve termine è molto più potente del piacere. Quando ci troviamo con le spalle al muro infatti la paura ci costringe a muoverci e ciò che non abbiamo mai voluto fare per mesi, anni, diventa “improvvisamente” un MUST! Non possiamo più rimandare, lo DOBBIAMO fare ADESSO.
Mi chiedo quindi se dobbiamo davvero aspettare di toccare il fondo per agire? La risposta è No! Cosa posso allora sfruttare per agire prima di ritrovarmi in questa terribile situazione? Andiamo a sfruttare proprio la forza del dolore ponendoci domande intelligenti. Chiediamoci quali danni ci provocherà il non decidere adesso, riflettiamo su quanto ci costerà il rimandare da un punto di vista di felicità e benessere. Poniamoci queste domande prima di ritrovarci a toccare il fondo perché prima agiamo e prima potremo uscirne fuori illesi.
Avere la consapevolezza del male che ci stiamo facendo con il nostro rimandare è il modo migliore per agire.
Marco.