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Il sentiero delle Arti Marziali

Il Sentiero delle Arti Marziali - Si Bak Nicola Pastorino - uym

Il sentiero delle Arti Marziali.

Le Arti Marziali hanno senz’ombra di dubbio un grande fascino. Difficile rimanere impassibili alla dimostrazione di un Maestro. Ma cosa si cela dietro queste antiche arti di combattimento? Su quale sentiero ci incamminiamo nel momento in cui decidiamo di praticarle? In che modo la crescita personale e il nostro benessere possono trovare risposta nella pratica di una disciplina di questo tipo?

 

Il Sentiero delle Arti Marziali

Devi sapere che a Giugno dello scorso anno mi sono iscritto a una scuola di Kung Fu. Pensavo che avrei imparato antichissime tecniche di combattimento ma quello che ho trovato è stato molto di più. Proprio per questo motivo ho voluto condividere con tutti voi quest’articolo e il modo migliore per farlo era coinvolgere qualcuno che avesse una profonda conoscenza del Kung Fu e della filosofia alla base di questa straordinaria arte marziale.

 

Ho il piacere di lasciarti alla lettura dell’intervista con il Si Bak Nicola Pastorino che 32 anni fa decise di incamminarsi lungo il sentiero del Kung Fu e della filosofia che ne sta alla base.

 

1) Cosa si intende per arte marziale?

Marco Cammilli - uym

Marco: Maestro, cosa si intende per arte marziale? Lo chiedo perché la stragrande maggioranza delle persone credo ne abbia un’idea piuttosto vaga e semplicistica.

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Aggiungo anche che spesso il significato di Arte Marziale è mistificato dai media. Vediamo di fare chiarezza.

L’Arte Marziale è insita nell’uomo. Si può cominciare a parlare di Arte Marziale nel momento stesso in cui le persone si sono riunite in gruppi e in società. Obiettivo comune: la sopravvivenza.

Da allora, da questo punto di vista, poco è cambiato. In ognuno di noi è presente una componente di combattività che nasce dal bisogno di difendersi e proteggere la propria specie. Ogni persona ha un’aggressività istintiva, scritta nel proprio DNA. L’Arte Marziale ci permette di elevare questa combattività e sublimarla.

Tutte le arti partono da un bisogno, sia esso fisico, spirituale o di raggiungimento di obiettivi. Anche l’Arte Marziale nasce da un bisogno da un desiderio primordiale, una condotta arcaica e la trasformiamo in qualcosa di superiore. Come vedi si passa da un bisogno a un arte.

Il Sentiero delle Arti Marziali - Bastone - uym

Il Sentiero delle Arti Marziali – Bastone – uym

Posso utilizzare il motore energetico insito in questi istinti atavici per elevarmi da un punto di vista mentale, spirituale e fisico. Posso così migliorarmi a livello personale.

È qui che l’arte marziale si differenzia da tutte le altre discipline da combattimento perché combatti prima che contro un nemico contro te stesso. Il nemico sei tu.

 

L’arte marziale è combattere ma anziché scontrati con qualcosa che è fuori da te affronti qualcosa che è dentro di te.

 

In questo modo possiamo sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi.

Prendiamo ad esempio il nostro desiderio di combattere, così come il desiderio di essere felici, così come la tristezza, l’ansia e tutte le nostre paure. Sono aspetti che pur nascendo dentro di noi tendiamo a proiettare nel mondo esterno e sempre là fuori andiamo a cercarne la causa. Riusciamo persino ad immaginare cause esterne con il solo intento di andarle poi a ricercare.

Questo comportamento è da ricondurre al fatto che non è semplice guardarsi dentro. Eppure il luogo da cui tutto ha origine è in noi, dentro di noi ed è proprio lì che si cela tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Che fare allora per sfruttarlo? Dobbiamo solo prendere queste immaginarie cause esterne e riportarle dentro di noi.

Un esempio. Ci raccontiamo barzellette per ridere ma se ci pensi bene non abbiamo bisogno di una barzelletta per ridere così come non c’è bisogno di un ring per esprimere l’aggressività. L’aggressività esiste, è inutile negarlo, è parte dell’uomo. Se però la riconosco e riesco ad esprimerla senza fare male ad alcuno alla fine di questo processo di catarsi sarò riuscito a capire qualcosa di più di me stesso e non semplicemente che sono più forte di un’altra persona.

Prendiamo ad esempio il buon umore, ci fa stare bene, impatta sulla nostra mente e sul nostro corpo. Se però ho bisogno di qualcosa di esterno per essere di buon umore sarò sempre legato a qualcosa al di fuori di me, fuori dal mio diretto controllo e sul quale ho ben poco potere.

Pensiamo all’amore tra due persone. Quando ci innamoriamo attraversiamo un vero e proprio stato di estasi. Ma chi lo ha indotto tutto questo? L’altra persona o sei tu che lo hai creato dentro di te? La persona illuminata riesce ad essere innamorata senza il bisogno di un’altra persona o una cosa per cui essere innamorata. Riesce a crearla dentro di sé senza che vi sia il bisogno di indirizzarla verso qualcuno o qualcosa.

Siamo così abituati a vivere in reazione agli eventi che non ci facciamo più neppure caso. È comprensibile reagire quando ti fanno arrabbiare ma la tua decisione di reagire è la risposta ad uno stimolo esterno. Quella parte di te che ha reagito è emersa all’improvviso ma non la conosci appieno. Il nostro obiettivo è di conoscerci così bene nel profondo da poter estrarre, quando lo vogliamo, la tigre, la farfalla, la risata o il silenzio assoluto. Sono tutte cose che si trovano dentro di noi, fanno parte del nostro essere. Dobbiamo imparare a conoscerci, essere corpo-mente, solo così possiamo sapere esattamente dove siamo e chi siamo in ogni momento della vita.

Ecco il motivo per cui il Kung Fu è più che una semplice pratica marziale di combattimento, è un’arte. Anche gli eserciti studiano le arti marziali ma con tutt’altro scopo. Un militare che si addestra tutti i giorni, per anni, porta la tecnica a livelli altissimi ma di sé cosa ha capito?

Per me l’arte marziale è ben altro, è un modo per elevarsi.

 

Il Sentiero delle Arti Marziali - Ventaglio - uym

Il Sentiero delle Arti Marziali – Ventaglio – uym

2) Il primo incontro con il Kung Fu

Marco Cammilli - uym

Marco: Quando è avvenuto il primo contatto con il mondo del Kung Fu?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Sicuramente il primo contatto è avvenuto da ragazzino con il mito di Bruce Lee. Negli anni ’70 infatti ci fu un vero boom in tutto l’occidente e tutto il mondo si mise a parlare delle arti marziali.

L’arte marziale portata dalla cultura cinese e da Bruce Lee l’ho sempre vista molto più “popolare” rispetto al karate, al jiu jitsu o al judo, già presenti da una ventina d’anni in Italia, ma che io vedevo come qualcosa di molto rigido e troppo inquadrato. Il Kung Fu lo sentivo più vicino a quello che è il mio carattere. In quegli anni però a parte esserne rimasto incuriosito e affascinato continuavo a fare la mia vita da strada come tutti i ragazzetti della mia età.

All’inizio degli anni 80 ci fu l’apertura da parte del governo cinese al turismo privato e così nel 1983 feci un viaggio con la mia famiglia in Cina. Tieni presente che era uno dei primi viaggi da parte di turisti privati. Prima infatti era possibile arrivare in Cina solo tramite strutture di enti governativi cinesi. Feci questo viaggio senza avere alcuna conoscenza della Cina e della loro cultura.

Quando arrivai là ne rimasi letteralmente affascinato, stravolto. La Cina degli anni ’80 era un posto completamente estraneo alla nostra cultura, era veramente un altro mondo. Devi sapere che in quegli anni non esisteva la proprietà privata, ogni persona andava in giro in divisa in sella alla sua bicicletta nera messa a disposizione dal regime. Non esistevano macchine, non c’erano moto, niente di tutto questo se non i mezzi pubblici e gli automezzi dell’esercito. Oltre a questo aggiungiamoci una lingua così differente, i loro ideogrammi e la profonda e antichissima storia filosofica del paese. Per me era come ritrovarsi catapultato su un altro pianeta e me ne innamorai. Quando rientrai in Italia non avevo dubbi: volevo iscrivermi a una scuola di Kung Fu.

Decisi così di farlo in una delle pochissime scuole presenti in Italia e nello specifico quella del Sifu Paolo Cangelosi. Da allora non ne sono più uscito.

 

3) “Tutto e subito”

Marco Cammilli - uymMarco: La società di oggi sembra a volte sposare come modello di riferimento quello che io definisco il “Tutto e Subito”. Le persone vogliono portare cambiamenti rilevanti alle loro vite senza impegno e senza sacrificio. Come si pongono le arti marziali nei confronti di quest’atteggiamento?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Il “tutto e subito” è lo spirito dell’epoca moderna, il Kung Fu è una disciplina molto, molto antica le cui radici si trovano nelle profondità dell’animo umano.

Quando la televisione è entrata nelle case è diventata velocemente la compagna di tutti i giorni. A quei tempi la qualità video e audio era molto bassa per cui il contenuto qualitativo che ricevevi era scarso. Ecco allora che ogni spettatore doveva ricostruire queste informazioni, sforzandosi mentalmente di aggiungere quelle mancanti. Ecco che abbiamo cominciato a subire una sollecitazione giornaliera, ininterrotta. Non solo, si stava sviluppando un’alterazione nella percezione dello spazio-tempo. Quando guardi la televisione vivi esperienze diverse prive di pause spaziali e temporali. In un momento sei un astronauta, il momento dopo sei un cowboy nel Far West e un attimo dopo ancora forse sei un samurai. Questa assenza di pause spazio temporali vissute attraverso la TV si riflette anche quando ti alzi dal divano, nella vita di tutti i giorni.

Al cinema è già tutta un’altra storia perché ti stacchi dalla realtà, ti chiudi in sala e vivi quell’esperienza. Il film termina e tu rientri nella vita di tutti i giorni. La TV invece ti accompagna nel quotidiano. Ecco che le persone cominciano ad avere un gran fame d’informazioni e iniziano a vivere ogni percorso per raggiungerle come una perdita di tempo.

Oggi giorno ci troviamo a sperimentare la sensazione che qualcosa ci manchi.

Questo bisogno del “tutto e subito” si è ulteriormente rafforzato e l’industria ha continuato a sfornare prodotti e servizi con il preciso scopo di far sorgere in noi nuove necessità, nuovi bisogni. Oggi abbiamo lo smartphone cioè la televisione in tasca che, 24h su 24h, ci mostra il mondo così come si muove attorno a noi.

Riflettiamo un attimo: è naturale e necessario essere in contatto, sempre e ovunque, con 5000 persone? È naturale e necessario conoscere fatti, anche personali, di 10000 e passa persone, in ogni momento della nostra giornata? È una aberrazione.

Ecco che il “Tutto e subito” non è solo una visione diametralmente opposta a quella delle arti marziali, è proprio un altro mondo. Opposto significa che si fronteggiano sullo stesso piano e così invece non è: non sono neppure sullo stesso piano esistenziale.

Il Sentiero delle Arti Marziali - il saluto - uym

Il Sentiero delle Arti Marziali – il saluto – uym

Quando entri in palestra e fai il saluto entri in contatto con te stesso. Quando esci dalla palestra entri nel mondo della tecnologia. Non ti ricordi il nome di quell’attore? Cerchi su Google e lo trovi. Il giorno dopo ti è già passato di mente perché non hai motivo di ricordarlo: di qualunque informazione necessiti sai che la puoi ottenere in qualunque momento e ovunque ti trovi. Il desiderio di conoscere come vedi ha subito un profondo cambiamento negli ultimi decenni.

Quando hai a portata di mano tutte le informazioni immaginabili si perde persino l’entusiasmo di scoprire le cose. Quando ho cominciato a fare arti marziali ricordo bene l’entusiasmo per nuovi stili e nuove forme. Oggi mi arrivano in palestra persone che “sanno già tutto”. Prima di entrare in palestra hanno già visto una decina di filmati miei e di altrettanti maestri. Ovviamente non conoscono niente ma sono già entrati in contatto, hanno già visto. L’eccitazione, la curiosità che poteva esserci per quella cosa avvolta nel mistero muore un po’ in questo modo.

Mettiamo che voglio sapere com’è il panorama del Kilimangiaro. Prendo il cellulare, vado su Google StreetView e me lo guardo. Prima avrei dovuto lavorare per 2 anni in modo da accantonare un po’ di soldi. Avrei dovuto comprare l’attrezzatura, studiarmi nel dettaglio il viaggio, pianificare i miei 30 giorni di tempo per arrivare in vetta, fissare una guida e poi e solo poi arrivare in cima e rimanere letteralmente senza fiato. Quel panorama che vedo è fortemente arricchito da tutto ciò che ho dovuto fare per essere lì in quel momento. Quella visione del Kilimangiaro si è portato con sé due anni di preparazione, sacrifici e fortissime emozioni. Ora prendo lo smartphone e mi guardo il Kilimangiaro. È sempre lo stesso panorama ma in quest’ultimo caso quell’immagine non essendo “vissuta” avrà un impatto e significato completamento diverso, sarà solamente un’immagine.

Stiamo perdendo la capacità di emozionarci, di attivare le nostre qualità energetiche. Ci stiamo spegnendo.

 

Si sta perdendo la consapevolezza che per ottenere qualcosa sia necessario incamminarsi e seguire un percorso.

 

Oggi stiamo uscendo da questo sentiero pensando che tutto sia sempre a portata di mano.

Io sono sempre stato molto attento ai mezzi di comunicazione. Il motivo è da ricondurre al fatto che cultura e attitudini comportamentali sono strettamente connessi e influenzati dai media. Si tratta di una vera e propria interconnessione. Questo non vuol dire che il progresso sia da tenere a distanza e vada demonizzato, niente affatto, dico solo che dobbiamo avere la consapevolezza di cosa sia, di come funziona e di come influisce su di noi.

L’unica vera chance di crescita è quella di non aggrapparsi a niente, evitando di perdersi nello smartphone o in qualunque altra cosa.

Devi sempre rimanere in contatto con te stesso.

 

Qualunque cosa tu possa incontrare nella vita è opportuno conoscerla perché se la incontri con consapevolezza non ti fa male. Ti fa bene.

 

Il Sentiero delle Arti Marziali – Si Bak Nicola Pastorino

 

4) Arroganza, intolleranza, prevaricazione sugli altri e il successo a tutti i costi

Marco Cammilli - uymMarco: A volte ho la sensazione che l’arroganza, l’intolleranza, la superbia, la prevaricazione sugli altri e il successo a tutti i costi venga promosso dalla società come modello da seguire. Qual è la posizione del Kung Fu in merito a questo modello comportamentale?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: È opportuno fare una riflessione in merito al concetto di società. La società non esiste, è semplicemente un insieme di individui. Quando utilizziamo il termine “gli Altri” facciamo già un primo errore: ne prendiamo le distanze come se noi non ne facessimo parte.

È probabile che la persona arrogante vada avanti, che la persona che prevarica gli altri si muova più velocemente e raggiunga velocemente obiettivi importanti. Chiediamoci però quale sia l’aspetto premiante per questa persona? La risposta la troviamo esclusivamente nelle cose materiali, cose al di fuori di noi. Credo che se potessimo sbirciare un poco dentro questa persona troveremmo il vuoto.

Il Sentiero delle Arti Marziali - Palestra - uym

Il Sentiero delle Arti Marziali – Palestra – uym

Vedi Marco, nella massa delle persone nascono e si sviluppano degli equilibri. Ci sono così categorie di persone molto diverse ed è naturale che sia così: ci sono leader, gregari e la massa che ha bisogno di essere condotta e guidata perché purtroppo non riesce a creare qualcosa di proprio. Ci sono persone che non hanno capacità decisionale, che non hanno fantasia. Possono essere metodiche e tenaci ma quando gli chiedi “Cosa facciamo oggi?” non sanno cosa rispondere. Così come nelle gerarchie e nei rapporti interpersonali ci sono categorie di persone che ricoprono ruoli diversi.

Io nella mia vita ho sempre seguito la via dell’anarchia. Nel senso di non appoggiarsi ad ordini precostituiti ma cercare degli ordini interiori. Quando ho scoperto il Taoismo ne sono rimasto letteralmente folgorato. Il pensiero anarchico è visto come qualcosa di sovversivo e distruttivo mentre il pensiero Taoista è visto in maniera completamente diversa: nel caos c’è un’armonia incredibile.

Il Taoismo mette tutto sotto la guida del Tao, la via, la natura e l’universo. Ogni regola che noi ci diamo non è naturale in quanto decisa da noi. Le uniche regole valide e quindi da seguire sono quelle dell’universo. Pensiamo allo Yin e lo Yang queste due grandi polarità opposte che governano la vita di tutti quanti da sempre e in qualsiasi cultura.

Se riusciamo ad intuire e seguire il magnetismo tra queste due forze contrapposte restando in equilibrio ci viene sempre rivelato quale sia la cosa giusta da fare in ogni momento. È quanto dicevo sul “tutto e subito”. Se sei in grado di sentire cosa ti fa bene in quel momento lo fai. Se sei consapevole, se senti lo Yin e lo Yang, il Chi e l’Universo allora sei Taoista.

 

 

Se riusciamo a fare questo è come galleggiare in un oceano di serenità. (Si Bak Nicola Pastorino) Click to Tweet

 

 

Se invece sei costretto e quindi sei obbligato a fare in un certo modo, a seguire certe regole, ti allontani da quella che è la verità. Ma cos’è la verità? La verità è un qualcosa di costantemente mutevole così come lo è la natura. Sono dell’idea che ogni regola di vita che ci diamo prima o poi debba essere modificata e perché no anche ribaltata. Ognuno di noi cambia ogni giorno e allo stesso modo si adatteranno a noi nuove regole in base a tali cambiamenti.

Quando ad esempio si approccia per la prima volta il Kung Fu ti trovi nel Nero. Significa che stai intraprendendo un nuovo percorso e avrai bisogno di qualcosa che ti faccia capire cosa stai facendo. Quando lo capisci entri nel Rosso, nel sangue, nella vitalità e nella passione per ciò che stai facendo ma sei ancora influenzato da una grande emotività. Ecco allora che passiamo al Giallo dove avremo modo di capire e staccarci da questa passionalità, vedendo le cose dall’esterno. Allo stesso modo nel corso della vita di una persona il “mutamento” è la regola.

 

 

5) Mente e corpo

Marco Cammilli - uym

Marco: Sappiamo che mente e corpo sono strettamente collegati. In che modo il Kung Fu amplifica e migliora questa sinergia?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Spesso la mente prende il sopravvento e si dimentica del corpo. Il punto è che non sono due entità separate e diverse. Non possiamo mettere la mente da una parte e il corpo dall’altra. Il corpo e la mente sono una cosa sola. Però la mente ha una capacità di calcolo spaventosa e questo le ha dato modo di crearsi un mondo tutto suo. Quando inizi a pensare non fai altro che creare qualcosa nella tua mente che di fatto non esiste. Ecco che puoi immaginare, visualizzare, speculare, calcolare, e così via. Questo può portare le persone a perdersi in questo mondo dimenticandosi del corpo. Ecco che la mente è incredibilmente attiva mentre il corpo è inerme, immobile.

Esempio: stai parlando con una persona e improvvisamente questa ti tira un pugno al volto. Non puoi più pensare. Devi essere perfettamente presente all’azione, quel pugno devi vederlo, schivarlo e deviarlo. Devi poi contrattaccare impedendo che ne possa tirare un altro. Quel momento ti riporta al presente, al momento primordiale del pericolo di vita.

Si cerca di ricreare sempre dentro di noi il pericolo di vita. Questa è la sincerità delle arti marziali. Ti riportano alle origine, togliendo tutto il superfluo. Destruttura ogni cosa. È la “presenza” di sé, la totale consapevolezza di cui abbiamo parlato anche all’inizio. O sei consapevole o sei morto. Da noi creiamo strutture protette dove non ti fai male ed è quella delle Forme. Davanti non hai nessuno ma la esegui come se ci fosse un avversario in carne e ossa. Stai ritrovando l’essenza e ti riconnetti al “Chi”. Potremmo persino dire che il corpo e la mente non esistono in quanto noi siamo solamente energia. La nostra fisicità, i nostri atomi, la nostra chimica sono trasformazioni energetiche continue. Questa energia esiste e i cinesi la definiscono “Chi”. Per stare bene devi creare un equilibrio nella tua vita e percepire tutto come energia nel suo fluire. Le arti marziali sono energia.

 

6) I bambini e il Kung Fu.

Marco Cammilli - uymMarco: Sono padre di due bambini piccoli e mi viene spontaneo chiedere a nome di tutti i genitori in che modo questa arte marziale possa aiutare i figli nella crescita. Penso allo sviluppo del loro carattere e al modo con cui affronteranno gli imprevisti nella vita.

 

Il Sentiero delle Arti Marziali - piccoli allievi - uym

Il Sentiero delle Arti Marziali – piccoli allievi – uym

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Posso dirti che il Kung Fu non è adatto a tutti i bambini. Non tutti possono fare arti marziali. Devi essere in qualche modo incuriosito, spinto o sentirne la necessità. L’Arte Marziale può aiutare a correggere l’eccessiva aggressività o a correggere la passività. Può aiutare il timido così come l’arrogante. Il violento come il debole. I bambini possono quindi seguire un percorso di arti marziali solo se in qualche modo si sentono attratti da queste discipline. Ci sono persone che saranno incuriosite e spinte in altre direzioni come l’arte, il ballo, la recitazione o la musica. Ogni persona deve trovare la propria “via”.

Se un bambino sente nell’arte marziale un richiamo di qualsiasi tipo allora ne potrà ricevere un grandissimo insegnamento. Non è solo ginnastica psico-fisica, coordinazione motoria, stretching, potenziamento muscolare, presenza fisica e percezione dell’ambiente. Queste sono cose che puoi ottenerle facendo altro: potrebbe essere nuoto, tennis o sci, ad esempio.

L’arte marziale diversamente tocca la tua disciplina interiore. L’idea di mettere al centro sempre la tua dimensione interiore. Al corso dei bambini dico sempre che l’essenza dell’arte marziale e del Kung Fu si ritrova nello Yu Bei Shi. Senza entrare nel dettaglio è opportuno sapere che quando viene richiamato questo comando, il praticante si deve raccogliere in un istante in sé stesso. Dobbiamo trovarci ed essere ben presenti, consapevoli e pronti. Se lo sappiamo fare siamo già dei guerrieri. Ecco la disciplina interiore.

Oltre a questo ci sono tutti gli aspetti legati al rispetto verso gli altri, al non fare male agli altri e ad essere d’aiuto a chi ne ha bisogno. Allo stesso modo si sviluppa la sicurezza in sé stessi, la capacità di gestire le emozioni e la paura. Una qualsiasi attività sportiva si basa su un altro concetto. Prendiamo uno sport di squadra. I membri si uniscono per uno scopo comune che è quello di vincere sugli altri. Si tratta della sublimazione delle antiche battaglie.

Il Kung Fu ha uno spettro di stimolazione per il praticante più ampia.

 

 

7) Ripensamenti sulla strada intrapresa.

Marco Cammilli - uym

Marco: Hai mai avuto nel corso di tutti questi anni dei ripensamenti sulla strada intrapresa? Ci sono stati momenti difficili in cui hai dovuto combattere contro te stesso o contro qualcosa che andava a destabilizzare le tue certezze? Hai mai pensato di abbandonare il Kung Fu?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Ripensamenti mai. Fatica tanta. Ogni giorno sento che c’è qualcosa in più a cui puntare. Ogni mattina che entro in palestra mi aspetta un duro lavoro e non potrebbe essere diversamente.

Nella vita mi sono sempre mosso in tante direzione ma il Kung Fu è stato sempre lì, accanto a me. Da quando ho conosciuto il mio maestro, il Sifu Paolo Cangelosi, il Kung Fu ha costantemente fatto parte della mia vita. Mi ha aiutato a non perdermi nel fiume della vita, a non perdere di vista il mio maestro, la mia bussola. Il maestro è una figura molto importante nella vita di un allievo. Rappresenta uno dei suoi punti di riferimento. Vedi, nella vita è facile perdersi. Ogni giorno andiamo incontro a migliaia di decisioni e stimoli diversi. Possiamo dire che la validità di un maestro non è data tanto da ciò che ti dice ma da quello che lui è. Ciò che ti dice è solo un pretesto, così come il Kung Fu.

Il Sentiero delle Arti Marziali - Sibak Pastorino con Cynthia Rothrock - uym

Il Sentiero delle Arti Marziali – Sibak Pastorino con Cynthia Rothrock – uym

L’energia è vibrazione, e questa vibrazione può essere disturbata e frenetica o armoniosa e pura. Così come un rumore si differenzia da un bel suono. L’energia di una persona che incontri influisce sempre su di te. Quando incontro il maestro che ha la “giusta” qualità energetica e ti dice di seguire un certo percorso, che sia danza, Aikido o arrampicata, fallo!

Io ho fatto migliaia di scelte anche al di fuori del Kung Fu ma ho sempre tenuto con me questa bussola.

Il Kung Fu è come la barca che serve per attraversare un fiume. Devi prenderti cura della barca perché quando hai attraversato il fiume la lascerai sulla riva a disposizione di qualcun altro.

Tu prima dell’intervista mi hai raccontato di quanto ti piaccia comunicare agli altri. Essere una persona che dà agli altri come fai tu non è da tutti. È una vocazione. O ce l’hai o non ce l’hai e se ce l’hai non ne puoi fare a meno.

Uno degli errori che spesso si fa è quello di cercare di identificarsi con il proprio Maestro. Ho inciampato per anni in questo. Per quanto mi applicassi non riuscivo ad essere lui e più mi avvicinavo e più cadevo nel suo cono d’ombra. E perché? Perché ognuno di noi deve essere sé stesso al suo meglio.

Ognuno poi ha i suoi pregi e difetti, perché dovrei perdermi nei difetti di qualcun altro?

 

8) Kung Fu e difesa personale

Marco Cammilli - uym

Marco: Ti è mai capitato di trovarti ad applicare il Kung Fu per difesa personale?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Il nemico più grosso con cui ho avuto a che fare… sono stato io. Se penso a come ero prima di fare Kung Fu e come sono adesso non posso che dirti di quanto fossi pessimo. Ero maldestro e incasinato. Quando ho scoperto come fare a riordinare le mie idee ho cominciato un percorso di miglioramento interiore davvero importante. Oggi quando guardo indietro mi rendo conto di quale sia il vero utilizzo del Kung Fu.

Mi è capitato qualche volta di utilizzare il Kung Fu per evitare che succedesse qualcosa di spiacevole. Ti racconto questo episodio perché lo considero rilevante ed istruttivo. È successo un paio di anni fa. Stavo cercando parcheggio ma era tutto completo. Mi metto in doppia fila e aspetto. Appena si libera un posto mi avvicino con la mia auto, parcheggio e scendo.

In quel mentre si avvicina un’altra macchina. Il conducente si attacca al clacson. Io gli faccio capire che c’ero prima io e allora lui decide di mandarmi a quel paese. A quel punto contraccambio il suo “saluto”. Allora il tipo scende dalla macchina e mi si avvicina con fare davvero minaccioso. Io non faccio altro che appoggiare la mia mano sulla sua spalla e girarlo nuovamente in direzione della sua auto. Lui rimonta in macchina e se ne va borbottando.

Quando si è avvicinato probabilmente voleva darmi una spinta o un pugno. Io però ero lì, sereno e pronto e lui questo lo ha capito. Ecco, in quel momento mi sono reso conto di aver fatto Kung Fu.

 

La presenza sicura smorza le cose. (Si Bak Nicola Pastorino) Click to Tweet

 

 

Il Sentiero delle Arti Marziali - Cina - uym

Il Sentiero delle Arti Marziali – Cina – uym

9) La Cina

Marco Cammilli - uym

Marco: So che hai visitato spesso la Cina. Quali sono i ricordi più belli che ti sei portato dietro?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: Sono stato una decina di volte in Cina. Avevo 17 anni quando andai la prima volta e ho un ricordo molto vivido di cosa successe la prima mattina. Arrivammo a Canton e ci dirigemmo verso l’albergo detto “degli stranieri”. Era l’unico palazzo di 20 piani che si stagliava sulle case basse attorno.

Verso le 07 cominciai a sentire un rumore assordante venire giù dalla strada. Non capivo cosa potesse essere. Mi affacciai e rimasi allibito: milioni di persone, una di fianco all’altra, che sulle proprie biciclette suonavano il campanello. A raccontarlo è difficile trasferire ciò che provai. Il paragone che rende meglio quel momento è che sembrava un fiume in piena fatto di persone che andavano a lavoro.

Che popolo è? Come pensano? Ho capito che su ogni aspetto ragionano in maniera differente da noi. Hanno un pensiero che si basa su processi logici così diversi dai nostri che è difficilissimo capirsi con un cinese, al di là della lingua. Questo modo di vedere le cose in maniera così differente mi ha sempre affascinato.

 

10) Un concetto su cui riflettere

Marco Cammilli - uym

Marco: C’è una frase o un concetto che vorresti lasciare a tutti i lettori di UpgradeYourMind?

 

Si Bak Nicola Pastorino - uymSi Bak Nicola Pastorino: È difficile rispondere perché il concetto più forte che mi viene in mente è il silenzio. Se riesci ad essere in silenzio dentro di te tutto si risolve.

In effetti c’è una frase che quando la sentii mi colpì molto: “Qualsiasi frase ti possa dire non è vera”. Qualsiasi consiglio ti possa dare non funzionerebbe perché te lo sto dando io e adesso. Non so come sarai quando ne avrai bisogno. Ogni istante della vita cambia ma se stai in silenzio troverai la giusta strada.

Una cosa però voglio dirla e riguarda la costanza. È una caratteristica che viene a mancare spesso oggigiorno. Uno dei principali pregi che vedo anche nei miei allievi non è l’abilità o la bravura, non è l’eleganza, l’agilità o la forza. È la costanza. Quando vedo un allievo che sta alimentando la sua costanza, potrebbe essere anche quello con maggiori difficoltà degli altri, ma per me lui è uno che vale.

 

Se sei costante e riesci a percorrere quel sentiero a lungo non puoi fare altro che crescere.

 

 

Per concludere

Ringrazio il Maestro Nicola Pastorino per avermi concesso questa stimolante intervista.

L’ho voluta condividere con tutti voi perché affronta in maniera insolita argomenti strettamente legati alla crescita personale. Sono sicuro che come me hai trovato numerosi spunti utili per proseguire questo percorso che stiamo portando avanti insieme: migliorare la qualità delle nostre vite e delle persone che ne fanno parte.

 

Sarò lieto di leggere un tuo commento in merito, certo che sarà di spunto per ulteriori riflessioni e confronti.

 

Firma Marco Little UYM

Articolo Il sentiero delle arti marziali – Immagini tratte da Kung Fu Firenze

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4 commenti
  1. Gianluca
    Gianluca dice:

    Grazie come sempre Marco per condividere tutto questo. Ti seguo da più di un anno e nonostante i numerosi articoli che hai scritto riesci sempre a trovare qualcosa di nuovo su cui riflettere. Ho trovato l’intervista molto interessante e mi rendo conto di quanto fosse miope la mia concezione di arte marziale.

    Rispondi
  2. Maverick
    Maverick dice:

    Per la prima volta trovo difficoltà a commentare un articolo di Marco. Ci provo. E’ evidente che non si possa liquidare il Kung Fu indicandolo con la generica nomenclatura di Arte Marziale. E’ ben di più e di diverso. Lo assimilerei più facilmente ad una ” filosofia di vita ” in cui le tecniche di combattimento ne rappresentano solo una parte. Trovo che la costruzione e la consapevolezza del proprio IO, la consapevolezza di sè stesso rappresentino probabilmente la parte più importante. Le tecniche si imparano, si modificano, si ampliano ma la ” conoscenza ” di sè rimane unica e per sempre.
    .

    Rispondi
    • Marco Cammilli
      Marco Cammilli dice:

      Ciao Maverick, ti ringrazio del commento. Quando ho aperto la “porta” delle arti marziali pensavo d’imparare tecniche di combattimento. Poco dopo mi sono accorto invece che, guardando meglio, si può scorgere un mondo intero e il combattimento, come dici tu, ne è solo una parte. L’intervista con il Maestro Pastorino e stata illuminante da questo punto di vista.
      A presto. Marco.

      Rispondi

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