Perché dobbiamo essere schiavi delle abitudini?

Perché dobbiamo essere schiavi delle abitudini - uym

Perché dobbiamo essere schiavi delle abitudini?

Parlo di schiavitù perché è proprio a questo che tendono a portarci le abitudini.

Pensa alla tua giornata e dimmi se non si svolge in maniera molto simile se non uguale a tutte le altre.

Si tende a fare le stesse cose e tutte regolarmente nella stessa sequenza.

Questo succede da quando ci alziamo a quando andiamo a letto la sera. Ogni giorno.

È come se ci fossimo auto-programmati.

La domanda che ti pongo è: “Perché questo succede?”

Perché inconsciamente lo vogliamo!

Perché le abitudini ci danno sicurezza e questa rientra a pieno titolo tra i bisogni primari: non possiamo farne a meno.

Più le nostre giornate sono fatte di certezze e più ci sentiamo a nostro agio.

Più riusciamo ad incasellare tutto al proprio posto e più abbiamo la sensazione che tutto sia sotto controllo e se così è niente può destabilizzarci.

Meno si decide e meno si cambia e meno si cambia meno evitiamo di esporci e forse sbagliare.

Vista in questi termini sembra persino che avere una vita fatta solo e soltanto di abitudini sia un valore aggiunto ma così non è.

Questo schema di pensiero infatti ci confina in uno stato di immobilismo che ci nega il piacere di scoprire, di crescere, di sbagliare e migliorare, di conoscere nuovi punti di vista e nuovi percorsi.

 

 

Essere schiavi delle abitudini

Così facendo, schiavi di piccole e grandi abitudini, percorriamo la vita incapaci di raggiungere o anche solo di immaginare nuovi obiettivi.

Questo comportamento ci disabitua a prendere decisioni poiché viaggiamo tutta la nostra vita con il pilota automatico, sui binari delle nostre care abitudini.

Se riuscissimo ad uscire da questi meccanismi andremmo sicuramente a sviluppare una mentalità aperta, elastica, disposta a mettersi in gioco costantemente.

Cesseremo di sentire la necessità di ridurre tutto ad abitudini.

Quello che facciamo invece ci porta a tenerci strette le nostre abitudini e così facendo tendiamo ad aspettare e a rimandare.

Spostiamo tutto a domani… un domani che in quanto tale non arriverà mai.

 

Tutta colpa dell’incertezza

Alzi la mano chi non ha mai rimandato una decisione perché avrebbe voluto la certezza matematica del buon esito.

Mi ci metto pure io.

Quante volte avendo qualche dubbio sull’esito di una nostra possibile azione decidiamo di mantenere tutto così com’è?

Succede spesso.

Non potendo avere la certezza al 100% del buon esito delle nostre decisioni tendiamo a rimanere fermi in attesa che succeda qualcosa (chissà poi cosa) che possa darci proprio quella conferma assoluta che stiamo aspettando ma che ovviamente non potrà mai arrivare.

Ecco che… tendiamo a non decidere, a mantenere tutto inalterato.

Spesso seguiamo questo comportamento anche se consapevoli che sia sbagliato.

A volte infatti riteniamo che sia meglio convivere con problemi che conosciamo bene piuttosto che affrontare l’incertezza di provare a cambiarli.

 

Chi pondera a lungo prima di fare un passo passerà la sua vita su una gamba sola. (A. De Mello) Click to Tweet

 

 

Non siamo abituati a decidere

Le abitudini ci tengono sotto scacco perché non siamo abituati a decidere.

Ci sono persone che si trovano in difficoltà persino a scegliere un paio di scarpe in negozio o cosa ordinare al ristorante.

Questi semplici esempi ci fanno capire che ci sono persone che non sono abituate a decidere.

Quando si trovano di fronte a una scelta, anche semplice, si sentono inappropriate.

“Sarà la decisione giusta? E se fosse la scelta sbagliata? Chissà gli altri cosa potrebbero pensare.”

Le persone con “una marcia in più” hanno sviluppato la capacità di decidere molto velocemente e raramente tornare sui propri passi; coloro che falliscono abitualmente, invece, tendono a decidere con notevole lentezza e, alle prime difficoltà, fanno rapidamente marcia indietro, cambiando idea.

Se non siamo abituati a decidere non dobbiamo far altro che allenarci!

Se non siamo bravi a fare qualcosa la soluzione è semplicemente allenarsi per farla meglio.

Più tenderemo a prendere decisioni e più la nostra autostima salirà perché l’immagine che avremo di noi sarà quella di una persona abituata a decidere.

Più ci alleniamo a decidere e più diventiamo abili nel farlo velocemente.

 

La paura che paralizza

Credo che questo sia il motivo che incide maggiormente, che ci blocca nel momento in cui dobbiamo decidere: la Paura.

Cos’è esattamente la paura?

E’ davvero la paura il problema da combattere?

A differenza di quello che potremmo immaginare la paura non è altro che uno stato mentale e siamo proprio noi a darle o togliere potere.

Se prendessimo la paura solo per ciò che è ci renderemmo conto che essa stessa non rappresenta il problema ma è piuttosto lo stato d’animo che l’accompagna.

La paura ha gradi diversi d’intensità e questi sono strettamente legati alla situazione e al soggetto.

Questo aspetto è di fatto la prima chiave per vincerla la paura: a parità di situazione ognuno reagisce infatti in maniera diversa.

Prendiamo come esempio un colloquio di lavoro.

Qualcuno affronterà il colloquio con paura, qualcun altro con un po’ di timore, altri con ansia, altri ancora non provano alcuna sensazione di disagio.

Questo ci aiuta a capire che non è la situazione in sé ad essere pericolosa: dipende da come noi la percepiamo.

La paura è una delle emozioni primarie più importanti il cui compito è preservarci da situazioni di pericolo o che riteniamo tali.

La paura è parte integrante del nostro istinto di sopravvivenza, non possiamo e non dobbiamo farne a meno.

Non è la paura che dobbiamo controllare ma la nostra capacità nel saperla gestire.

Le persone che non hanno mai paura sono solamente sciocche.

Essere coraggiosi vuol dire tutt’altro: avere paura ed essere capaci di gestirla.

 

 

 

 

Voglio concludere quest’articolo con una poesia che mi rapì per la sua bellezza e per gli importanti argomenti toccati.

Lentamente muore è un’opera della scrittrice brasiliana Martha Medeiros.

Il titolo “Lentamente muore” (A Morte Devagar) potrebbe però farci cadere in errore.

La poesia infatti è un’ode alla vita e sono sicuro che saprà farti riflettere su tante scelte che hai preso e su quelle che dovrai e vorrai prendere.

 

Essere schiavi delle abitudini – Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marca o colore dei vestiti,

chi non rischia,

chi non parla a chi non conosce.

 

Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i

piuttosto che un insieme di emozioni;

emozioni che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti agli errori ed ai sentimenti!

 

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza,

chi rinuncia ad inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.

 

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,

chi non ascolta musica,

chi non trova grazia e pace in sé stesso.

 

Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,

chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.

 

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.

 

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di

gran lunga maggiore

del semplice fatto di respirare!

 

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di

una splendida

felicità.

 

Per concludere

Sono sempre maggiormente convinto che esista un’unica sana abitudine.

Ti stai chiedendo quale sia?

La migliore abitudine che possiamo avere è quella di non avere abitudini.

 

Firma Marco Little UYM

Articolo essere schivi delle abitudini – Immagine tratte da Pixabay

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